Sanremo 2024, le pagelle delle canzoni della seconda serata | Rolling Stone Italia
The second time around

Sanremo 2024, le pagelle delle canzoni della seconda serata

I voti al pezzo consapevole e volutamente dozzinale di Dargen D’Amico, alla seconda volta di BigMama, agli ammiccamenti ultrapop di Kolors e Annalisa e a tutti gli altri

Sanremo 2024, le pagelle delle canzoni della seconda serata

Geolier a Sanremo 2024

Foto: Daniele Venturelli/Getty Images

Fred De Palma

Il cielo non ci vuole

VOTO
5

Fuori dal territorio amico dei tormentoni e in versione ragazzo sensibile che balla e riflette sulla fine di una relazione, Fred De Palma fatica a trovare una sua dimensione. Partire per primo gli giova, l’esecuzione pare migliore di quella della prima serata, ma Il cielo non ci vuole finisce per somigliare a molte altre canzoni. Ma attenzione, pochi in Italia credevano nel reggeaton e lui l’ha portato primo in classifica. Crescerà?

Renga Nek

Pazzo di te

VOTO
4

La seconda esibizione non cambia l’impressione, Pazzo di te è la vecchia canzone italiana che cerca di sopravvivere in un mondo che è irrimediabilmente cambiato, ma non è abbastanza grande e potente da spingere a pensare: vedi che forza i classici.

Alfa

Vai!

VOTO
3

Non ce l’abbiamo con Alfa, anche se dopo Bellissimissima non ha più la fedina penale pop immacolata. Ma questa canzone scritta e prodotta coi veterani americani Ian Scott e Mark Jackson, e che ricorda la stagione del folk-pop degli anni Duemila ma anche gli One Republic di Run, è incolore e inconsistente, e oggi persino a Sanremo servono canzoni forti. C’è leggerezza e leggerezza.

Dargen D’Amico

Onda alta

VOTO
5

Ok, il pop è anche questo, miscuglio di temi e registri. E però l’esibizione di martedì di Dargen D’Amico ha sollevato qualche dubbio sull’efficacia del mix orsetti di peluche-morti in mare. Stasera si è presentato sul palco in modo più sobrio, ma la canzone resta uno strano guazzabuglio, né aiuta l’interpretazione così così nella strofa («una delle voci più sgraziate del Festival», dice lui). Prendere o lasciare, questo è il kitsch versione Dargen: la canzone consapevole e volutamente dozzinale.

Il Volo

Capolavoro

VOTO
4,5

Nella storia del Volo si presenta ogni tanto il momento in cui sembra che i tre si debbano dare al pop (diciamo al pop-pop, perché quella che fanno abitualmente non è certo musica colta). Capolavoro è uno di quei momenti, ma con la loro interpretazione manieristica non riescono ad esaltare il buono che c’è nella canzone.

Gazzelle

Tutto qui

VOTO
5

Anche al secondo ascolto sul palco dell’Ariston, resta l’impressione che Gazzelle abbia scelto di portare una canzone buona per tutti, e quindi per nessuno in particolare, se non per chi apprezza (e tanto) il lato più dolce e romantico del cantautore. Forse non è il suo palco? Durante la sua esibizione su X va in tendenza “Liam Gallagher”.

Emma

Apnea

VOTO
7-

Molto meglio questa Emma interprete più sobria di quella che cantava come se la vita e la morte dipendessero dall’intensità con cui intonava un certo verso. È meno forzata, più leggera, non si nasconde dietro a manierismi. Il ritornello fa molto Sanremo anni ’80.

Mahmood

Tuta gold

VOTO
9,5

La nostra bitch (cit.) preferita resta l’unico vero artista italiano internazionale in gara. Non sarà Soldi, non sarà nemmeno Brividi, ma la versione superfit di Mahmood luccica come una tuta gold.

BigMama

La rabbia non ti basta

VOTO
7

Stasera è più tranquilla e va dritta come una spada. Si diverte, ti guarda dritto negli occhi e si gioca tutto. Ha anche un outfit componibile da Madonna goth. Quando si dice: la seconda volta che lo fai va sempre meglio della prima.

The Kolors

Un ragazzo una ragazza

VOTO
6,5

Ci sono canzoni che ai primi ascolti sembrano tormentoni inevitabili. Al secondo, al terzo, al quarto perdono un po’ di sapore, come una caramella rimasta in bocca troppo a lungo. Stasera Un ragazzo una ragazza ha fatto questo effetto, ma la sua spudorata, assoluta paraculaggine continua a renderla divertente. Ben pensata e senza pretese, perfetta per le radio e scomponibile per TikTok.

Geolier

I p’ me, tu p’ te

VOTO
8

Dopo Lazza, Geolier continua la (recente) tradizione di rapper che vanno a Sanremo con un canzone urban, ma non rappata. Lui però porta Napoli, la lingua napoletana, un mondo, e non è poco. Forse manca qualcosa nell’interpretazione e nella presenza, ma convince (e il video è attualmente al numero uno delle tendenze musica su YouTube).

Loredana Bertè

Pazza

VOTO
10

Bertè sempre all’arrembaggio e spudoratamente vera. Il lungo applauso dell’Ariston non è solo alla carriera, ma anche alla sua interpretazione e a una canzone in cui si racconta e decide di perdonarsi, al posto di continuare a odiarsi. Sangiovanni le dice che vorrebbe avere il suo coraggio. Siamo tutti figli di… Loredana.

Annalisa

Sinceramente

VOTO
6,5

Un po’ come nel video in cui si incontrano le tre Annalise (quelle di Bellissima, Mon Amour e Ragazza sola), Sinceramente riassume l’essenza della cantante ex sentimentale riconvertitasi al pop contemporaneo, con un la-la-la alla Kylie Minogue, una leggerezza da sex symbol per famiglie, un filo di dramma. La riassume, ma non è il suo picco.

Irama

Tu no

VOTO
6

Un po’ inno nazionale (l’intro), un po’ classico pezzo di Irama pieno di (melo)dramma. Se ti piace lo ami, se non ti piace non c’è modo di cambiare idea. Ma inevitabilmente sabato lo troveremo in top 5.

Clara

Diamanti grezzi

VOTO
6,5

Uno dei punti deboli degli ultimi Festival di Amadeus sono i giovani. Si è corsi ai ripari riducendoli a sei a tre, tra l’altro tutti con carriere più o meno avviate. A Clara non mancano la presenza e la voce (nonostante qualche incertezza), ma questa canzone sui diamanti grezzi, sul correre a fari spenti, sul trovare l’oro nei fallimenti non ha un carattere forte.