Amy vera, Amy falsa: il fact-checking del film su Winehouse ‘Back to Black’ | Rolling Stone Italia
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Amy vera, Amy falsa: il fact-checking del film su Winehouse ‘Back to Black’

Per trasformare la vita della popstar inglese in un biopic hollywoodiano, regista e sceneggiatori si sono presi alcune libertà. Tranquilli, non è come ‘Bohemian Rhapsody’

Amy vera, Amy falsa: il fact-checking del film su Winehouse ‘Back to Black’

Marisa Abela è Amy Winehouse in ‘Back to Black’

Foto: David Giesbrech/Focus Features

Un documentario, biografie non autorizzate, un libro del padre, uno della madre, podcast, fumetti. La vita breve e tragica di Amy Winehouse è stata raccontata tante di quelle volte che l’unica cosa davvero sorprendente di Back to Black, il film di Sam Taylor-Johnson starring Marisa Abela, è che non sia uscito prima.

Al di là delle recensioni tiepide, per usare un eufemismo, quant’è fedele il film agli eventi reali? Ok, non ci sono gigantesche inesattezze storiche come in Bohemian Rhapsody o sequenze fantasy come in Rocketman, e nemmeno una scena come quella di The Dirt in cui si rompe la quarta parete per spiegare che il co-manager dei Mötley Crüe è stato eliminato dalla narrazione, ma anche in Back to Black regista e sceneggiatori si sono presi qualche libertà.

Il film, si sa, è incentrato in buona parte sulla relazione tumultuosa con Blake Fielder-Civil e sul ruolo di quest’ultimo nel dare a Amy l’ispirazione per alcune tra le sue canzoni più celebri. Questo filone narrativo si mangia tutti gli altri. Ad esempio, il canadese Jeff Tunke doveva interpretare il ruolo del co-produttore Mark Ronson, ma le sue scene sono state tagliate e Ronson viene menzionato di sfuggita in un paio d’occasioni. È una scelta sorprendente, considerando il ruolo cruciale di Ronson nel successo di Back to Black, ma non c’è nulla di scorretto di per sé nell’esclusione. Ecco invece nove scene del film che non corrispondono a realtà. Attenzione spoiler, leggete se avete già visto il film.

Non è stata la nonna a ispirarle la cofana

È vero che Amy Winehouse era molto legata alla nonna materna Cynthia Winehouse, che era stata una cantante jazz di successo. Ma non è vero che è stata lei a ispirarle l’acconciatura ad alveare tipo Ronnie Spector, che Amy ha creato quando aveva 17 anni con l’hairstylist Tracey Cahoon.

Back To Black | Trailer Ufficiale

Non è stato il futuro marito a farle scoprire le Shangri-Las

In una delle scene chiave del film, Winehouse incontra Blake Fielder-Civil in un pub e s’invaghisce immediatamente di lui. Tutto bene finché lui non mette Leader of the Pack sul jukebox e si mette a ballare e canticchiare attorno a un tavolo da biliardo. La Amy cinematografica non ha mai sentito nominare le Shangri-Las. “Solo la migliore girl band degli anni ’60”, le spiega lui. A quel punto, Amy diventa una grande fan e mentre fa sesso col futuro marito ascoltiamo un altro pezzo delle Shangri-Las, Dressed in Black del 1966. Tutto bello, perché effettivamente Fielder-Civil potrebbe essere uno dei ragazzacci di cui cantava il girl group e Amy potrebbe essere una delle loro eroine tragiche. Ma non c’è alcuna prova che sia stato Fielder-Civil a fargliele conoscere.

È stato Fielder-Civil a introdurla a crack ed eroina

È stato Fielder-Civil a far conoscere a Winehouse crack ed eroina, eppure nel film la cantante ci arriva da sola per affrontare il dolore per la morte della madre e i casini con Fielder-Civil.

Winehouse e Fielder-Civil si sono separati nel 2009

Nel film, Amy fa visita a Fielder-Civil in prigione dopo lo show a Glastonbury. Lei è strafelice di vederlo, lui le annuncia che vuole divorziare perché ha capito che il loro è un rapporto tossico di co-dipendenza: “Siamo due tossici, Amy”. Ci riesce difficile immaginare il vero Fielder-Civil che fa un discorso di questo tipo, ma a non tornare è anzitutto la tempistica: i due hanno rotto all’incirca un anno dopo.

Amy Winehouse 2008 in Glastonbury - full concert.

Il concerto di Glasonbury è stato ancora più incasinato

Il concerto al festival di Glastonbury del 2008 è un momento importante del film. Non vengono però rappresentate molte delle famigerate sfuriate della cantante (“Pensate se fossi una merda come Kanye West”). La si vede superare le transenne e interagire coi fan durante Me & Mr. Jones. Non si vede però il finale di Rehab, quando Amy dà una gomitata a qualcuno del pubblico che presumibilmente le ha palpeggiato il seno.

Glasonbury è stato dopo i Grammy, non prima

Il festival di Glastonbury è stato il 28 giugno 2008, i Grammy in cui Winehouse ha vinto come disco dell’anno sono del 10 febbraio 2008. Il film presenta i due eventi in ordine inverso per dare l’impressione che la storia proceda verso un trionfo.

Manca “il mio Blake incarcerato”

Nel film viene ricreata l’esibizione in collegamento di Rehab ai Grammy del 2008 e il discorso della cantante dopo la vittoria, azzeccando nei minimi dettagli vestito e gioielli. Però per via della cronologia sballata, nel film la rottura con Fielder-Civil avvenuta nel 2009 viene spostata nel 2007 o a inizio 2008, e quindi è stato giocoforza tagliato il pezzo di discorso in cui ha ringraziato “il mio Blake, il mio Blake incarcerato”, nell’originale “my Blake incarcerated“. Era la parte memorabile del discorso, fa strano non sentirla.

Watch Amy Winehouse Win Record Of The Year For "Rehab" In 2008 | GRAMMY Rewind

Fielder-Civil non è stato l’unico amore di Winehouse

Quella con Fielder-Civil non è stata l’unica love story di Winehouse, anche se comprensibilmente il film le dedica tanto spazio. Sono stati assieme negli anni più significativi della vita di Winehouse, la loro relazione ha ispirato molte delle sue canzoni più amate, la vicenda è stata ampiamente raccontata dai tabloid. Ed è l’unico uomo che ha sposato. Però Winehouse ha frequentato anche il cantautore Alex Clare, l’attore Josh Bowman e il regista Reg Traviss. Amy ha anche avuto una breve storia con Peter Doherty. Guardando il film, può sembrare che Fielder-Civil sia stato l’unico uomo che abbia mai amato. Non è stato così.

Dove sono finiti gli ultimi anni di vita?


Gli ultimi tre anni di vita di Amy Winehouse sono stati decisamente difficili, segnati da concerti tristi e sciatti, abuso di droghe, pettegolezzi sui tabloid e zero musica inedita. Il film non lo racconta e finisce semplicemente in modo sfumato, con la cantante che guarda vecchie foto a casa sua, mette su Leader of the Pack sul jukebox, asciuga una lacrima, guarda il tatuaggio di Blake sul petto e canta una versione a cappella di Tears Dry on Their Own. Una scritta rivela la data della morte, senza ulteriori dettagli. Ma forse è meglio così.

Da Rolling Stone US