I fan hanno aspettato FKA Twigs per sei anni. In quel periodo la cantante, ballerina, attrice e artista visionaria ha affrontato molte sfide complicate sia personali che professionali, e ne è uscita più forte. Il risultato è Eusexua. La parola che dà il titolo del suo terzo album in studio, che ha un sound al tempo stesso sintetico e caldo, non c’è nel dizionario, ma anche se non si riesce a darne una definizione se ne coglie comunque il significato.
«È un sentimento puro tipico dell’essere umano, uno stato costante di tutto e niente allo stesso tempo», dice Twigs, che per spiegarsi parla di infanzia. «Crescendo, ci facciamo appesantire da preoccupazioni, responsabilità dell’età adulta, telefoni, e-mail, lavoro e pubblicità. Tutte cose che ci consumano e ci fanno sentire insicuri e a disagio. Eusexua rappresenta una pausa da tutto questo. È una boccata d’aria fresca».
Si può dire lo stesso di Twigs in questa fase della sua carriera. Da tempo considerata una delle migliori alchimiste del pop (ha collaborato con tutti, da The Weeknd a Skrillex, fino a North West), ha creato Eusexua dopo un periodo particolarmente buio, segnato anche da una relazione abusiva. Nel 2020, Twigs ha fatto causa all’ex Shia LaBeouf per violenza sessuale, aggressione e inflizione di stress emotivo (i due hanno raggiunto un accordo riservato all’inizio di quest’anno). Ha trovato la salvezza su una pista da ballo a Praga.
«Ero stata stressata per tantissimo tempo, avevo vissuto tante cose e lì ho avuto un momento in cui nulla di tutto questo mi pesava più», racconta Twigs, che è anche attiva nel sostegno alle persone sopravvissute ad abusi e alla comunità LGBTQ+. «Ho capito che potevo tornare alla me stessa più pura, ovvero chi sono io nel profondo. Potevo raggiungere quella versione di me desiderosa di guidarmi».
Nonostante il titolo dell’album e le coreografie erotiche e contorte che lei e i suoi ballerini hanno portato in scena durante l’Eusexua Tour, Twigs dice che le sue espressioni di sessualità sono piene di sfumature e tutt’altro che scontate. A sentirla parlare, i sentimenti arrivano a ondate: «A volte sento di essere in contatto con la mia sensualità e sessualità, altre volte per niente. A volte è ovvia, altre volte è giocosa, curiosa, vulnerabile. E a volte non mi sento affatto sessuale».
Questa sensibilità è bilanciata da una forza interiore che ritroviamo soprattutto nella FKA performer. Per il ruolo nel suo ultimo film, quello della Vergine Maria nell’horror biblico The Carpenter’s Son, ha attinto proprio a questa dimensione della sua arte. «La pace di Maria, quella che vediamo così spesso nei dipinti e nelle scritture, per me nasceva dalla forza, dalla consapevolezza e dalla tenacia che le servivano per crescere l’uomo che avrebbe salvato il mondo. È una quantità incredibile di pressione e responsabilità. Doveva avere un carattere forte, anche se non parlava molto. Nel film ho scelto con attenzione i momenti in cui mostrare la mia forza».
Ora che il tour è finito, il film è uscito nei cinema e Eusexua è in corsa per un Grammy nella categoria Best Dance/Electronic Album, Twigs si gode la piacevolezza della sensazione, l’afterglow, parola che compare nel sequel del disco che ha da poco pubblicato, Eusexua: Afterglow. «Cambio molto come persona», racconta. «Ho una curiosità inesauribile. A volte starmi dietro è estenuante persino per me».













