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Ce l’ha fatta: Yoko Ono ha stuprato “Imagine”

OK, questa volta la vedova Lennon è davvero indifendibile. La cover di "Imagine" cantata da lei è un abominio. Ascoltare per credere (e forse piangere).

John Lennon e Yoko Ono nel 1969

Yoko Ono ha condiviso una propria versione di Imagine di John Lennon: ed è peggio di quanto si possa immaginare. Un peccato, perché ora la vedova Lennon finisce per essere indifendibile anche da chi l’ha sempre difesa.

Perché, diciamocelo, questa storia di Yoko cattiva e disgregatrice è sempre stata tutta una farsa. Se i Beatles sono finiti non è stato di certo per colpa di una donna di cui John si innamorò perdutamente (voglio dire, mica è una fattucchiera). È stato soprattutto per i dissapori e le gelosie fra John e Paul, che con gli anni si sono fatti sempre più asfissianti. In tutto ciò Yoko ha sempre funto da parafulmine, da capro espiatorio per la fine di una band che era già bell’e segnata ben prima che John la incontrasse.

Ecco, però la cover di Imagine no. No! Perché sarà anche una delle tante versioni rielaborate che usciranno col suo nuovo album Warzone (chissà quante altre mani nei capelli ci aspettano); sarà anche che l’anno scorso la National Music Publishers Association ha stabilito che la vedova può percepire un credito da autrice per il pezzo probabilmente più famoso della discografia di Lennon (e quindi, sotto con le cover che son tutti soldini); sarà pure che lei con questa cover sarà anche stata convinta di agire per il bene della memoria di John. Però proprio no. La voce altissima rispetto alla strumentale, un accento che dopo 40 anni che vivi a New York, che cazzo, è ancora pesantissimo, quasi caricaturale. E poi l’arrangiamento ambient a caso per sposarsi bene con le nuvolette e le scritte in corsivo nel lyric video (qui sopra). Mamma santa, proprio no. Stavolta no.

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