Le critiche a Bad Bunny per l’halftime show: «È woke, è contro Trump, canta in spagnolo, serviranno i sottotitoli» | Rolling Stone Italia
Polemiche

Le critiche a Bad Bunny per l’halftime show: «È woke, è contro Trump, canta in spagnolo, serviranno i sottotitoli»

Una parte della destra americana non vuole che il protagonista dell’intervallo del Super Bowl sia un artista che non canta in inglese e che non vuole esibirsi negli Stati Uniti per paura dei raid dell’ICE contro i suoi fan

Le critiche a Bad Bunny per l’halftime show: «È woke, è contro Trump, canta in spagnolo, serviranno i sottotitoli»

Bad Bunny

Foto: Apple Music

Molti commentatori della destra americana non hanno gradito, per così dire, l’annuncio che sarà Bad Bunny il protagonista dell’halftime show del 60esimo Super Bowl. È reduce da una trionfale residency a Porto Rico e il suo Debí tirar más fotos ha superato la soglia dei sette miliardi di stream solo su Spotify, primo album del 2025 a farlo. È in questo momento una delle grandi star mondiali ed è quindi naturale che sia stato scelto per l’intervallo dell’evento sportivo più importante negli Stati Uniti del 2026, che si terrà l’8 febbraio al Levi’s Stadium di Santa Clara, California. Non tutti però la pensano così.

Al centro delle critiche ci sono le posizioni politiche del cantante e le sue canzoni in lingua spagnola. Bad Bunny non è certo il primo artista latin ad animare l’halftime show. In passato ci sono state Jennifer Lopez, Shakira (che ha ospitato il portoricano sul palco del Super Bowl nel 2020) e Gloria Estefan, ma Bad Bunny è il primo il cui repertorio è sostanzialmente in spagnolo, lingua che ha voluto usare anche nel comunicato: «Ve y dile a tu abuela, que seremos el halftime show del Super Bowl» (di’ a nonna che faremo l’halftime show del Super Bowl).

È un traguardo storico: rivendicando le proprie radici e cantando in spagnolo, Bad Bunny è arrivato ad essere protagonista di una grande istituzione americana. Promettendo di portare in quello stadio «la mia gente, la mia cultura, la nostra storia» ha fatto incazzare la destra MAGA. Come ha scritto lo YouTuber Benny Johnson, «la NFL si sta autodistruggendo anno dopo anno. Un grande hater di Trump. Attivista anti-ICE. Nessuna canzone in inglese».

«Forse qualcuno dovrebbe far sapere alla NFL che lo spettatore medio dell’halftime show che sta a Des Moines non parla correntemente il reggaeton. Goditi lo spettacolo, America. Ma non chiedere i sottotitoli», ha scritto l’imprenditore e commentatore politico Mario Nawfal. Per il filmmaker Robby Starbuck «non è una scelta fatta per unire i tifosi di football o per consentire alla gente di godersi lo spettacolo. È stata una scelta pensata per dividere i tifosi e senza dubbio Bad Bunny troverà il modo di lanciare un messaggio woke».

Bad Bunny viene criticato tra le altre cose anche per avere deciso di non fare un tour negli Stati Uniti per tutelare i suoi fan. «Ai miei concerti avrebbe potuto esserci quella cazzo di ICE», ha detto riferendosi all’agenzia federale statunitense che sta arrestando ed espellendo immigrati irregolari. «È una cosa di cui abbiamo discusso e che ha destato grande preoccupazione».

Secondo una teoria, sarebbe tutto un complotto ordito da Barack Obama. Da anni ormai l’halftime show è affidato dalla NFL alla Roc Nation di Jay-Z. Essendo Obama amico del rapper, la scelta di Bad Bunny farebbe parte di una più ampia agenda che mira a influenzare il pubblico americano. Per non dire di chi considera il cantante portoricano «un marxista demoniaco cui è stato concesso il palco più grande di fronte al pubblico più grande nel bel mezzo di un revival cristiano».

Da parte sua, Bad Bunny ha detto ad Apple Music di essere entusiasta non solo per se stesso, ma anche «per i miei amici, la mia famiglia, Porto Rico, i latinoamericani nel mondo, la mia cultura. Ogni cosa che faccio, la faccio con uno scopo preciso e, naturalmente, ovunque vada, rappresento  il mio Paese e la mia musica». Sta ancora decidendo cosa farà di preciso al Super Bowl, ma sicuramente porterà «la nostra musica, la nostra cultura». Quando Jay-Z lo ha chiamato per comunicargli la scelta, «mi stavo allenando. Dopo la telefonata ho fatto un centinaio di trazioni».

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