Grazie Harry Styles, grazie Fernanda Number Six | Rolling Stone Italia
Hunger Games a Reggio Emilia

Grazie Harry Styles, grazie Fernanda Number Six

Le accampate davanti al Campovolo, i loro appelli, le loro regole sono diventate un grande spettacolo social. “Treat people with kindness”, ma se salti la fila ti ammazzo

Grazie Harry Styles, grazie Fernanda Number Six

No, Harry Styles non deve rispettare le regole della fila

Foto: Dave J Hogan/Getty Images

Grazie, Harry Styles. Prima ancora di salire sul palco del Campovolo hai regalato senza saperlo al mondo di Twitter un nuovo intrattenimento: il commento divertito-sbalordito-ironico sulle file che si sono create da suppergiù una settimana di fronte all’area dei concerti.

Digitate l’hashtag #Campovolo a vostro rischio e pericolo. Sarete risucchiati in una realtà alternativa fatta di appelli che neanche in un centro addestramento reclute, ragazze chiamate Fernanda Number Six, corse verso il palco tipo Black Friday a Londra, Boulevard e promesse di cazzotti. Se invece non avete tempo di capire il macello che s’è creato, ecco un piccolo vademecum.

La fila

È la madre di tutte le controversie, è gioia e dolore e follia, è la matrice. Ai concerti di Bruce Springsteen (e non solo) le organizzano da anni, ma i fan di Harry Styles e gli under qualcosa l’hanno scoperta solo adesso in un misto di sgomento e divertimento. In breve: l’ingresso dei fan più accaniti, quelli che si presentano ai cancelli molto prima per essere sicuri di finire sotto il palco, è regolato da una cricca di volenterosi. A chi arriva viene assegnato un numero progressivo, come alle Poste, con tanto di bracciale e iscrizione a gruppo WhatsApp. Al momento giusto, i fan che hanno partecipato al meccanismo potranno entrare prima degli altri. Per alcuni è un bell’esempio di autoregolamentazione che è giusto premi spirito e perseveranza di chi s’è messo in fila con giorni di anticipo. Per altri è un sistema paramilitare che non dovrebbe assicurare alcunché. E sì, gli animi sono calducci.

Leggendaria quanto le immagini scattate da Robert Capa al D-Day è la foto del tabellone bilingue che spiega le regole della fila, in pratica è Hunger Games a Reggio Emilia. Restare fermi per giorni è impossibile, andare e tornare si può, del resto ci sono hotel e campeggi attrezzati, purché ci si presenti agli appelli, momenti amati e temuti che prendono il nome sinistro di Checkpoints, come nella Berlino divisa dal Muro. Erano previsti appelli alle ore 9, 14, 19 e 23. Se ne saltavi due eri kaput. “La notte è obbligatoria”. Inutile presentarsi in after: da mezzanotte alle 7 del mattino non venivano distribuiti numeri.

Fernanda Number Six

Fernanda Number Six è l’anti-eroina del Campovolo e simbolo suo malgrado della follia che sta accadendo. Colpa di un servizio del TG1 in cui la sventurata viene chiamata col megafono durante un appello. Non «Fernanda numero sei», ma «Fernanda Number Six». Ed è subito meme. Da quel momento incarna sia le ragazze in fila che i malpensanti sono convinti non si lavano da una settimana, sia la vittima del sistema degli appelli, all’occorrenza è anche killer violenta che ammazza le rivali che tentano di superarla. Erika Number Ten viene chiamata all’appello nello stesso servizio del tg e nell’immaginario campovoliano è la inseparabile compagna di merende di Fernanda. Non è dato sapere se nella vita reale le due si conoscano, ma la cosa non ha alcuna importanza: negli Hunger Games targati RE il confine tra realtà e fantasia è labile.

«Andate a lavorare»

Evidentemente il governissimo Meloni ha instillato nella popolazione giovane e impressionabile l’insopprimibile voglia d’incrementare la produttività. Non si spiega altrimenti perché le ragazze presumibilmente in vacanza che stazionano di fronte al Campovolo in attesa della grande corsa verso il palco siano apostrofate regolarmente con un «trovatevi un lavoro» o in alternativa «andate a lavorare». C’è chi va di persona a urlarlo alle campeggiatrici, non è dato sapere se egli stesso debba trovarsi un impiego. Variante che pare vada parecchio è il cortese invito «andate a casa», come i leghisti agli extracomunitari indesiderati. Tale è la, ehm, passione per questa vicenda che molti s’accalorano e prendono a male parole le accampate. Altri invece, forse laureandi in Giurisprudenza, citano la legge regionale n. 16 del 2004 che impedisce il campeggio libero e invocano lo sgombero immediato delle accampate numerate appellate.

Il Boulevard

È il Purgatorio delle Fernande Number Six, un passo oltre l’Inferno delle tende, porta d’ingresso al Paradiso del sottopalco. Il grande piano, con la complicità delle cosiddette “guardie”, prevede che chi ha risposto agli appelli venga spostato prima dell’apertura dei cancelli nel Boulevard, luogo ambito e mitico. Scopo: restare sempre uno step avanti a imbucati e parvenu che non si sono sottoposti alla tortura degli appelli e quindi hanno meno diritti. L’arrivo delle “guardie” che aprono gli accessi al Boulevard è un po’ liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa e un po’ «ok, passa» del buttafuori del Berghain. Gli appassionati della vicenda si sono divisi nelle scorse ore tra chi pensava che gli addetti alla sicurezza (le suddette “guardie”), sapendo come funzionano le file autogestite, avrebbero aiutato Fernanda Number Six ed Erika Number Ten a passare al Boulevard e chi invece lo credeva inverosimile e le canzonava. Molti sono persuasi che il Boulevard e poi il pit non profumino di fresco.

TPWK e 1RZ

Il primo è l’acronimo di “treat people with kindness”, uno dei singoli di Fine Line. È una regola d’oro finché non si paventa l’incubo peggiore di chi risponde agli appelli delle kapò per una settimana: farsi superare in dirittura d’arrivo da qualcuno arrivato dopo di te che non ha vissuto gli Hunger Games. Ed ecco che spunta il leggendario e pluricondiviso vocale d’una distintissima fan di Styles nota come 1RZ che promette: «se provate a superare vi arriva un cazzotto» e «vi vengo a cercare sotto casa dovunque cazzo voi abitate». Perché «TPWK, ma finché te la meriti sinceramente, ecchecazzo». Gli appassionati della soap di Reggio Emilia si dividono in due, di nuovo: chi pensa che 1RZ, Fernanda Number Six ed Erika Number Ten correranno indisturbate fin sotto il palco e chi sogna di arrivare sabato mattina e con scatto da centometriste superarle. E magari salutarle tanto, come fa Gassman nel Sorpasso.

Un triste epilogo

Dopo che Fernanda è diventata il simbolo della battaglia, pochi minuti fa, su Twitter, qualcuno la spara: la nostra paladina non è stata fatta entrare a Campovolo perché in possesso di un biglietto falso. Non siamo sicuri della fonte, ma solo al pensiero ci si spezza il cuore. Dateci più notizie di questo strano concetto chiamato Metaverso.

Altre notizie su:  harry styles