Il maiale dei Pink Floyd è diventato un simbolo di resistenza in Cile | Rolling Stone Italia
Pigs on the Wing

Il maiale dei Pink Floyd è diventato un simbolo di resistenza in Cile

C’entrano il regime di Pinochet, un concerto di Roger Waters, un medico, un esemplare del gonfiabile e una donna che vuole farlo volare sopra la Battersea Power Station. La storia nel documentario ‘Returning Algie’

Il maiale dei Pink Floyd è diventato un simbolo di resistenza in Cile

Panchi Sepúlveda e il figlio di fronte al maiale di Roger Waters

Foto: returningalgie.com

Loro la definiscono più o meno un’odissea matta legata ai Pink Floyd e nata ai confini del mondo, ma forse è solo la dimostrazione d’un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti da decenni. Mentre in Europa e negli Stati Uniti il rock s’istituzionalizzava e diventava sempre meno ostile al potere, men che meno pericoloso, altrove continuava a essere un segno di discontinuità politica, un marchio di diversità, un appello alla resistenza. Avete presente Václav Havel e gli oppositori al regime cecoslovacco che ascoltano clandestinamente i Velvet Underground? Oppure le cassettine dei Rolling Stones che in Polonia giravano tra gli esponenti di Solidarność? Ecco, è questa roba qua. È The Wall censurato in Argentina dal regime militare e Roger Waters che torna in conceerto nel Paese e rilancia lo slogan “nunca más”. È Bruce Springsteen che si esibisce a Berlino Est nel 1988 accolto da decine di migliaia di ragazzi con una voglia di libertà che noi, da quest’altra parte della cortina di ferro, davamo per scontata.

Ora i creatori di un documentario mirano a raccontare una storia simile, anche se decisamente più piccola e con un finale ad effetto. Al centro c’è un esemplare di Algie, il maiale che i Pink Floyd e i tipi della Hipgnosis fecero volare sopra la Battersea Power Station di Londra per scattare la foto di copertina di Animals del 1977. L’idea era di Roger Waters. Dopo un gran lavoro durato tre giorni per ottenere la foto perfetta, la copertina fu realizzata sovrapponendo un’immagine del maiale scattata il terzo giorno con una foto della centrale fatta il primo. Il punto è che con gli anni Algie è diventato un simbolo politico. Non è successo solo per via del concept di Animals ispirato a Orwell, dove il maiale rappresenta la classe sociale ricca e predatoria, o perché nell’immaginario rock e non solo il maiale identifica da sempre il nemico, ma anche perché varie versioni gonfiabili hanno volato per anni sopra le teste degli spettatori nei concerti dei Pink Floyd e in quelli solisti di Roger Waters con su scritto messaggi politici e libertari a volte al contrario, da “Togheter we stand, divided we fall” a “Fuck the poor” (lo si vede anche, per la cronaca, nel film di Alfonso Cuarón I figli degli uomini).

Ai tempi di Animals i Pink Floyd portavano in giro una famiglia di maiali gonfiabili, un maschio, una femmina e due maialini. Ne gonfiavano uno e gli davano fuoco e quindi dovevano cambiarlo a ogni concerto. Negli spettacoli di The Wall l’aspetto del maiale era più aggressivo, nero e col simbolo fascistoide dei martelli incrociati. Quando i Floyd senza Waters l’hanno usato ai tempi di A Momentary Lapse of Reason gli hanno aggiunto un paio di grosse palle, presumibilmente per distinguerlo da quello dell’ex ed evitare rogne legali. Nei tour solisti, Waters ha usato il maiale-drone come “tela” su cui scrivere slogan da far passare sopra la testa degli spettatori. Qualcuno lo ha lasciato volare liberamente nei cieli nei concerti all’aperto. Gli organizzatori del Coachella hanno dovuto sborsare 10 mila dollari per i danni causati dai frammenti che, una volta ricaduti a terra, hanno intasato scarichi e filtri delle piscine. L’anno scorso ne ha fatto gonfiare uno azzurro nei pressi del Big Ben e di Westminster con su scritto il messaggio relativo a Gaza: “Smettete di uccidere i miei fratelli e le mie sorelle. Con amore, R”.

DOCUMENTAL ESTADIO NACIONAL 1/10

Nel marzo 2007 Waters ha portato il tour di The Dark Side of the Moon all’Estadio Nacional di Santiago, in Cile. Non stava bene ed è ricorso alle cure di un medico chiamato Pablo López. Questi gli ha raccontato che il padre era stato torturato dal regime di Pinochet proprio nello stadio dove si sarebbe esibito. È una pagina tremenda della storia del Paese: per settimane nel 1973 l’Estadio Nacional è stato usato come campo di concentramento, migliaia di persone sono state torturate, decine uccise.

Colpito dalla storia, Waters ha deciso di donare a López uno dei maiali gonfiabili, che è stato recapitato al medico alla fine del tour ed è stato usato a una commemorazione di tre professori cileni uccisi ai tempi di Pinochet. Quell’esemplare di Algie è stato poi dato a un certo Carlos affinché lo custodisse, il quale ha raccontato la storia a un’amica, una certa Panchi Sepúlveda, durante un viaggio in auto che hanno fatto ascoltando The Dark Side of the Moon.

«È stato come se una bomba mi fosse esplosa in testa», racconta oggi Sepúlveda al mensile Uncut. «Mi sono detta che dovevamo assolutamente riportare Algie a Londra e farci un film». Il documentario, da completare, si intitola Returning Algie e mira a raccontare l’importanza della musica durante il regime di Pinochet, oltre a documentare il ritorno (così sperano gli autori) di Algie nel cielo londinese.

È una storia politica e rock. Dopo il blackout culturale causato dal colpo di Stato dell’11 settembre 1973 certa musica ha continuato a diffondersi in Cile, ma in modo clandestino. «Era il nostro segreto», dice Sepúlveda. «I Floyd, i Genesis, i Crimson, gli Yes sono stati la colonna sonora di questa generazione». Tra i dischi che circolavano sotto la dittatura, che è durata fino al 1988, c’era Animals, che la donna ha potuto ascoltare nel 1978 su una cassetta portata di nascosto dal fratello dalla Colombia. L’allegoria orwelliana raccontata nel disco «rifletteva in modo pressoché perfetto la società cilena sotto Pinochet. I maiali erano la giunta militare, l’apparato segreto erano i cani, la popolazione che viveva nel terrore le pecore». In quel clima di controllo sociale soffocante, la musica dei Pink Floyd rappresentava «un atto di resistenza silenziosa».

Roger Waters - Pigs (Three Different Ones) (Live)

E così il maiale donato da Waters è diventato la rappresentazione del potere che la musica ha di opporsi all’autoritarismo. Il film per il quale Sepúlveda sta cercando fondi e l’appoggio di Waters, che per ora non ha dato segni di vita (sul sito di Returning Algie c’è anche un appello a Dave Grohl), racconta non solo la storia del maiale originale dalla viva voce dell’olandese che lo ha disegnato, Theo Botschuijver, ma anche episodi della resistenza cilena e di chi è sparito nel nulla, inghiottito dalla violenza del regime. Il lieto fine è il volo che si spera Algie possa fare a Londra l’anno prossimo. «Il maiale» dice la donna ad Uncut «non è più simbolo d’oppressione, ma ci permette di portare un messaggio di empatia e resistenza».

Gli ideatori del documentario aspettano una risposta da Roger Waters, che conosce benissimo la storia del Paese, ha interpretato un pezzo del cantautore vittima del regime Víctor Jara e una volta ha ricevuto dal Cile una piccola riproduzione in porcellana del maiale, con tanto di scritte in spagnolo. «È sulla mensola del camino, a casa mia. La custodisco gelosamente».

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