Le popstar che vogliono mollare il pop | Rolling Stone Italia
Cime tempestose

Le popstar che vogliono mollare il pop

Charli XCX, Ariana Grande e Selena Gomez non hanno più intenzione di dedicare tutta la vita alla musica. Che cosa sta succedendo? L’esempio di Rihanna

Le popstar che vogliono mollare il pop

Selena Gomez, Ariana Grande, Charli XCX

Foto press

A inizio dicembre Charli XCX ha aperto un profilo Substack. Non c’è niente di strano nel fatto che una pop star voglia articolare i propri pensieri in una newsletter, del resto la sua amica Lorde ha tenuto un diario dei tour per anni e questo ben prima del boom di Substack. Il punto è che i primi due post dell’inglese contengono riflessioni importanti sulla sua vita e in particolare su quel che prova riguardo all’essere una popstar oggi.

«Dopo Brat ho pensato che non sarei più stata in grado di fare musica», si legge in un suo scritto intitolato “Running on the spot in a dream” (correre sul posto in un sogno). «Quando l’ho detto, George (Daniel, il marito e membro dei 1975, ndr) mi ha detto: “Ok, ma ti senti sempre così, ci sentiamo tutti così”. Aveva ragione, è vero, ma era una sensazione più forte del solito, come se fossi stata investita da un camion e lasciata sul ciglio della strada a dissanguarmi».

Nello stesso post Charli ha ammesso una cosa che già sembrava evidente alla luce del numero di ruoli da attrice e di incarichi per la scrittura di colonne sonore che ha accettato tra un tour e l’altro: «Come alcuni di voi forse sanno, al momento mi sento più ispirata dal cinema che dalla musica». Ci sono ben nove film in uscita in cui recita. Il suo prossimo album è la colonna sonora dell’adattamento di Emerald Fennell di Cime tempestose, ma ha anche scritto canzoni originali per il film con Anne Hathaway Mother Mary. «Sembra proprio che la mia creatività si stia muovendo in direzione del cinema. Mi piace recitare, mi piace scrivere, mi piace guardare e soprattutto mi piace scoprire un nuovo mestiere».

Le sue parole sarebbero spiazzanti se non fosse che molte altre popstar più o meno della stessa età stanno dicendo cose simili. Nel corso dei press tour di Wicked, Ariana Grande ha spiegato che, pur non avendo alcuna intenzione di abbandonare la carriera nel pop, questa verrà ridimensionata in futuro. In un episodio di Good Hang with Amy Poehler, ha parlato del prossimo tour del 2026 definendolo «un’ultima grande festa».

«Pensare a questo piccolo tour mi emoziona, ma credo che non ricapiterà per molto, molto, molto, molto tempo», ha detto Grande. «E quindi metterò tutta me stessa e sarà bellissimo, e penso che è questo il motivo per cui lo sto facendo, perché è tipo un’ultima grande festa». La cantante ha spiegato con enfasi il piacere creativo derivante dalla recitazione. Essere stata scelta per Wicked l’ha quasi spinta ad abbandonare del tutto la musica. «Pensavo che non avrei più fatto dischi», ha detto in una puntata del podcast Shut Up Evan. «Era un po’ il mio segreto quando sono partita per Londra».

Selena Gomez ha espresso un disinteresse simile nel dare priorità alla carriera musicale. Lei e Grande hanno storie simili, sono diventate star da piccole e hanno bilanciato i due mondi prima di concentrarsi verso i 20 anni di età sulle carriere di cantanti pop di successo. Negli ultimi tempi, però, la Gomez ha ricevuto importanti riconoscimenti come attrice nella serie candidata agli Emmy Only Murders in the Building e nel film candidato all’Oscar Emilia Perez.

«La musica ha cominciato a piacermi parecchio e andare in tour era divertente, ma allo stesso tempo ero impegnata con le riprese del mio programma tv (Wizards of Waverly Place). Più invecchio, più penso che mi piacerebbe trovare qualcosa su cui soffermarmi», ha detto l’anno scorso. «Sento di avere ancora un album dentro di me, ma se fossi messa di fronte a una scelta, probabilmente opterei per la recitazione».

Persino le pop star che sono ancora dedite a far musica stanno ripensando le loro carriere. Dopo l’uscita di The Life of a Showgirl, Taylor Swift ha detto che non farà un altro tour tanto presto, specialmente dopo l’imponente Eras Tour. «Mi stanca anche solo il pensiero di rifarlo da capo, perché se lo rifacessi, vorrei farlo bene», ha detto a BBC Radio 1. Neanche Miley Cyrus ha il desiderio di tornare a girare il mondo facendo concerti. Il suo ultimo vero tour da headliner risale al 2014, a supporto di Bangerz. Da allora ha fatto un breve tour promozionale nel 2015 (per Dead Petz) e una serie di apparizioni ai festival, le ultime risalgono al 2022. A Good Morning America in estate ha parlato della scelta di non pianificare una tournée dopo i suoi ultimi album, sottolineando l’importanza del mantenere sobrietà ed equilibrio. «Potrei farlo, ma non ne ho il desiderio».

Una cosa è chiara: a forza di fare le popstar, le millennial si stanno bruciando. Del resto in questa fase la creatività è sempre meno ricompensata e i fan e il pubblico sono diventati esigenti e famelici quanto lo erano un tempo le etichette discografiche. Meglio fare affidamento sulla stabilità e sul lavoro di squadra di un set hollywoodiano o sul lancio di prodotti brandizzati.

Rihanna è stata una delle prime a defilarsi, anche se lo ha fatto senza grandi dichiarazioni. Sono passati quasi dieci anni da quando ha pubblicato un album o fatto un tour. Nel frattempo ha costruito un impero nella moda e nella cosmetica che è diventato la sua unica priorità e passione (sia Grande che Gomez hanno seguito la stessa strada coi loro brand personali che rappresentano una parte significativa dei loro introiti).

È difficile che le star sempre meno interessate al pop finiscano per sparire del tutto dalle classifiche o dalle scene come ha fatto finora Rihanna, ma sembrano logorate dalla necessità che viene loro imposta di mantenere un certo livello creativo e commerciale. Non c’è più gioia dell’essere una popstar, la stessa gioia – e la stessa tendenza a fare scelte distruttive – che ha invece spinto star delle generazioni precedenti come Madonna, Cyndi Lauper, Janet Jackson o Cher a restare in giro e continuare a fare musica ben oltre i 50 anni di età. Anche loro si sono divise tra canzoni, film e altro, ma i riconoscimenti, i ritmi di lavoro e la posta in gioco sono cambiati e forse sono arrivati a un livello insostenibile. Non è più possibile rischiare dal punto di vista creativo e la quantità conta più della qualità. Il lavoro di popstar è diventato più duro o il pop non riesci più a ispirare fino in fondo le nuove generazioni di cantanti?

Nel secondo numero della sua newsletter, Charli XCX ha spiegato che cosa significa essere una popstar. Limousine, glamour, moda e feste connesse allo status da celebrità si mescolano a certi «spazi liminali strani e senz’anima»: la sala dove si aspetta l’inizio di un evento, una green room priva di finestre, un viaggio in van che dura tutta la notte. Ma soprattutto, Charli sembra soffrire i limiti che derivano dall’essere percepita come una popstar, una gabbia costruita dalle conversazioni online e dai commenti social. È un peso che forse sta facendo sentire intrappolate lei e le sue colleghe più di quanto sia mai accaduto o sia stato espresso dalle star nel passato.

«Penso che, inconsciamente, le persone pensino che le donne devono essere in un certo modo e, una volta che dichiarano di essere in un certo modo, è meglio che non osino crescere o cambiare o trasformarsi in qualcosa d’altro». Alla fine, Charli spiega qual è il tipo di popstar che vorrebbe essere e che le manca. «Non m’importa se dicono la verità o mentono o interpretano un personaggio o mettono una maschera o inventano mondi. È questo il punto, è questo il dramma, è questo il divertimento, è questa la fantasia».

Da Rolling Stone US.