Big Thief, la recensione di ‘Double Infinity’ | Rolling Stone Italia
And then there were three

I Big Thief hanno fatto un discone

Se ancora non conoscete la band di Adrianne Lenker, prendetevi 40 minuti per ascoltare il folk-rock cosmico di ‘Double Infinity’. Lo ritroverete nelle liste degli album migliori del 2025

I Big Thief hanno fatto un discone

Big Thief

Foto: Alexa Viscius

C’è un bel passaggio nel nuovo album dei Big Thief che ne racconta lo spirito. La canzone s’intitola Grandmother e parla del tempo che passa e che bisogna per forza lasciare andare. Parla anche di famiglia, della nostra precarietà, di tutti noi fatti di amore e dolore, della necessità di trasformare quel dolore in amore. Adrianne Lenker la canta con una sorta di dolcezza rassegnata fino al ritornello che dice “Gonna turn it all into rock and roll”, trasformerò tutto in rock and roll. È un’idea ambiziosa questa di trasformare in musica le esperienze, i dolori, la vita e la morte. Sembra un po’ retorica e parecchio freak tanto più che nella canzone Lenker è accompagnata dai vocalizzi di Laraaji, uno dei pionieri della new age. Eppure è esattamente quel che cercano di fare i Big Thief nel nuovo album. E ci riescono pure.

Double Infinity somiglia a quei sogni in cui ti pare d’aver colto un importante segreto della vita. Quando ti svegli, però, sono svaniti sia il sogno che il segreto. È seducente e inafferrabile, è fuori dalle categorie del rock attuale, è leggero e appassionato. Non è lento o soporifero, ma ha il fascino assieme discreto e profondo dei dischi che devi ascoltare con attenzione. Per capirlo e quindi per apprezzarlo devi prenderti 40 minuti della tua vita, metterlo su al giusto volume, fare attenzione ai testi. È un’esperienza sonora poco contemporanea e molto soddisfacente.

La narrazione che gli sta attorno è questa qua e la riporto per il poco che vale. Rimasti in tre dopo l’uscita dal gruppo pare non serenissima del bassista Max Oleartchik, Lenker, il chitarrista Buck Meek e il batterista James Krivchenia hanno inciso delle jam nell’arco di tre settimane ai Power Station di Manhattan, d’inverno. Forse per colmare quel vuoto, forse per imprimere un cambiamento alla musica, hanno invitato una decina di musicisti e amici a unirsi a loro in un’atmosfera creativa, con l’idea di far musica liberamente, con dentro di tutto, dai loop fatti coi nastri al suono di una cetra da tavolo, e poi cori, percussioni e il resto dell’armamentario tipico d’una rock band assemblato però in modo lievemente atipico.

Big Thief - Words (Official Video)

Il risultato è una musica elettrica che sembra galleggiare nel nulla su cui Lenker sovrappone ricordi ed elucubrazioni, una sorta di folk-rock cosmico sempre estremamente misurato e allo stesso tempo tagliente, con un registro canoro dolceamaro che è perfetto per raccontare storie ordinarie dentro cui trovare lo straordinario. Come Incomprehensible che parte con Lenker e il suo fidanzato che avendo perso un aereo decidono di andare a farsi un viaggio in auto nell’Ontario. Sono stati in Minnesota nella casa dove è cresciuta la cantante e lei si porta appresso qualche ricordo, i pochi che ha deciso di tenere, per lo più lettere e fotografie. E in quel viaggio e in questa canzone finisce con l’accettare il passare del tempo, il proprio decadimento fisico, tutto.

Ritmi morbidi e leggeri, chitarre che sembrano venire da un altrove, parti fluide e ripetitive, suoni meditativi, riverberi d’ambiente alla Daniel Lanois, tutto concorre a trasportare l’ascoltare in una dimensione sonora dove “sentire” conta più che “capire”, e del resto come canta Lenker in un pezzo le parole non hanno senso. Double Infinity è anche un disco di persone in viaggio, di luoghi e di descrizioni precise come quelle di Los Angeles, che è poi una canzone d’amore, ma di un amore che va oltre l’amicizia e il romanticismo. Precede curiosamente All Night All Day, che invece è un pezzo sul sesso senza pudori, né vergogne che però è una cosa diversa dall’amore, o come canta Lenker, “l’amore è solo un nome, è una cosa che diciamo per ciò che ci tiene uniti finché non veniamo assieme”.

Big Thief - Grandmother (feat. Laraaji) [Official Lyric Video]

Lenker è una cantante notevole, non lo si scopre oggi, ha una voce che nel registro alto tende in modo naturale al folk e al country, con un pizzico di selvatichezza e la capacità di far suonare convincenti canzoni che sembrano conversazioni con sé stessa. Nelle nove di Double Infinity azzecca sempre il tono sottilmente emozionante, semplice e al tempo stesso intenso, e sembra davvero, col suo carico di compassione mai lacrimevole, voler abbracciare idealmente tutta o almeno un pezzo dell’esperienza della vita. Anche grazie a lei e alle melodie che intona il disco suona ottimista ma non dozzinale, riflessivo senza risultare cervellotico o freak.

Con le sue canzoni al confine tra conscio e subconscio, canzoni che nella seconda parte sembrano espandersi e allo stesso tempo diventare più scarne fino a diventare praticamente dei mantra, Double Infinity è un album sulla capacità di trovare la bellezza nel quotidiano, sull’accettazione della vita, sull’abbandonarsi ad essa, sul tempo che passa. “Bellezza, parlami”, canta Lenker nella title track, “fatti conoscere, fammi vedere me stessa dentro al tuo mistero attraverso la gabbia di cristallo dell’età che avanza”. I due infiniti del titolo sono il tempo passato e quello futuro. Bello che il presente abbia anche il suono estatico di questo disco che, ne sono certo, ritroveremo nelle liste dei migliori del 2025.

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