Il manuale di sopravvivenza dei Metallica alla giovinezza: la recensione di '72 Seasons' | Rolling Stone Italia
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‘72 Seasons’, il manuale di sopravvivenza dei Metallica alla giovinezza

I gran maestri nell’arte del riff massiccio non sono più posseduti dal demone della velocità e cantano col senno di poi il passaggio all'età adulta, mettendo da parte la rabbia. Sarà mica saggezza? La recensione

‘72 Seasons’, il manuale di sopravvivenza dei Metallica alla giovinezza

Metallica

Foto: Tim Saccenti

Il giallo e il nero sono i colori tipici dei segnali di pericolo, dei rifugi antiatomici, degli adesivi “baby a bordo”, tutti avvertimenti che indicano una possibile minaccia o una catastrofe incombente. Ci sta che i Metallica abbiano scelto questo abbinamento cromatico per la copertina di 72 Seasons, una sorta di riflessione sul tema della crudeltà della giovinezza e dei pericoli insiti nel processo di crescita. Non che siano argomenti nuovi per la band, si pensi a The Unforgiven o a Dyers Eve, ma ora che James Hetfield e i suoi compari sono tutti suppergiù sessantenni riescono a vedere il passaggio all’età adulta sotto un’altra luce.

Nell’album numero 12, i Metallica ripensano ai loro anni formativi, quelli in cui andavano “a tavoletta o niente”, tanto che in Lux Æterna Hetfield riprende questa frase tratta dal debutto della band, Kill ’Em All del 1983. Si sentono anche “rotti, ammaccati e sfregiati”, un verso di Death Magnetic che torna in Room of Mirrors.

I Metallica sono sempre stati gran maestri nell’arte del riff massiccio, pieno di groove, e delle canzoni dalla struttura complessa. Oggi però, con più di 40 anni di esperienza alle spalle, suonano con più intenzione rispetto ai tempi in cui erano posseduti dal demone della velocità. In You Must Burn!, che ricorda la hit Sad But True, Hetfield canta “Fatti delle domande, potresti capire chi è la prossima strega che dovrai bruciare” appena prima che la band si lanci in un bridge inquietante, con tanto di voci spettrali che non assomigliano a nulla di quanto i thrasher abbiano fatto in passato.

In Too Far Gone?, un pezzo dall’atmosfera punk influenzata dai Misfits, Hetfield si chiede: “Sono andato troppo oltre per essere salvato? Aiutatemi a superare la giornata”. E in Sleepwalk My Life Away si domanda: “Se dovessi cadere, verresti?”. Che si tratti di fantasia o di autentiche ammissioni di fragilità (dall’uscita dell’ultimo album dei Metallica, Hetfield è tornato in riabilitazione e ha divorziato dalla moglie dopo 25 anni di matrimonio), 72 Seasons immortala un maschio alfa che abbatte la facciata di rabbia metallica ostentata nel tentativo di trovare il vero sé.

L’indagine arriva al culmine in Inamorata, una jam di 11 minuti che si snoda lentamente in una serie di riff melmosi, mentre Hetfield canta che “la tristezza, ha bisogno di me, ma ho più bisogno io di lei”. È una masterclass sul tema della malinconia. Pur essendo la canzone più lunga dei Metallica, non annoia poiché l’agonia di Hetfield sembra autentica. Riuscire a superare indenni le prime 72 stagioni della vita sarà anche stata una tortura per i Metallica, ma ora hanno capito che sono sopravvissuti all’apocalisse per condividere la propria saggezza.

Da Rolling Stone US.

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