Il grande bagliore: Johnny Cash racconta la sua esperienza pre-morte | Rolling Stone Italia
«Lo stiamo perdendo»

Il grande bagliore: Johnny Cash racconta la sua esperienza pre-morte

In un estratto dall’autobiografia, che viene ristampata oggi in italiano, l’Uomo in Nero scrive di alcolismo, suicidio, incidenti e della volta in cui è stato vicino alla fine

Il grande bagliore: Johnny Cash racconta la sua esperienza pre-morte

Johnny Cash (1932-2003)

Foto: CBS Photo Archive/Getty Images

Stamattina ci è arrivata una notizia terribile. La figlia di un nostro amico, a soli ventisei anni, è ricaduta nell’alcolismo dopo un periodo di sobrietà di tre mesi e si è sparata di fronte al marito e ai suoi figli.

Non riesco a spiegarvi come mi sento in questo momento. Forse solo chi tra voi ha sofferto di dipendenze o è stato un alcolista può capire veramente cosa provo. La tragedia va al di là dell’atto estremo che ha commesso contro di sé e contro i suoi cari. Il fatto più sconvolgente è quella malattia, l’alcolismo: alla fine ha avuto la meglio non solo su di lei, ma su tutta la sua famiglia. Ha sconfitto suo padre, che ci è passato ma ne è uscito in tempo, e i suoi figli, che non hanno nessuna colpa. Ha avuto la meglio anche su di me, riportando in vita i fantasmi del passato e il ricordo di tanti amici e conoscenti uccisi dalle droghe e dall’alcol. Ho sentito il bisogno di chiamare tutti i miei figli, dopo quella notizia, per accertarmi che stessero bene.

Non ho mai considerato seriamente l’idea di togliermi la vita. È vero, come vi ho raccontato, che mi sono addentrato nella caverna di Nickajack con quell’intenzione, ma non era un vero e proprio tentativo di suicidio, e Dio non mi ha permesso di farla franca tanto facilmente.

Ci sono state però parecchie occasioni in cui sono arrivato vicino alla morte. È successo molte volte, specialmente quando abusavo di psicofarmaci, più di quanto mi possa ricordare. Mentre strisciavo fuori dalle carcasse delle innumerevoli macchine che avevo distrutto, sapevo bene che l’avevo scampata per un soffio, ma in molte altre situazioni sono arrivato al punto che sarebbe bastato qualche milligrammo di sostanze in più a decidere il mio destino.

Solo una volta ho vissuto consapevolmente un’esperienza di pre-morte. Dopo il mio intervento di bypass al cuore, nel 1988, ho avuto una forte crisi respiratoria. C’è stato un momento in cui ho capito che non avrei più avuto la forza di respirare e sono scivolato in uno stato di incoscienza. Sentivo i dottori intorno a me che urlavano: «Lo stiamo perdendo, presto, intubiamolo!» ma alla fine anche le loro voci scomparvero, e mi ritrovai al buio, pervaso da una sensazione di pace e calma.

All’improvviso ho visto una luce sempre più forte, che sembrava quasi avvolgermi. Più che una luce mi sembrava di entrare nella fonte stessa che la irradiava, circondato da un bagliore che si faceva sempre più forte e che emanava una sensazione di calma e calore. Mi sentivo trasportare verso il centro di quel bagliore, ed era una delle emozioni più intense che avessi mai provato in vita mia. Ero felice, finalmente, non mi ero mai sentito così bene.

Poi, un istante più tardi, quella sensazione svanì completamente. Aprii gli occhi e vidi di nuovo i dottori intorno a me. Non ci potevo credere. Fui quasi sopraffatto dal dolore, e iniziai a piangere di rabbia. Quando mi ripresi avrei voluto dire a quei dottori che volevo tornare indietro, a quella sensazione di pace, ma mi avevano ficcato un tubo in gola e quindi mi arresi.

Alla fine, dopo qualche minuto, fui contento di essere ancora vivo. Ero tornato di nuovo in me.
Non dimenticherò mai quella luce, però, e quell’esperienza mi ha profondamente cambiato. Mentre ero ancora in ospedale, ogni volta che i miei figli mi venivano a trovare provavo una fortissima sensazione di gioia mista a malinconia, e non riuscivo a trattenere le lacrime. Ogni volta che un amico veniva a trovarmi scoppiavo a piangere. Alla fine la gente si abituò alla mia ipersensibilità. Mi sorridevano e pensavano: ci risiamo, eccolo che piange di nuovo.

Non sono più così emotivo, ma mi capita di commuovermi più spesso rispetto al passato. Mi basta stringere tra le braccia uno dei miei nipoti o vedere il sorriso sul volto di un atleta che ha appena vinto per commuovermi come mai mi era capitato prima. La vita ultimamente si è fatta densa di emozioni.

Tratto da Johnny Cash. L’autobiografia (Baldini+Castoldi, collana I Fenicotteri, 348 pagine, 20 euro).

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