PinkPantheress, la recensione di ‘Fancy That’ | Rolling Stone Italia
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PinkPantheress, il mixtape ‘Fancy That’ e il pop sempre più British

Un inglesissimo party di 20 minuti basato sulla contaminazione fra stili e culture. Nei testi, amore, celebrità, droga e paranoia

PinkPantheress, il mixtape ‘Fancy That’ e il pop sempre più British

PinkPantheress

Foto: Warner

Mentre Charli XCX fa il suo giro trionfale negli States e l’Afrobeats continua a fornire linfa vitale all’R&B, val la pena notare un fatto ormai impossibile da ignorare: oggi il pop, che è storicamente un prodotto d’esportazione made in the U.S.A., suona più interessante altrove.

Lo prova Fancy That, il nuovo mixtape di PinkPantheress, nome d’arte di Victoria Beverley Walker. Un po’ come Charli, è un’artista britannica di origini miste e dal talento spiccato. E come lei fa musica profondamente legata alla scena club multietnica del Regno Unito. In Fancy That questa sua Britishness la mostra in modo sfrontato a partire dall’espressione usata come titolo e dal modo con cui posa in copertina, con tanto di corona in testa.

PinkPantheress non è una purista, è una che costruisce ponti sonori. Dopo le collaborazioni con Willow, Skrillex e Lil Uzi Vert, ha riesumato il suo pezzo del 2022 Boy’s a Liar e ha interpretato una Pt. 2 con Ice Spice. Risultato: un tormentone che ha scalato la classifica americana. Il tutto dopo aver lanciato la carriera con un teaser virale su TikTok (Just a Waste) costruito su un campionamento chiaramente non autorizzato di Off the Wall di Michael Jackson.

Detto ciò, è la scena del Regno Unito a pompare gran parte dell’energia dentro Fancy That. Walker è una classe 2001 con un debole per i banger d’inizio millennio e per i campionamenti che rendevano eccitanti ai tempi l’hip hop e la dance. Già nel suo primo mixtape To Hell With It aveva preso in prestito Circles di Adam F, un classico drum’n’bass col giusto tocco di stile, per l’hit Break It Off. Nel caso di Fancy That il cuore pulsante è Romeo dei Basement Jaxx (2001), una bomba disco-funk che viene rielaborata in Girl Like Me mantenendo quasi intatto il ritornello “let it all go!”. Il dna dei Jaxx spunta anche in una traccia originale chiamata Romeo, solo vagamente ispirata al pezzo del 2001, ma tanto basta per far apparire nei crediti i nomi di Felix Buxton e Simon Ratcliffe.

PinkPantheress - Tonight (Official Video)

In quanto ai testi, si parla d’amore, di celebrità, di droga e della paranoia che tutto ciò comporta. Walker altera digitalmente la voce per modulare la distanza emotiva da ciò che canta, ora più vicina e ora più lontana. Proprio come il suo pseudonimo lascia intendere, PinkPantheress è cartoonesca, ma con intelligenza. Il modo in cui dice “illegal!” nella traccia omonima fa sembrare adorabile il crimine. In Tonight e Stars sembra addirittura voler battere l’intelligenza artificiale sul suo stesso terreno, robotizzando la voce fino a sembrare una specie di Siri che si è ubriacata mescolando vodka e Red Bull. E non è nemmeno uno dei momenti più allucinati. In Noises due voci ripetono “what the fuck is that?!”, mentre Nice to Know You evoca Kate Bush con un pizzico di FKA Twigs.

Come se non bastasse, in Fancy That ci sono tracce destrutturate di Jessica Simpson e dei Panic! At the Disco, e in Stateside Walker è affiancata dall’enfant terrible dell’indie sleaze The Dare. Insomma, è un party di 20 minuti, nove brani che non sono mai sopra le righe, ma non vengono mai a noia. La lezione è che le culture contaminate sono sempre le più interessanti. E chi può ricordarcelo meglio di un’artista che prende il nome da un film americano interpretato da un attore inglese che veste i panni di un detective francese? Lunga vita ai mischioni.

Da Rolling Stone US.

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