‘Ahimsa’ degli U2 è un cocktail spirituale annacquato | Rolling Stone Italia
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‘Ahimsa’ degli U2 è un cocktail spirituale annacquato

Il nuovo singolo con A.R. Rahman evoca l’India come patria della non violenza, ma sembra un pezzo minore dei Coldplay ed è frutto d’un pensiero musicale sorpassato

“È un invito in un luogo elevato da parte di chi vuol essere amato, è una meditazione proveniente dalla tua stazione radio”, canta Bono nel nuovo singolo degli U2. Preceduta da segnali e anticipazioni, Ahimsa è uscita a mezzanotte del 22 novembre ed è la prima canzone degli irlandesi da due anni a questa parte. È prodotta da Duncan Stewart e scritta e interpretata con A.R. Rahman, il co-autore, produttore e cantante di Jai Ho, il pezzo da Oscar dalla colonna sonora del film The Millionaire. Mischia India, non violenza, trascendenza, ma è un cocktail spirituale annacquato.

Gli U2 e Rahman si sono incontrati in settembre agli Electric Studios di New York per mettere a punto il progetto di collaborazione. Le prime voci che si sentono sono quelle delle figlie di Rahman, Khatija e Raheema. Le parole sono tratte dal libro in lingua tamil Tirukkural. Il cantante degli U2 evoca un luogo alla fine della vita e prima del tempo, formula l’invito a unirsi al suo canto. Il pezzo quasi si ferma nel ritornello in cui Bono ripete semplicemente la parola ‘ahimsa’, ovvero ‘non violenza’, con voce lievemente metallica. Nel finale, tornano le voci delle figlie di Rahman. Ci sono gli elementi tipici del sound degli U2, comprese le linee chitarristiche di The Edge, calati però in un impasto sonoro fatto di tastiere e lievi percussioni sullo sfondo, forse tablas. La canzone è evocativa, ma poco incisiva. Sono gli U2, ma sembrano i Coldplay.

A.R. Rahman ha illustrato il tema della canzone parlando con Rolling Stone India: “Il concetto di ahimsa, o non violenza, è indiano, sudasiatico, buddista… Ogni tanto va ricordato alla gente dell’amore, dell’ahimsa. Ci vuole un bel coraggio ad essere non violenti. Ci vuole tanto potere. Non è debolezza, è forza nel non esibire la forza. È andare oltre, credere in qualcosa di non tangibile, qualcosa che risiede nello spirito”.

“La lotta contro l’ingiustizia è sempre stata molto importante per noi”, ha detto Bono. “Siamo stati in qualche modo formati dalle parole di Martin Luther King che era uno studente del Mahatma Gandhi. Martin Luther King disse: l’arco morale dell’universo è lungo, ma si piega verso la giustizia. Non lo credo più. Non si piega verso la giustizia, deve essere piegato verso la giustizia. Dobbiamo essere attivamente coinvolti nella nostra democrazia per preservarla e mostrare alla gente come ci sentiamo e cosa ci sta a cuore”.

In Ahimsa non ci sono tracce della passione politica e dell’invito all’azione di Bono. Nel mese degli scontri in Cile, Hong Kong, Iran, Libano, Bolivia, il piccolo inno pacifista degli U2 è modesto, poco incisivo. È frutto d’un pensiero sorpassato anche dal punto di vista musicale. In un tempo in cui abbiamo accesso istantaneo alla musica originale proveniente da ogni parte del mondo, il pop mezzo indiano degli U2 è fiacco e démodé, è la scoria di un passato in cui qualche esotismo ben confezionato bastava a suggestionare il pubblico.

Ahimsa sarà inclusa in un EP che uscirà entro la fine dell’anno e che conterrà anche quattro canzoni già edite degli U2 rimaneggiate da produttori e dj indiani. Il 15 dicembre la band sarà a Mumbai per la tappa finale del tour di The Joshua Tree.

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