Sono come tanti americani disgustata da quel che sta accadendo, amici e vicini di casa vengono prelevati dai loro posti di lavoro o persino dalle feste di fine anno delle scuole elementari. È tremendo. Come ogni cittadino, sto cercando di capire che fare. Mi sono detta: ho dei follower, posso avviare una raccolta fondi. Nell’arco di 48 ore abbiamo raccolto più di 20 mila dollari per Chirla, la Coalition for Humane Immigrant Rights. Fanno un lavoro straordinario, forniscono tra le altre cose consulenza legale a chi è stato preso di mira e detenuto ingiustamente. So che tanta gente si domanda: cosa posso fare per dare una mano? Si può anche solo spargere la voce tra gli amici: guarda, qui c’è un’organizzazione a cui puoi donare 5 o 10 dollari. Se lo facessimo in 100 mila, si potrebbe aiutare un sacco di gente.
State uniti
Ho un figlio di 11 anni che è preoccupato per i suoi compagni di classe e le loro famiglie. Voleva protestare, ma l’idea di portarlo alle manifestazioni a downtown Los Angeles non mi piaceva per via del dispiegamento delle forze di polizia. Ho cercato su Internet le parole “Pasadena”, dove vivo, e “ICE” (la United States Immigration and Customs Enforcement). Mi è apparso un post in cui si diceva che gli agenti dell’ICE alloggiavano in un hotel non lontano da qui. Ci siamo andati. All’inizio eravamo in 15 persone, poi è arrivata sempre più gente. Ho pubblicato una foto specificando che si trattava di una protesta adatta alle famiglie e alle persone disabili, sono infatti convinta che sia importante che anche chi ha malattie croniche o bambini piccoli possa manifestare. È uno dei messaggi che sto cercando di diffondere: tutti possono partecipare alla lotta contro il fascismo. Questa è un’emergenza, abbiamo bisogno che tutti facciano qualcosa, a ogni livello
Usate la creatività
Quando protesti per strada, la gente passa in auto e suona il clacson. È una tradizione di lunga data ed è bello vedere intere famiglie che ti salutano e ti incoraggiano dai finestrini delle macchine. C’era gente che girava attorno all’isolato sventolando bandiere messicane. Anche solo vedere che mio figlio ha compreso cos’è lo spirito di comunità, tipo «stiamo tutti lottando assieme, non dobbiamo essere incazzati da soli», m’ha fatto sentire meglio. E c’è un’altra cosa. La manifestazione e il clacson agli automobilisti ha disturbato a tal punto gli ospiti dell’hotel che la direzione ha dovuto mandare via gli agenti dell’ICE che alloggiavano lì. Nessuno vuol stare in una stanza d’albergo e sentire per dieci ore grida e clacson.
Riscoprite l’analogico
Internet è uno strumento formidabile, ma è soggetto a censura. Nei prossimi giorni, settimane e mesi la comunicazione nella vita reale diventerà sempre più importante. Sei un graphic designer? Puoi fare dei volantini? Puoi affiggerli in giro? Mi ricorda gli anni ’90, l’era prima dei computer, quando per comunicare usavamo le fanzine. Ho insegnato a mia madre, che ha 75 anni, come usare Substack e l’ho iscritta a “Chop Wood, Carry Water”, che è la newsletter dell’attivista Jess Craven con elenca le cose che puoi fare. Mia madre è anziana, ma può fare telefonate agli uffici dei rappresentanti politici. Ha senso fare qualcosa, qualunque cosa, al posto di stare a casa arrabbiati.
Non fate i poliziotti
C’è una questione sicurezza. Una cosa a cui la gente non pensa è che chi si espone, specialmente se si tratta di donne e di persone di colore, riceve minacce, viene stalkerato, deve investire un sacco di soldi, tempo e fatica per sentirsi al sicuro. È un lavoro extra che molti uomini bianchi etero non devono fare. Sono cose che conosci benissimo se sei trans o gay e sei sotto i riflettori, quindi non conoscendone la storia personale non critico nessuno perché non prende posizione. Però plaudo chi può e vuole farlo. Voglio dire, stiamo cercando di fermare questa forma di razzismo camuffata da operazione di polizia, quindi non vedo perché mai dovremmo fare i poliziotti l’uno dell’altro.
Mescolate attivismo e passione
Voglio continuare a raccogliere fondi, sono brava a farlo. E ovviamente continuerò a esprimermi pubblicamente e a supportare artisti underground che organizzano spettacoli che creano gioia e comunità e danno l’energia necessaria per continuare a lottare. Sto mantenendo il mio equilibrio mentale scrivendo canzoni che parlano di resistenza al fascismo. Perché un modo per non esaurirsi è mescolare l’attivismo con qualcosa che si ama fare.
Agite e siate accoglienti
La protesta è di tutti, questo è il messaggio. Sei di estrema sinistra? Sii accogliente con le persone invece di farle vergognare dicendo che non stanno protestando nel modo giusto. Stiamo tutti imparando a farlo. E comunque fare qualcosa è meglio che non fare nulla. Se stiamo chiusi in casa per paura di sbagliare e di non partecipare nel modo giusto, se non andiamo in strada o fuori dagli hotel o ad appendere manifesti, in giro non ci sarà nessuno. Non devi aspettare di avere la cosa perfetta da dire nel tuo video sui social o nella tua canzone o altrove. Fallo e basta. Domani ti sveglierai, il sole continuerà a sorgere e pazienza se a qualcuno non piacerà quel che hai fatto.