La playlist di Andrea Nardinocchi | Rolling Stone Italia
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La playlist di Andrea Nardinocchi

Ecco le cinque canzoni che il cantautore bolognese ascolta «in macchina con la pioggia. Quando ho voglia di staccare il cervello ed estraniarmi completamente dalla realtà ho bisogno di andare sul sicuro»

La playlist di Andrea Nardinocchi

1. “I Get Overwhelmed” Dark Rooms

Una delle canzoni che mi hanno colpito di più ascoltate per la prima volta durante un film, I Get Overwehelmed dei Dark Rooms arriva al momento giusto dopo tanto silenzio, in una storia struggente e carica di pathos, travolge completamente l’equilibrio emotivo dell’ascoltatore con un intro interminabile che non ti prepara per l’entrata di una voce in falsetto carica di personalità. Un testo molto originale che parla dell’apatia emotiva nell’era dei social media mascherato da canzone d’amore.

2. “Lost it To Trying” Son Lux

Ascoltata per la prima volta durante lo spot di una macchina, sono subito corso a ricercare il titolo per poterla riascoltare. Un capolavoro di suoni acustici trattati come suoni elettronici. Sembra un’opera moderna. Sembra una produzione fatta da “un produttore” invece è una band. Il testo è breve ma intenso, praticamente un ritornello e una variazione che si ripetono, ma bastano e avanzano sopra una strumentale che potrebbe stare in piedi da sola. Infatti nello spot la parte cantata non c’era.

3. “I’ll Keep Coming” Low Roar

Ascoltata per la prima volta durante l’intro di un videogioco che non è ancora uscito ma è molto atteso. Questo pezzo ha subito catturato la mia attenzione grazie alla voce solista: anche qui un insieme di suoni acustici ed elettronici che si mischiano alla perfezione. L’atmosfera in partenza inquietante prosegue in un crescendo etereo che sfocia in una risoluzione minimale ma molto solida che va a costruire le fondamenta per il resto del brano. Il titolo è particolarmente azzeccato per l’emotività che trasmette la progressione armonica. Un tormento cazzuto che “ritorna”.

4. “Hide and Seek” Imogen Heap

Anche questo pezzo mi è arrivato attraverso uno spot di non mi ricordo cosa. Questa è una delle mie canzoni preferite di sempre, per la sua incredibile unicità. Un brano acappella dall’inizio alla fine che non sembra mai avere bisogno di altro. Il Vocoder sulla voce funge da accompagnamento creando un atmosfera elettronica, ma il vero capolavoro è la melodia. Tutte le sue parti e la struttura contribuiscono a sorprenderti ogni volta che la riascolti. Il ritornello arriva solo alla fine e non si ripete. Capolavoro.

5. “Fall Creek Boys Choir” James Blake, Bon Iver

Purtroppo devo riconoscere che questo è uno di quei pezzi per persone particolarmente disturbate. Un’allegria travolgente per quando hai voglia di disperarti senza motivo. A parte tutto, la produzione è estremamente originale, così tanto originale che uno dei campionamenti del beat è un cane che abbaia. Non aggiungo altro.

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