Sanremo Giovani: il meglio e il peggio della serata | Rolling Stone Italia
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Sanremo Giovani: il meglio e il peggio della serata

Ritmo fiacco, canzoni senza guizzi, cast del festival già annunciato: restare svegli è stata un'impresa. E quante risate con la battuta «ma la facciamo ascoltare la canzone in gara?»...

Sanremo Giovani: il meglio e il peggio della serata

Amadeus col cast di Sanremo Giovani

Foto: Rai

Ammettiamolo: stare svegli per tutta (ma proprio tutta) la serata di Sanremo Giovani è stata un’impresa. Come Fantozzi durante la visione della Corazzata Potëmkin, abbiamo atteso pazientemente che Amadeus svelasse i titoli delle canzoni dei big in gara a Sanremo 2022 (i cui nomi erano già stati annunciati al Tg1 un paio di settimane fa). Tra uno svelamento e l’altro ci siamo sorbiti la gara delle “nuove proposte”. E viste le sonorità, così nuove non sono sembrate affatto. Tanto per intenderci, l’annata non è delle migliori e se ne salvano giusto due.

In uno show che andrebbe rivisto e reso più snello, oltre ad ascoltare composizioni che, nella maggior parte dei casi, ci dimenticheremo dopo cinque secondi, abbiamo assistito a veterani come Morandi e la Zanicchi fare gag del tipo «ma la facciamo ascoltare la canzone in gara?» con Ama che li supplicava (fintamente) di soprassedere da quella malsanissima idea. Il copione è visto e rivisto. Ma tant’è, ecco il meglio e il peggio della serata.

Meglio: Yuman after all

Per mancanza di concorrenza non poteva che vincere questo ragazzone classe ’95 che con le sue origini capoverdiane e italiche ben incarna la new generation. E lo fa in un Paese che ancora dibatte sullo ius soli, quando il mondo è già andato avanti. Mille notti è la canzone più completa tra quelle presentate in gara. Yuman si sa muovere, conosce il mestiere, fa un’esibizione impeccabile. Del resto di esperienze ne ha fatte: dopo aver vissuto tra Londra e Berlino, i singoli Run e Twelve gli hanno dato la visibilità giusta per essere inserito nei Viral 50 Italy di Spotify e tra i dieci artisti più promettenti secondo YouTube.

Peggio: Le canzoni

Più che Sanremo sembrava Castrocaro, con canzoni che non sfondano e danno l’impressione di essere la copia di qualche pezzo famoso. La debolezza dei brani cerca, in alcune occasioni, di essere compensata dal look, come ha fatto Oli? e la sua voglia di “rivoluzione” integrata da una gonnella che ormai non fa più scandalizzare nessuno. Beneficio del dubbio per Tananai (anche lui passato nei big): la sua Esagerata non è niente di che, vediamo se l’inedito in gara al festivalone sarà migliore. E che dire di Littamè con Cazzo avete da guardare? La ragazza ci tiene a precisare che non dice le parolacce, perché allora non metterne una nel titolo di quello che dovrebbe essere lasciapassare per la kermesse più seguita d’Italia? Risultato: roba da Videomusic anni ’90. Non convince nemmeno il simil-Mengoni Esseho con la sua Arianna scritta e prodotta con Niccolò Contessa. Quasi tutti i brani sono già sentiti e poco innovativi. Si ha l’impressione che Amadeus abbia sottovalutato i giovani.

Meglio: Il pubblico in sala

Il “pubblico” di Sanremo 2021

Dopo un Festival di Sanremo senza pubblico, già vederlo nella gara delle nuove proposte fa il suo effetto. Siamo ancora in mezzo alla pandemia, ma questi segnali ci aiutano a pensare – con buona pace dei no-vax e Omicron permettendo – che una via d’uscita c’è. Anche se, per ora, con le mascherine. E poi, è un dato di fatto, gli applausi (quelli veri) aiutano tanto conduttori e artisti che devono esibirsi. Nel 2021 Amadeus ha fatto i miracoli, dando prova del professionista che è, mantenendo un clima super acceso nonostante l’Ariston vuoto.

Peggio: Il ritmo

Capisco perfettamente la difficoltà di cadenzare big a esibizioni, ma quando parte la sigla di Porta a Porta segnando la fine di Sanremo Giovani, viene da pensare: «Ce n’era davvero bisogno?». Proprio perché la gara delle nuove proposte quest’anno non ci sarà, forse si poteva puntare sulla spettacolarizzazione. Magari con un conduttore diverso da Amadeus che già vedremo sul palco dell’Ariston e, cinque minuti prima, abbiamo visto ai Soliti ignoti. L’esperimento Rovazzi-Baudo, nel 2018, quando trionfarono Mahmood ed Einar, era riuscito. Probabilmente sarebbe stato il caso di riproporre una cosa simile. Sanremo è Sanremo, ma perché non rinverdire un po’ il format? Magari partiamo dalle clip di presentazione dei cantanti che sembravano uscite da una tv locale.

Meglio: Iva Zanicchi Show

Da gran donna di spettacolo, Iva Zanicchi ha tenuto banco, fatto battute un po’ scollacciate. E si è messa pure a cantare Zingara mostrando a tutti – nel caso ce ne fosse stato bisogno – che alla veneranda età di 81 anni, ha un’ugola che qualche cantantucolo di oggi si dovrebbe andare a nascondere. Poi è simpatica, si prende in giro: quando racconta la storiella sulla momentanea sordità durante la prima esibizione sanremese – tanto per dirne una – vedendo il pubblico mummificato ha chiamato l’applauso. Non fosse in gara sarebbe stato un piacere vederla alla conduzione del programma. In generale tutti i veterani, da Morandi a Ranieri, fino a Rettore, hanno un’energia pazzesca. C’è questo lato “vecchia scuola” di saper tenere il palco che dovrebbe essere assimilato da chi vuole fare questo mestiere. Quando Caterina Caselli fa gli auguri al suo protetto Sangiovanni lo fa sparire, tanta è la luce che l’ex caschetto d’oro emana. Lauro invece sarà in grado di sorprendere ancora dopo due festival da concorrente e uno coi suoi “quadri”? Più che un cantante è uno showman, d’accordo, ma il quarto anno consecutivo rischia di affossare il lavoro fatto fino ad ora, nonostante l’annuncio dell’Harlem Gospel Choir ad affiancarlo sul palco. 

Peggio: Il cast già annunciato

Ama, un consiglio: meglio non dare più i nomi dei big prima di Sanremo Giovani. Comprendo la paura degli spoiler, ma meglio stanare la talpa che li spiffera piuttosto che fare a meno dell’effetto sorpresa che, da sempre, ha caratterizzato Sanremo Giovani. E aiutato gli ascolti.

Aggiornamento: Quando l’articolo è stato messo online non erano ancora usciti i dati auditel. A bocce ferme dobbiamo, quindi, fare una precisazione: a onor del vero il buon Ama, ha avuto ragione a spoilerare i nomi dei big. Quest’anno Sanremo Giovani, infatti, anche senza il traino affettivo di Ama Sanremo, ha segnato il 13,4% di share rispetto al 10,2% del 2020. 

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