Il fatto è che le Wet Leg hanno cominciato a trollare tutti sul secondo album, Moisturizer, ancora prima che si fossero messe a farlo. «È quasi pronto», rispondeva su Internet il duo di scalmanate dell’isola di Wight. Ma di pronto in mano non avevano un bel niente.
È importante questo piccolo aneddoto per inquadrare un pochino Rhian Teasdale e Hester Chambers. È una band nata, e loro sono le prime a dirlo, per il lol, per scherzo. Non si sa manco di preciso da cosa derivi il nome Wet Leg. Loro stesse hanno dato più versioni in più interviste. A volte, hanno detto che deriva da una combinazione di emoji che usano loro, una specie di inside joke all’interno della band. Altre, hanno raccontato che wet leg è una espressione tradizionale che hanno gli abitanti dell’isola per definire chi arriva dal Regno Unito, perché di solito scendendo dalla barca ci si bagnava le gambe.

Foto: Alice Backham
In ogni caso, scherzo o no, le ragazze (che poi dal vivo sono supportate da altri tre musicisti) diventano da subito un fenomeno virale nel 2021. Il loro singolo di debutto, Chaise Longue, è una caramella letale di allusioni sessuali più o meno esplicite ma in chiave ironica (“Ehi tu in prima fila, vuoi venire nel backstage dopo lo show? Ho un pacco di birre calde che potremmo consumare”) unita a un ritmo kraut che nel ritornello esplode in un post punk onestamente irresistibile per ogni persona con un passaporto inglese. E non.
Tra l’altro, a riconferma del fatto che alla fine non scherzano mica poi tanto, sin dal primo pezzo vengono messe sotto contratto dalla stessa Domino Records che ricordiamo pubblica anche, nomi a caso, Arctic Monkeys, Blood Orange, Alex G, My Bloody Valentine. Come a dire, magari nel 2019, quando è nata la band, le due non si prendevano troppo sul serio. Ora, il non prendersi sul serio è diventata la loro cifra, quindi una cosa seria.
Come una versione upgradeata all’era di TikTok delle Hole, le Wet Leg surfano sul confine labile della sessualità lesbo come strumento di emancipazione femminile ma anche di presa per il culo verso i maschi cis, com’è giusto che sia. Il topos del bagnato poi ricorre sempre nei loro testi e titoli, esattamente come il Moisturizer (tradotto, idratante) che esce proprio oggi, 11 luglio.
È difficile prevedere il futuro di queste due islanders con gli attributi. Ogni cosa che cacciano fuori è contagiosa, è un earworm che ti colonizza l’ipotalamo pur sapendo tu stesso che non è niente di nuovo quello che stai ascoltando. È shoegaze, new wave, motorik, ma con la malizia di chi è nato e cresciuto nel tardo capitalismo: un pessimo luogo e tempo in cui devi inventarti un personaggio, brandizzare la tua identità visiva e sonora per poter rimanere a galla. E loro, a quanto pare, ci stanno riuscendo dignitosamente.














