I CCCP sono davvero tornati: «Non doveva accadere e invece è successo» | Rolling Stone Italia
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I CCCP sono davvero tornati: «Non doveva accadere e invece è successo»

Sì, la “cellula dormiente” si è risvegliata completamente: il disco live, il tour italiano, le date sold out a Berlino. Ferretti: «Quel che è successo smentisce tutto quello che ho detto negli ultimi dieci anni»

I CCCP sono davvero tornati: «Non doveva accadere e invece è successo»

CCCP

Foto: Daniela Ferretti

Ormai non ci sono più dubbi sul fatto che i CCCP siano tornati per rimanere, quindi partiamo dalle notizie: hanno in programma un nuovo tour di concerti in estate che verrà lanciato a breve, hanno presentato in mattinata al Circolo ARCI Pigal di Reggio Emilia un nuovo disco – che in realtà è la registrazione del loro primo concerto del 1983 – hanno dovuto allungare le date della mostra Felicitazioni! allestita nei Chiostri di San Pietro e hanno spiegato come si preparano per le tre date sold out di sabato 24, domenica 25 e lunedì 26 febbraio all’Astra Kulturhaus di Berlino, dove andrà in scena CCCP in DDDR, lo spettacolo che unirà punk filosovietico e musica melodica emiliana «nel cuore della Repubblica Smantellata di Germania Est».

Non male per una “cellula dormiente” che si è risvegliata e in un anno sembra più attiva di tante realtà che non si erano mai messe in sonno. «Sono emozionata» ha esordito Annarella, la “benemerita soubrette”, nell’introdurre questa ritrovata vitalità della band. E anche Giovanni Lindo Ferretti sembrava incredulo, benché rassegnato, nel constatare che non poteva fare altrimenti: «Non poteva accadere e non doveva accadere e invece è successo». Ma andiamo per ordine.

Intanto i quattro CCCP hanno spiegato il “miracolo” del nastro prima perso, poi ritrovato, in seguito esposto nella mostra perché considerato irrecuperabile e che invece è stato digitalizzato e rimasterizzato e che adesso si chiama Altro che nuovo nuovo e uscirà il 23 febbraio. «Siamo ancora nella palestra della Galileo, dove tenemmo quel primo concerto, che è a poche centinaia di metri da qui », ha spiegato Massimo Zamboni , «e ricordo che il presidente del Circolo, al primo live, ci disse: “Chi suona alla Galileo diventa famoso”. Ci hanno suonato anche Pierangelo Bertoli e il Gran Pavese (Syusy Blady e Mario Sucich, nda). È stato in qualche modo profetico».

Ha poi spiegato come sono riusciti a recuperare la registrazione: «Una storia da romanzo. Lo avevamo mandato a una ditta specializzata, ma sembrava non ci fosse niente da fare. Poi grazie a Universal ci hanno dato un’altra dritta ed è successo un piccolo miracolo e ce lo hanno restituito in modo integrale. C’erano due canzoni che non sono mai finite nei nostri album e non sappiamo perché. Quest’anno sembra che tutto sia caratterizzato dalla capacità di marketing, ma in realtà è stato tutto frutto del caso».

 

La conferenza stampa di questa mattina è stata anche l’occasione per ribadire lo stupore dei ritrovati CCCP per un anno così ricco di ritorni e ripartenze: «È una situazione imbarazzante, ma piacevole, perché ha travolto la mia vita e smentisce tutto quello che ho detto negli ultimi dieci anni», ha premesso Giovanni Lindo Ferretti. «Del tour avevo garantito alle persone a cui voglio più bene che non sarebbe successo e invece è successo, adesso presento un disco che mi sono rifiutato di ascoltare. Però la reazione del nostro pubblico mi ha convinto ad accettare. Per una ragione che non mi appartiene, ma che non posso non valutare. E poi è bastato ritrovare la fedeltà a noi quattro e la linea si è ricreata. La storia dei CCCP è la storia di un palco, non di una discografia».

Così ha citato chi li ha convinti a registrare il primo album: «Quando tutti volevano fare un disco noi volevamo solo i concerti e il primo si deve all’Attack Punk Records che alla fine dei nostri live ci diceva che era ora di farlo. Allora Jumpy Velena (oggi Helena Velena, nda) è stata lungimirante». E ancora, Ferretti ha spiegato perché a un certo punto qualcosa si è rotto: «I CCCP sono nati perché io e Zamboni ci siamo conosciuti e ho iniziato a parlargli talmente tanto che, dopo anni, l’ho mandato a cagare perché non sapevo più cosa dirgli». Passato un po’ di tempo, però, qualcosa è cambiato e il manager, Luca Zanotti, oltre al disco ha confermato e annunciato il tour: «È confermato e a breve comunicheremo le date».

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