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Il batterista: «I Motörhead sono finiti. Lemmy era i Motörhead». Una playlist per ricordare

Una selezione di 20 canzoni per ricordare lo spirito della band, senza il quale è stato deciso di non fare più tour o altro, ovviamente
Motörhead live @ Alfa Romeo City Sound 2014

Motörhead live @ Alfa Romeo City Sound 2014

Dopo la morte di Lemmy Kilmister, il batterista dei Motörhead, Mikkey Dee ha dichiarato quello che tutti si aspettavano: senza Lemmy, non ci sono più i Motörhead. «I Motörhead sono finiti, ovviamente. Lemmy era i Motörhead», ha detto Dee all’Expressen poche ore dopo la scomparsa di Kilmister, in seguito a una breve battaglia con “un cancro estremamente aggressivo”. «Non faremo più tour o altro. Non ci saranno altri album. Il marchio sopravviverà, e Lemmy resterà vivo nei cuori di tutti».

Dee, che ha preso il posto di Phil “Philthy Animal” Taylor come batterista dei Motörhead nel 1992, ha anche rivelato che Kilmister era in pessime condizioni di salute durante il loro recente tour europeo, ma nonostante questo non ha mollato mai. «Era terribilmente scavato, dava tutto sul palco e poi era sempre molto, molto stanco», ha detto Dee. «È incredibile che sia riuscito anche solo a suonare, che sia riuscito a finire il tour in Europa. Era solo 20 giorni fa. Incredibile. Gli sono infinitamente grato per il tempo che abbiamo passato insieme, per tutti i momenti meravigliosi».

1. “Motörhead” di Hawkwind (1975)

Nel gruppo fondato nel 1969 da Dave Brock militò per qualche tempo anche Lemmy Kilmister. Questa canzone in particolare è stata scritta sul balcone del famigerato hotel “Riot House” a West Hollywood durante la tournée del 1974 degli Hawkwind, un nuovo inno allo speed-freak che finì nel trasformasi nel nome della successiva band di Lemmy, plasmando la sua missione e il suo modello di sonoro.

2. “No Class” di Motörhead (1979)

“Shut up! You talk too loud!” intona Lemmy all’inizio di questo pezzo da Overkill del 1979. E fa capire quanto dolce e gentile possa essere Mr. Kilmister nel corso dei due minuti e mezzo della canzone.

3. “Damage Case” di Motörhead (1979)

Una traccia di swinging rock & roll, un richiamo a quello che avrebbero registrato Little Richard o Jerry Lee Lewis se non avessero dovuto fare in qualche modo i bravi ragazzi. Ma la cosa più importante per Lemmy, Damage Case ha dimostrato che era capace di suonare il basso come se fosse lo strumento principale.

4. “Stay Clean” di Motörhead (1979)

Stay Clean è una dichiarazione delle aspirazioni più nobili dei Motörhead. Mentre molte delle canzoni della band sono piene delle passioni giovanili della band per i drink pesanti e le belle ragazze, questo pezzo parla di integrità più che di comportamenti ribelli.

5. “Dead Men Tell No Tales” di Motörhead (1979)

Sì, è proprio Lemmy che dice ai più giovani di stare lontani dalle droghe pesanti. E le allusioni sono abbondanti.

6. “Bomber” di Motörhead (1979)

«Stavo leggendo il libro Bomber di Len Deighton mentre la scrivevo», ha detto Lemmy a Rolling Stone. «Parla di un raid sulla Germania da parte degli inglesi, che colpirono la città sbagliata, e parla di cosa stesse cadendo dal cielo da tutte le parti. È davvero un bel libro. Dovreste leggerlo».

7. “Ace of Spades” di Motörhead (1980)

Lemmy si lamentava spesso, visto che pensava di aver scritto canzoni migliori di questa, ma i fan non gli hanno mai permesso di escludere il pezzo dalla scaletta. Ed è facile capire perché, visto che il pezzo del 1980 ha tutto il necessario.

8. “(We Are) the Road Crew” di Motörhead (1980)

Dichiarava di aver scritto questo pezzo in appena 10 minuti, ma testi come “Another blasted customs post/Another bloody foreign coast/Another set of scars to boast” sono chiaramenti nati da anni e anni di tour.

9. “Love Me Like a Reptile” di Motörhead (1980)

I Motörhead, tra tutte le band, sono quelle che si avvicinano di più alla figura del rettile: mimetici, sinuosi e velenosi. Questa canzone è la colonna sonora perfetta per quando i festeggiamenti vanno un po’ oltre.

10. “Stand by Your Man” di Motörhead (1982)

Il duetto di Wendy e Lemmy su questo pezzo è spesso stonato, e le registrazioni stesse sono state problematiche (stando ad alcune voci, hanno portato all’addio del chitarrista “Fast” Eddie Clarke dai Motörhead) ma emana una sorta di fascino grezzo.

11. “Iron Fist” di Motörhead (1982)

Dal suo intro di basso galoppante e distorto fino al ritornello, Iron Fist è adrenalina pura. I testi di questo pezzo sono tra i più bizzarri della band (“Moon eclipse and you know why/Ghost rider in the sky/Beast of evil, devil’s hound/Tooth and claw, they pull you down”).

12. “Killed by Death” di Motörhead (1984)

Solo Lemmy e i Motörhead avrebbero potuto creare un titolo così vuoto. È fantastico! Una delle quattro canzoni inedite nella compilation (da avere) del 1984 No Remorse.

13. “Orgasmatron” di Motörhead (1986)

Il periodo a metà degli anni Ottanta è stato molto strano per la band: da una parte erano ancora abbastanza vicini ai successi di Ace of Spades e No Sleep ‘til Hammersmith. Dall’altra parte dovettero fondare una propria etichetta, la GWR, per pubblicare un disco.

14. “1916” di Motörhead (1991)

Nonostante i lenti non siano mai stati esattamente uno dei pezzi forti della band, la title track del loro album del 1991 resta uno dei lavori migliori dei Motörhead.

15. “R.A.M.O.N.E.S” di Motörhead (1991)

Il tributo di Lemmy ai punk di New York. Due band dallo spirito simile, che si rispettavano a vicenda.

16. “No Voices in the Sky” di Motörhead (1991)

Kilmister si butta in politica con questo pezzo, criticando tutti, dai politici ai predicatori televisivi. E alla fine, non rimane nient’altro che la triste realtà, che non possiamo portarci via niente da questo mondo quando non ci saremo più.

17. “Hellraiser” di Motörhead (1992)

Una canzone scritta per l’amico Ozzy Osbourne che è stata fatta in una versione più rallentata anche da Lemmy. «Non so se a Ozzy è mai piaciuta la mia versione, non me l’ha mai detto».

18. “Born to Raise Hell” di Motörhead (1983)

Un messaggio molto semplice: siamo gentaccia che non arriva a fare niente di buono, ma ci divertiamo un sacco a farlo.

19. “Shake Your Blood” di Motörhead (1984)

Dave Grohl ha realizzato il sogno di ogni metalhead con Probot, l’album del 2004 nel quale ha riunito alcuni dei suoi musicisti preferiti. E nei gloriosi tre minuti e mezzo di Shake Your Blood ha distillato 30 anni di storia dei Motörhead.

20. “Bad Boy” di The Head Cat (2011)

Lemmy ha avuto ovviamente successo con i Motörhead, ma era molto orgoglioso del suo progetto The Head Cat, nel quale poteva esprimere tutto il suo amore per il rockabilly e il country.Era un cattivo ragazzo, ma in questa performance di Bad Boy è felice come un bambino alle prese con il rock & roll.

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