Pissed Jeans, la recensione di Half Divorced | Rolling Stone Italia
Ferocia, cinismo, ironia

Reagire all’assurdo con la violenza: la recensione di ‘Half Divorced’ dei Pissed Jeans

Ecco una band hardcore che tira schiaffi e dà voce ai nostri pensieri peggiori per ricordarci che la vita adulta fa schifo. E sapete cosa? È divertente, anche se rischiate di rimetterci l’udito

Reagire all’assurdo con la violenza: la recensione di ‘Half Divorced’ dei Pissed Jeans

Pissed Jeans

Foto: Ebru Yildiz

Da quando abbiamo sterilizzato il rock, togliendo le pulsioni eccessive e sbagliate, il pericolo e la violenza, le cose sopra le righe e quelle sotto un certo standard morale, dischi come Half Divorced sono diventati ancora più dissonanti. Dentro ci sono i Pissed Jeans – bel nome, vero? – che tirano fuori temi e pensieri inconfessabili, li maciullano ovvero li esorcizzano sotto il peso di una musica elettrica, brutale, invasa da un’eccitazione parossistica. È mezz’ora di musica, con pezzi spesso sotto i due minuti, è una gloriosa sveltina.

Sesto album in una ventina d’anni della band della Pennsylvania che incide per la Sub Pop, Half Divorced è tutto sopra le righe e salvato puntualmente dal sano abbinamento tra cinismo, ferocia e ironia, e dalla convinzione che la violenza sia l’unica reazione possibile all’assurdo del mondo in cui viviamo. Si apre con una canzone in cui Matt Korvette canta (anzi, urla come un ossesso) che l’omicidio di per sé non sarebbe poi questo gran problema, il punto è che bisognerebbe ammazzare le persone giuste, non quelle sbagliate. Non pago, chiude dicendo (di nuovo: urlando come un pazzo) che quando partirà il massacro lui farà la Carlton dance, il balletto di Alfonso Ribeiro in Willy il principe di Bel Air.

In un’altra canzone deride l’idea di sapiosessualità, ovvero che l’intelligenza possa essere leva del desiderio erotico. Dice che lui è anti-sapio: non puoi dirgli che l’intelligenza è sexy, “m’interessa solo ciò che vedo”, al limite ciò che annusa. Ed è meglio non contrariarlo visto che scandisce “pensi di essere un uomo migliore di me?” e “stai lontano da me!” col piglio d’un hooligan che sta prendendo a calci in faccia un tifoso della squadra avversaria dopo averlo sbattuto a terra.

Altrove, canta del sogno avvelenato, quello americano o se preferite quello del capitalismo, ed esalta la felicità (si fa per dire) di avere ridotto il proprio debito, un tema che negli Stati Uniti è decisamente rilevante, portandolo a soli (ehm) 62 mila dollari. “E quando creperò lo passerò a mio figlio”, alé. L’ambiente è a pezzi, il morale è a terra, la classe media è massacrata. Ci sono anche la cover di Monsters dei Pink Lincolns che è perfetta per il tema del disco e un teatrino un po’ scemo, ma ci sta, in cui si fa l’elenco delle città non solo americane schifose. Se a Philadelphia le strade sono piene di spazzatura e a New York gli affitti sono troppo alti, Roma nella nostra bell’Italia ha un altro problema: è “controllata dai cattolici”. E insomma, dice, ovunque tu vada fa schifo, pure l’inferno è sovraffollato e nella dimensione della non-esistenza è buio pesto, e non si capisce se è lo sfogo d’un matto o di un osservatore lucido.

Pissed Jeans - Moving On (Official Video)

È un disco fast and furious, mosso da staccati violenti che seguono il canto scandito in modo brutale, riff di chitarre elettriche che sembrano schiacciasassi, sfuriate veloci seguite da declamazioni teatrali, parti ritmiche suonate da un batterista in preda a ipercinesia. È rock primordiale, l’energia è massima, lo spirito è sempre alto e fa da contrappeso ai testi che descrivono un mondo in cui tutto è spazzatura. E alla fine di Junktime c’è un assolo involuto e distorto che vi farà alzare il volume fino a quando il vicino di casa non tirerà pugni contro il muro. Uno come Korvette prenderebbe la sua frustrazione e ne farebbe una canzone.

C’è un altro aspetto interessante e cioè che facendo hardcore – o forse post hardcore o noise o quel che è, le definizioni sono tutte fallaci – i Pissed Jeans sbraitano contro i genitori elicottero, quelli con la mania del controllo dei figli, un tema che, come altri qui affrontati, uno non assocerebbe a questa musica. C’è che Half Divorced è il disco d’una band che si è messa alle spalle la gioventù e racconta quanto fa schifo la vita adulta. Lo dice da incazzata, per poi prendere in giro la propria incazzatura.

L’odio ti fa sentire vivo, canta un certo punto Korvette. Nel caso vi stiate chiedendo fino a che punto fa sul serio, sappiate che se lo domanda pure lui in una canzone in cui ammette di godere al pensiero di farvi del male, di ammazzarvi persino: “Lo sto dicendo sul serio? A questo punto non ne sono sicuro”. A differenza di chi fa musica esibendo le proprie virtù e criticando le mancanze altrui, la band di Half Divorced non fa la morale, neanche ai personaggi peggiori che Korvette impersona. “Tre bambini sono morti su un trampolino elastico, ma è venuto fuori un video pazzesco”, canta in una specie di filastrocca infernale. È chiaro che sta praticando una forma d’esorcismo e che goduria sentirlo cantare sgolato e a tutta velocità dello squallore delle nostre modernissime vite.

Altre notizie su:  Pissed Jeans