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50 anni fa il primo concerto di David Bowie in Italia

Storia dell'avventura al Festival Internazionale di Monsummano Terme (Pistoia), kermesse in cui il Duca Bianco arrivò secondo. Dietro a Maria Del Carmen, nome d'arte Cristina

Fra Roma e Monsummano Terme, piccola località termale in provincia di Pistoia, ci sono più o meno tre ore e mezza di macchina. Questo secondo Google, il cui algoritmo restituisce di default la via più breve per arrivare a destinazione. Nel 1969 però non c’è né Google né tantomeno l’autostrada, per cui il primo concerto in Italia di David Bowie, al Festival Internazionale di Monsummano Terme, parte già con un piccolo dramma.

«Salimmo su un pullman per percorrere quella che immaginavo fosse una distanza ragionevole, ma quando si scoprì che il viaggio notturno sarebbe durato sei ore ci furono rabbiose proteste» scrive Kenneth Pitt, l’allora manager di Bowie, nel suo libro The Pitt Report (Omnibus Press, 1985, poi pubblicato in Italia da Arcana l’anno successivo). «Non c’era altro da fare che sistemarsi il meglio possibile e sperare di dormire un po’. Il primo ad addormentarsi fu David, con la testa appoggiata sulla mia spalla, poi toccò a me. Arrivammo a Monsummano Terme alle prime luci del giorno e ci fermammo all’Hotel Reale dove erano state riservate le nostre stanze.»

I due arrivano a Monsummano la mattina dopo, il 31 luglio del 1969, 50 anni esatti fa. Bowie qualche sera prima ha mandato un telegramma ad Angela Barnett, modella statunitense con cui è nata una storiella (si sposeranno nel 1970) e che ha seguito il cantante nella sua ultima data a Malta. Arrivato nella cittadella termale, Bowie le scrive poche righe: “Town Monsummano Terme 30th Small Town Two Hotels Love Bowie”. Un telegramma molto breve ma comunque dolce, che vuole dire più o meno “Sono qui, il posto è piccolo e carino. Raggiungimi”.

Il telegramma inviato da Bowie alla fidanzata a Malta



Angela, avvertita con qualche giorno d’anticipo, arriva a Monsumano il giorno stesso di Bowie. I due piccioncini passano pure un pomeriggio da sogno, fra bagni termali e la romantica Grotta Giusti che viene usata normalmente per trattamenti di disturbi respiratori o circolatori. Ma il soggiorno a Monsummano non è una vacanza. Il Festival Internazionale del Disco è una specie di contest sulla falsariga di Sanremo: ogni cantante si esibisce una volta a sera, in questo caso tre sere. Ognuno dei concorrenti in gara, poi, riceve di default uno sponsor locale, che fornisce all’artista anche vitto e alloggio. A David Bowie tocca il Calzaturificio Fiorella.

Non finisce qui: l’esibizione dell’artista prevede una canzone cantata con l’accompagnamento musicale fornito dall’organizzazione e a seguire un pezzo del proprio repertorio cantato su una propria base registrata. «David aveva con sé la pista di When I Live My Dream» continua Pitt. «Quando entrammo in una sala per registrare con il gruppo, scoprimmo che era composto soltanto da tre musicisti che non erano in grado di leggere la musica. Non avrebbero mai potuto accompagnare i cantanti, neppure con un grande sforzo immaginativo, ma ormai il concerto era fissato per la serata e bisognava pure fare qualcosa. Passammo al vaglio tutti i cantanti in gara per trovare un sostegno e stendemmo un elenco di informazioni sui loro talenti nascosti. La maggior parte di loro sapeva suonare uno strumento, come del resto molti tra gli accompagnatori. E così ogni cantante poteva avere un accompagnamento ragionevolmente efficiente. Ma comunque bisognava abbandonare il programma originario ad anche l’aspetto competitivo dello spettacolo.»

Nonostante il suo pezzo più famoso di sempre, Space Oddity, sia uscito appena 20 giorni prima, Bowie sul palco porta When I Live My Dream, un pezzo di due anni prima. Space Oddity oltretutto ha anche una versione italiana con tanto di testo di Mogol, Ragazzo Solo, ragazza sola. Ma il format del festival parla chiaro, e Bowie dietro di sé ha solo When I Live My Dream.



Ovviamente, la lungimirante giuria del festival ci vede lungo. Il pool internazionale di giudici si accorge subito che dietro a quel ragazzo magro, con la camicia bianca vintage comprata al mercatino di Portobello Road, si nasconde in realtà la più grande popstar di tutti i tempi. E infatti nella serata finale sabato 3 agosto 1969 viene incoronata vincitrice Maria Del Carmen, nome d’arte Cristina. Al secondo posto, David Bowie. Secondo. Posto.

«Prima di ritornare a casa Francesco Figueras, il delegato spagnolo, mi prese da parte per dirmi che lui e gli altri delegati erano dell’opinione che David avrebbe dovuto ricevere un premio di riconoscimento per il suo contributo al successo del festival» ricorda il manager. «Li aveva impressionati tutti con la sua cordialità, la sua disponibilità ad aiutare e la sua indiscutibile arte. Venne proposto di creare una categoria speciale, quella del disco meglio prodotto, e per decisione unanime il premio andò a David per When I Live My Dream, che senza dubbio era il disco meglio prodotto presente al festival.»

Eppure, nonostante la vittoria di Cristina, il parco del Museo di Arte Contemporanea e del Novecento di Villa Renatico Martini, in centro a Monsummano, oggi porta il nome del secondo classificato.

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