Stone Island e C2C Festival, insieme per esportare cultura | Rolling Stone Italia
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Stone Island e C2C Festival, insieme per esportare cultura

La collaborazione tra il brand e il festival ha dato vita a un ecosistema musicale complesso fatto di playlist, curatele ed eventi come quello che ha portato Lorenzo Senni e Beatrice Dillon a Berlino: ecco com’è andata

Stone Island e C2C Festival, insieme per esportare cultura

Foto: Frankie Casillo

Fa strano essere nella notte berlinese ad un evento tutto italiano. Fa strano vedere gente da ogni parte del mondo arrivare, godersi la serata, divertendosi nel succedersi di una line up ricercata e iper-contemporanea composta da Lorenzo Senni, Skee Mask, Beatrice Dillon, Bill Kouligas, Pelada, KMRU, e pensare: «ah wow, questa cosa l’abbiamo fatta noi dall’Italia». Fa ancor più strano veder la reazione di questo pubblico variegato e bellissimo quando realizzano che l’evento (completamente gratuito) è figlio di una collaborazione tra un brand, Stone Island, e un festival musicale, C2C Festival. Fa strano, ma traduciamolo con «ci rende orgogliosi», perché esportare un’idea di cultura è qualcosa che rende orgogliosi dentro in maniera differente, più profonda e decisiva.

Da quando nel luglio del 2020 Stone Island e C2C Festival hanno reso ufficiale la propria collaborazione, abbiamo potuto assistere da vicino, da un punto di vista privilegiato, l’evolversi di questo rapporto. Poter essere a Berlino e vedere il pubblico esplodere quando Lorenzo Senni lancia la sua The Shape Of Trance To Come, dopo aver vissuto e raccontato l’evento di Milano, è un’occasione che ci dà l’opportunità di comprendere l’importanza di questo tipo di partnership in un momento in cui fare eventi, e dare l’opportunità al pubblico di partecipare (anche gratuitamente), è un atto di coraggio.

Quello che ci sta continuando ad incuriosire di questa fortunata collaborazione è proprio questa continuità, questa voglia di costruire sul lungo periodo, allontanandosi il più possibile, e nel modo più intelligente, dal concetto di evento culturale usa-e-getta, ovvero quel cultural-washing che va tanto di moda negli ultimi anni tra i brand e che, alla fine, non lascia molto se non un barlume di speranza in qualche story social. Stone Island e C2C Festival invece stanno ragionando in maniera completamente differente, inedita, puntando sulla lungimiranza, seminando e lasciando il giusto tempo alla terra per dare nuovi frutti. C’è differenza tra fare un evento culturale e divulgare cultura, tra limitarsi al divertimento e coltivare possibilità. Fare cultura è coltivare coi tempi necessari, ed è questo che si percepisce in un evento come Stone Island Presents Berlin e in tutto quel corollario di attività sonore che C2C Festival continua a pensare ed elaborare per – e grazie – a Stone Island.

Lorenzo Senni. Foto: Frankie Casillo

La collaborazione tra Stone Island e C2C Festival di questi primi due anni si è infatti diramata su una serie di differenti output che non si sono limitati agli eventi organizzati a Londra, Milano e Berlino, ma ad un più ampio lavoro che punta alla costruzione di un ecosistema musicale fatto di playlist, curatele, festival, eventi, release. Con Stone Island Sound, ad esempio, C2C Festival ha definito l’identità musicale del brand con una serie di playlist curate da artisti come Bill Kouligas, artista, designer, musicista e direttore artistico di PAN, una delle più interessanti e ricercate etichette discografiche europee, Elena Colombi, dj e conduttrice radiofonica, e Kode9, ricercatore, musicista e fondatore della seminale label Hyperdub, arricchendo questo universo sonoro con release musicali inedite di Bienoise (con la sua To Be Banned From Rome, anthem di C2C Festival), XIII e Kode9. Un’esplorazione che va ben oltre la superficie della scena musicale contemporanea per addentrarsi negli universi di artisti e artiste irregolari legati al mondo dell’underground, del clubbing e della ricerca sonora. Perché sarebbe facile puntare su nomi più riconosciuti, come dire, più mainstream, e fare il solito gioco al ribasso, ma qui i nomi scelti formano una differente e avvincente mappa sonora globale, che C2C Festival può cartografare proprio grazie alla fiducia di Stone Island. I nomi finora coinvolti nelle varie attività di questi primi due anni, ne sono la riprova: Arooj Aftab, Beatrice Dillon, Bill Kouligas, Elena Colombi, Jockstrap, KMRU, Kode9, Lorenzo Senni, Nala Sinephro, Obongjayar, Pa Salieu, Pelada, Silvia Kastel, Skee Mask, Sons Of Kemet, Two Shell, XIII. Questo è ciò che intendiamo quando ci riferiamo al concetto di fare cultura, condividere qualcosa di nuovo che possa far fiorire nuove possibilità e ispirare pubblico e addetti ai lavori.

La cultura, oggi più che mai, ha bisogno di mecenatismo e supporto e, al contempo, di istituzioni culturali capaci di direzionare questi investimenti laddove può esserci un terreno fertile. Il mecenatismo cieco e disinteressato ha poco futuro, così come una direzione culturale facile e poco lungimirante. Per questo continuiamo a osservare l’evoluzione del rapporto tra Stone Island e C2C Festival come uno dei migliori modelli di rapporto culturale in atto, sperando che possa essere esempio virtuoso nel campo della cultura per avvicinare nuovi player, nuovi eventi, nuove economie, nonché terreni inediti e possibilità ancora vergini; è ciò di cui la cultura ha assolutamente bisogno in questo momento storico.