Dijon, la recensione di ‘Baby’ | Rolling Stone Italia
Che stile

Ascoltate Dijon, che ha ancora voglia di sperimentare (e spiazzarci) col pop

È uscito ‘Baby’, l’album del nuovo fenomeno che sta da qualche parte tra l’aura aliena della musica di Mk.gee (che è stato il suo chitarrista e produttore) e l’R&B di Frank Ocean, ma non somiglia a nessun altro

Ascoltate Dijon, che ha ancora voglia di sperimentare (e spiazzarci) col pop

Dijon

Foto: Zachary Harrell Jones

È in una stanza della sua casa di Los Angeles che Dijon Duenas, in arte semplicemente Dijon, ha assemblato il debutto del 2021 Absolutely, un patchwork di vignette sonore delicato e carico d’emozione. Nel disco c’era traccia, eccome, del luogo in cui era nato. Nei video pubblicati su YouTube si vedono i musicisti ricreare le session. Circondati da drum machine, cavi e pedaliere, sembrano suonare con l’intensità spirituale di una funzione in una chiesa pentecostale. Absolutely era di fatto un progetto di divinazione, era un’opera d’evocazione spirituale. E come tutta la produzione di Dijon, poneva una domanda: che cosa significa amare qualcuno?

Il disco ha trasformato il musicista oggi 33enne in un eroe di culto, oltre a lanciare la carriera del chitarrista Michael Gordon, in arte Mk.gee, autore delle linee eteree e ultraterrene che davano al disco quell’aura aliena. Ci sono voluti anni affinché il culto che lo circondava debordasse nel mainstream. Un mesetto fa Justin Bieber ha pubblicato Swag, che deve molto sia a Dijon che a Mk.gee, entrambi coinvolti nel progetto col loro ormai distintivo approccio al pop. Pezzi come Daisies e Devotion, prodotti da Dijon, evocano una sorta di dimensione elastica, sospesa tra epoche, generi e umori diversi, creando suoni caleidoscopici e allo stesso tempo familiari.

Forte di questa consacrazione, Dijon ha deciso non senza coraggio di reinventarsi nel nuovo Baby al posto di cavalcare una formula che proprio ora sta iniziando a esplodere. I primi tre pezzi hanno titoli con punti esclamativi (Baby!, Another Baby!, Higher!) forse non a caso, essendo dotati dell’energia viscerale tipica di Dijon. Al centro del disco c’è la famiglia che ha messo in piedi con la compagna Joanie, musa ispiratrice di buona parte della musica, e le tracce iniziali raccontano l’euforia della paternità (“Let’s go make a baby! Another baby!”, canta senza un filo d’ironia) mescolata a un bel po’ d’introspezione.

Più che il testo conta il sentimento. In Higher! campionamenti e vocalizzi gutturali si intrecciano fino a perdersi, mentre Dijon contempla la felicità domestica trovata con la partner. Il pezzo scivola via tra effetti vocali e riverberi che ti fanno dubitare di averlo davvero accanto nella stanza mentre canta, per poi confluire naturalmente in Freak It, dove riff di chitarra sinuosi lasciano spazio a batterie sincopate che svaniscono come nebbia a ogni downbeat.

Dijon - HIGHER! (Official Audio)

In tutto l’album frammenti sonori – improvvisazioni, campionamenti hip hop vecchia scuola, voci effettate e accelerate – appaiono come lampi nel buio. Le tastiere di Yamaha s’adagiano su un arpeggio dal sapore anni ’80. “Sono innamorato di questa particolare emozione”, dice il ritornello forse più tradizionale del disco. Nel finale, la voce si dissolve nei beat trap e nei bassi che aprono Fire!, dove tornano le esplosioni e il punto esclamativo. Qui Dijon entra in un territorio più esistenziale, tra paranoia e amore incondizionato. “Anche quando non sono me stesso, lei dice che sto bene”, canta quasi incredulo. In Rewind si muove nello stesso territorio emotivo: grato per l’amore trovato, eppure sempre inquieto. “È solo vento che ulula senza sosta?”, chiede con la foga che i fan ormai si aspettano da lui.

In un certo senso, Baby somiglia a Endless di Frank Ocean, un altro disco che abbandonava le coordinate dell’R&B classico per diventare un enigma emotivo per solutori più che abili. E alla fine Dijon sembra tirare le somme in Kindalove: l’album è sperimentale, sì, ma nell’ultima traccia s’avvicina all’R&B tradizionale chiudendo il viaggio sonoro con una sorta di riassunto. “Quando ne ho bisogno, mi sorprendi col tuo amore”, canta dopo aver fatto esattamente la stessa cosa con queste 12 canzoni.

Dijon - Kindalove (Official Audio)

Da Rolling Stone US.

Altre notizie su:  Dijon mk.gee