Rolling Stone Italia

Fotostoria di ‘Il viaggio’, il disco “italiano” di Melanie De Biasio

La musicista belga ha pubblicato oggi un album ispirato a un viaggio in Abruzzo alla riscoperta delle sue radici. Le abbiamo chiesto di tirare fuori i rullini (sì, i rullini) con le immagini di quei giorni e di raccontarcele

Foto: Maël G. Lagadec

Riconnettersi con le proprie radici. Mossa da questo desiderio, la cantautrice belga Melanie De Biasio si è messa in viaggio. Destinazione Italia, da dove emigrarono uomini e donne diretti alle miniere belghe. Ha soggiornato a Lettomanoppello, in Abruzzo, esplorando il paese ed entrando in contatto coi suoi abitanti, registrandone le attività quotidiane, facendoli parlare.

Il risultato è un album suggestivo diviso in due dischi intitolato Il viaggio dove per la prima volta canta, in alcune tracce, in italiano, la lingua della sua famiglia di origine. «Spero che vi porti altrove, in un luogo che non visitate spesso, ma che vi appartenga davvero. Spero vi aiuti a trovare il luogo dove la pietra canta».

Le abbiamo chiesto di tirare fuori i rullini (sì, i rullini) con le immagini di quei giorni e di raccontarcele.

La copertina dell’album

L’ho scattata con una vecchia Rolleiflex anni ’20. È la prima stampa a colori che ho fatto una volta arrivata a Lettomanoppello, in Abruzzo, e ha ispirato il processo del disco. Il risultato è magico, sembra un dipinto, ma è una foto. Nessun filtro è stato aggiunto in post-produzione.

Lay Your Ear to the Rail, dal Disco 1

Stessa pellicola. La magia sta nel fatto che ho utilizzato rullini risalenti agli anni ’70 scaduti ormai da anni. Ho corso il rischio, il risultato era imprevedibile. I colori sono magici. Niente filtri in post-produzione.

The Chaos Azure, dal Disco 2

Stesso rullino scaduto. La foto riflette il suono di questo secondo pezzo, un incontro tra luce e naturalezza dolce e caotica.

Un vicolo di Lettomanoppello

Mi piaceva la strada del paese, il suono dei passi, i profumi provenienti dalle cucine, le persiane chiuse, l’intimità che s’intravvedeva…

Artigiani della pietra

Ho incontrato questo giovane scultore della pietra. Sapete che scelgono il materiale su cui lavorare in base al suono che fa quando ci batti sopra? In base al suono che produce, decidono se la pietra è adatta ad essere lavorata oppure no.

Ciccopeppe, la voce piena di sapore

Ho incontrato Ciccopeppe nel laboratorio dello scultore dove stavo registrando il suono delle pietre e delle macchine. Era un giorno ventoso e un uomo m’ha aiutata a reggere un ombrello per riparare il microfono dal vento. Non appena ho sentito la sua voce ho capito che era esattamente quel che cercavo. Dentro ci potevi sentire la storia dell’interna umanità. È la voce di Ciccopeppe che apre il disco nella traccia numero uno, Lay Your Ear to the Rail.

Melanie in azione

Questa foto l’ha scattata uno degli scultori. Grazie, Armando. È la sola fotografia che possiedo in cui mi si vede in azione. Portavo sempre con me Rolleiflex e microfono per ascoltare la natura, le risonanze…

La Traccia @ Lettomanoppello

Adoro questa foto… quasi… rivelata. 

Il barista di Lettomanoppello

Mi è piaciuto passare la macchina fotografica agli abitanti del paese in modo che anche loro potessero scattare foto. L’oggetto ha attirato la loro curiosità e ho lasciato che ci giocassero. Il barista s’è divertito un sacco!

La scrivania di Nadia

Mi è piaciuto usarla per scrivere. L’appartamento di Nadia era spazioso, ma ho voluto scegliere questa piccola stanza, con questa piccola scrivania, per raccogliere le idee. La camera aveva una gran vista, non avevo bisogno d’altro. 

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