Sai tutto dei Beatles? Ascolta il quarto volume della ‘Anthology’ | Rolling Stone Italia
«Tutto quel fare musica»

Sai tutto dei Beatles? Ascolta il quarto volume della ‘Anthology’

Versioni mai sentite prima, dialoghi divertenti e rivelatori, nuove sfumature, chicche da recuperare, canzoni «tra il blues e la commedia». E Paul che interrompe una session: «Ho ruttato»

Sai tutto dei Beatles? Ascolta il quarto volume della ‘Anthology’

The Beatles

Foto: Apple Corps Ltd

Se ti piacciono i Beatles, devi assolutamente sentire la nuova Baby I’m a Rich Man contenuta nel nuovo quarto volume della Anthology. È una versione lunga sei minuti registrata ad Abbey Road nel maggio del 1967 e mai ascoltata finora. John chiama il fedele roadie Mal Evans: «Vorremmo qualche Coca-Cola, Mal». E Paul: «E se ce l’hai, anche un po’ di resina di cannabis». A John l’idea va a genio: «Sì, se hai della cannabis, mandala in studio».

Sanno che sono registrati, ma se ne fregano. Sono lassù in cima al mondo e lo sanno. Paul scherza: «Lo abbiamo registrato per l’Alta Corte di domani» (è il giorno dopo che Mick Jagger e Keith Richards sono finiti in tribunale dopo l’arresto per droga, che sfacciati questi ragazzacci). John dice «ok, ora un po’ di ritmo e di soul da Londra» e la band si lancia in Baby I’m a Rich Man che nel 1967 non è neanche lontanamente uno dei loro pezzi più noti, solo un altro momento di quotidiana genialità di una band che vive dell’energia combinata dei quattro, un’energia impossibile da replicare per chiunque altro al mondo. E dà una bella scossa sentire con quanta passione quei quattro amavano essere i Beatles.

Per un fan ascoltare la Anthology 4 significa trovare un tesoro. È l’album aggiunto alla riedizione che accompagna la nuova versione del documentario definitivo sui Beatles. L’operazione Anthology fece scalpore quando fu lanciata nel novembre 1995: una miniserie televisiva, tre album, un libro, ovvero la storia dei Fab Four raccontata da chi l’ha fatta, John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr. La Anthology in versione restaurata arriverà su Disney+ il 26 novembre con un nuovo episodio, il nono, che ha un bell’impatto emotivo essendo incentrato sulle immagini dei tre Beatles sopravvissuti che si ritrovano assieme nel 1994 e nel 1995.

Gli album legati all’operazione Anthology erano pieni di inediti, outtake, demo, dialoghi in studio. Giles Martin, figlio ed erede di George, ha rimasterizzato i dischi usciti negli anni ’90 e ha curato il quarto volume. Ora l’Anthology Collection contiene in tutto 191 tracce, disponibili per il download e lo streaming, oltre che in box set di 12 LP o di 8 CD. La Anthology 4 è disponibile anche a parte su triplo vinile o doppio CD.

Il quarto volume contiene 13 take inedite, perlopiù dal periodo 1964-1965. Si sentono i Beatles lavorare a tracce come Tell Me Why, Nowhere Man ed Every Little Thing. Le altre 23 tracce provengono da operazioni d’archivio uscite perlopiù nell’ultimo decennio. Messe assieme, compongono il racconto felice di una band nel pieno del fervore creativo. Come dice John scherzando alla fine della take inedita di Hey Bulldog, stanno «oscillando tra il blues e la commedia».

Quand’è uscita l’Anthology si pensava che non ci sarebbe stato più nulla da scopire sui Beatles. E invece negli archivi c’era altro materiale. Due pezzi del quarto volume, I Saw Her Standing There e Money (That’s What I Want), sono già stati pubblicati in The Beatles Bootleg Recordings 1963, una rarità pubblicata in sole poche ore nel 2013 per estendere il copyright europeo. La maggior parte delle altre tracce proviene invece dalle riedizioni che a partire dal 2017 hanno ridefinito il lascito sonoro dei Beatles, almeno da quando nel box set dedicato a Sgt. Pepper persino i fan ossessivi hanno trovato chicche impensabili. Ci sono versioni alternative di Got To Get You Into My Life dal cofanetto di Revolver, Here Comes the Sun da Abbey Road, Don’t Let Me Down dall’esibizione sulla terrazza della Apple. Il pezzo forte è Good Night, dall’edizione del White Album del 2018, con tutti e quattro i Beatles che armonizzano, una performance stupefacente rimasta in archivio per 50 anni.

The Beatles - I’ve Just Seen A Face (Take 3) [Anthology 2025]

Il bello del quarto volume viene dagli inediti. C’è una prima take rivelatrice di In My Life, con John che pensa ad alta voce la canzone e cerca il coraggio, mentre l’armonia di Paul e la batteria di Ringo gli forniscono il sostegno fraterno di cui ha bisogno. Non lo si è mai sentito tanto vulnerabile. I’ve Just Seen a Face è pura energia comica e folle, con John che scherza sul pioniere dello skiffle Lonnie Donegan: «Lonnie si pentirà di non averla cantata». Scoppiano a ridere e continuano a farlo per tutta la Anthology 4. Quello delle loro risate è un suono contagioso. Ecco, se vi piace sentirli ridere di sé stessi, questo album ha il più alto indice di risate al minuto della loro storia.

C’è una take sorprendente di This Boy nota solo ai fortunati possessori del CD single Free As a Bird del 1995, cioè praticamente nessuno. All’inizio John ringhia: «Togli quel dannato microfono di mezzo». Ma è bello sentirlo lanciarsi nel bridge e urlare “Oh myyyyy”, non ci sono freni, solo urgenza emotiva. John ha continuato a denigrare This Boy per tutta la vita, liquidandolo come un pezzo giovanile trascurabile, ma la verità probabilmente è che ne era intimidito per quanto vulnerabile l’aveva fatto sembrare.

Every Little Thing è una sorta di jam che si sfalda quando Paul confessa: «Ho ruttato». C’è anche una prova alla BBC di All You Need Is Love con una storiella divertente (“La regina Margaret in una camicia da notte piumata”). Ringo suona una fantastica Matchbox e suona bello grezzo senza il riverbero eccessivo e bizzarro della versione ufficiale mal riuscita, e sfodera il suo «all right George» per l’assolo di chitarra.

Uno dei momenti migliori è la sottovalutatissima I Need You, un pezzo di George Harrison tratto da Help!. È più veloce e briosa della versione finale, piena di energia alla Buddy Holly, ma si sente quant’è nervoso. Nell’ultimo minuto, il resto della band ride maliziosamente eppure il Quiet One persevera e non molla (nei titoli di coda del film Help! continua a ripetere ad alta voce «I Need You di George Harrison!», non era facile essere George). Non è difficile cogliere il legame tra questa I Need You e l’atmosfera solenne che porterà in Isn’t It a Pity o Behind That Locked Door cinque caotici anni più tardi.

Ma il momento più forte emotivamente parlando è If I Fell. Sembra che John non sia sicuro di quanta onestà gli è concesso esprimere. La session è datata febbraio 1964, quando la Beatlemania sta esplodendo a livello globale, solo un paio di settimane dopo aver conquistato l’America esibendosi all’Ed Sullivan Show. Si capisce che sono già determinati ad andare oltre con questa ballata dalla struttura insolita che ha più cambi di accordi di quanti ne avessero mai messi in un solo pezzo. Gli scherzi e le risate svaniscono non appena la canzone inizia, John è concentratissimo nel raccontare la storia, canta in modo serissimo accompagnato dalle armonie da brivido di Paul. Anche se hai ascoltato If I Fell un milione di volte, sentire questa versione ti fa meravigliare che sia nata.

The Beatles - Now And Then (Official Music Video)

Ai tempi, la preparazione del progetto Anthology ha convinto Paul, George e Ringo a tornare in studio e cercare di completare alcune canzoni incompiute di John tratte da demo casalinghi forniti da Yoko Ono. Free as a Bird e Real Love, uscite su singoli negli anni ’90, sono presenti nelle versioni remixate nuovamente dal produttore Jeff Lynne. Anthology 4 si chiude giustamente con Now and Then, dal demo di John che i tre hanno provato nelle session del 1994 lasciandolo però incompiuto. Nel nono espisodio Paul dice che «non se ne andrà, quella» e aveva ragione. Decenni dopo è tornato sulla canzone dell’amico finché nel 2023 non è diventata il singolo finale dei Beatles.

Nel nuovo episodio c’è George Harrison che racconta una bella storia sui Beatles che lavorano fino a notte fonda ad Abbey Road. «Alcune persone qui, come l’ingegnere del suono, cercavano sempre di andare a casa alle 5:30», dice fingendo orrore. «E noi cercavamo di fare la storia». Così ha fatto preparare a Mal Evans una teiera speciale. «Abbiamo messo nel tè delle anfetamine», ricorda George. «“Possiamo andare a casa adesso?”. No che non potete, bastardi, fatevi una tazza di tè». Ringo aggiunge, parlando del produttore: «A George non gli è ancora calata».

I quattro volumi della Anthology Collection vibrano di questo spirito creativo che non prevede pause: lo spirito punk-rock di Amburgo del volume 1, gli esperimenti psichedelici in studio del 2, il vigore maturo e disincantato del 3. C’è un momento divertente nel nuovo episodio della serie in cui George e Ringo prendono in giro Paul per essere il caposquadra sempre intento a trascinare gli altri in studio. Paul si dichiara colpevole: «Ero un maniaco del lavoro. Mi piacciono i Beatles. Mi piace lavorare coi Beatles. Non me ne vergogno. È ciò che amo nella vita, tutto quel fare musica». Ecco, nella Anthology si sente quell’amore forte e chiaro.

Da Rolling Stone US.