Le cose che so di lei, le cose che so di lui: la playlist “incrociata” di Charlie Risso e Federico Dragogna | Rolling Stone Italia
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Le cose che so di lei, le cose che so di lui: la playlist “incrociata” di Charlie Risso e Federico Dragogna

I due hanno collaborato per il nuovo EP della cantautrice, 'The Light', in cui il chitarrista dei Ministri si è occupato della produzione. Per l'occasione ci hanno svelato i brani che più amano dell'altro

Le cose che so di lei, le cose che so di lui: la playlist “incrociata” di Charlie Risso e Federico Dragogna

Charlie Risso e Federico Dragogna

Foto: Silvia Badalotti

Tra Charlie Risso e Federico Dragogna c’è un’enorme stima reciproca. Lo si intuisce da come parlano e raccontano della musica dell’altro, da come la ascoltano e la vivono. Che la cantautrice genovese e il musicista milanese, colonna portante dei Ministri, trovassero quindi il modo di mettersi assieme per lavorare era nell’aria. L’occasione è stata il nuovo EP di Charlie Risso, The Light, del quale Dragogna ha curato la produzione artistica. Quattro brani, pubblicati lo scorso 4 novembre, che raccolgono le ispirazioni reciproche e conducono Risso in nuove dimensioni sonore ed emotive.

Approfittando di questa occasione, abbiamo chiesto ai due di consigliarsi le canzoni che preferiscono dell’altro, così da creare una playlist a quattro mani, proprio come in The Light.

“Io sono fatto di neve” Ministri

Un brano dolcissimo di grande sensibilità. Una ballad insolita per i Ministri perché si discosta dalle loro sonorità abituali e questo mi ha colpito come tutte quelle ballad che amo ed ho amato di hard rock band storiche come ad esempio i Nirvana con The Man Who Sold The World. Io Sono Fatto Di Neve è un brano che denuncia le condizioni di vita degli abitanti dell’Ex Moi di Torino ed è un invito diretto a chi potrebbe intervenire, a non voltarsi dall’altra parte. (C.R.)

“S.I.N.” Charlie Risso

S.I.N. – il secondo pezzo dell’EP – aveva come titolo di lavorazione Norway e quando ho sentito la melodia della strofa ho pensato che sarebbe stato perfetto sentirla al tramonto lanciati lungo una strada tra i boschi della Norvegia. Io in Norvegia non ci sono mai stato, un po’ come Salgari ambientò mille libri in India o in Malesia senza mai lasciare l’Italia. Ma è proprio questo, credo, uno dei grandi compiti che hanno musica e letteratura: farci viaggiare, senza dover fare un passo. (F.D.)

“Inverno” Fabrizio De Andrè (Ministri cover)

Difficile per una genovese come me quando altri musicisti decidono di “coverizzare” un suo brano. Impresa davvero coraggiosa eppure questa versione dei Ministri, che ho ascoltato la prima volta in studio da Mattia Cominotto, mi commuove, per non parlare del video girato dal talentuoso Marco Pellegrino. Voto 10. (C.R.)

“The Light” Charlie Risso

Sono cresciuto, come molti della mia generazione, con l’imprinting di Twin Peaks – una strana combinazione di musica, luoghi e oscurità che ha stregato anche chi non ha mai visto la serie. Per questo, da produttore, ho sempre tenuto le orecchie aperte sperando di incontrare sulla mia strada una Julee Cruise, musa di Lynch e voce di molti pezzi della colonna sonora originale: Charlie è stata quell’incontro, e The Light è un po’ la sua The Nightingale – un brano epico e sognante che vorrei sentire entrando in un qualche locale alla One Eyed Jacks nelle colline dietro Genova (dove invece ci sono solo cinghiali). (F.D.)

“Comunque” Ministri

Come si fa a star fermi seduti sulle poltrone quando ascolti Comunque? Mi fa ballare ed io adoro ballare, come ai tempi in cui si andava tutti al Coccodrillo a Sampierdarena. Di lì passavano le band più svariate: dal surf al punk, al rock. Tra le migliori serate di sempre e che si concludevano regolarmente davanti ai forni a quell’ora già operativi, a mangiare focaccia calda. Ecco Comunque mi ricorda un po’ quei momenti, rievoca le sensazioni della mia giovinezza spensierata, con quella carica esplosiva che ti proietta in avanti… a resistere, a non mollare. Se non vi è ancora capitato di sentirla live, preparatevi a saltare! (C.R.)

“Dark” Charlie Risso

Ha senso scrivere canzoni in inglese se poi si vive e si suona più che altro qui, in Italia? Forse no, in effetti, eppure credo che una parte dell’immaginario che abbiamo dentro sia ormai indissolubilmente legata all’inglese. E, almeno per me, è la parte dark – come il titolo del primo pezzo che ho sentito di Charlie Risso. Sentito e visto: aveva un video che pareva un sogno e la melodia che mi aspetterei da un incantesimo. E mentre mi ci perdevo dentro pensavo che è bello che un certo buio che ho dentro parli un’altra lingua. (F.D.)

“New Church” Federico Dragogna

Splendida questa produzione di Federico nella quale riconosco parte delle influenze contenute nel mio EP The Light. The Man Who Stole Banksy è un docufilm molto interessante che affronta tematiche legate alla speculazione nel mercato della street art. Un punto di vista palestinese sull’arte occidentale. A me ha ricordato un po’ i fine anni novanta di Tricky, un bel loop(one) di quelli che vorresti trovarti in macchina a vagare di notte in giro per la city di Londra. (C.R.)

“Tornado” Charlie Risso

Il primo tornado che ho incontrato in vita mia è stato quello che porta via Dorothy ne Il Mago di Oz – che da piccolo cercavo di sincronizzare con Dark Side Of The Moon come leggenda vuole. Il Tornado di Charlie Risso è una bellissima ballata country che potrebbe tranquillamente risuonare in un locale polveroso lungo una statale del Kansas e forse starebbe bene uguale sotto le immagini di Dorothy che vola insieme al suo cane Toto. Possibile che il country sia la colonna sonora più adatta a fenomeni atmosferici così violenti e devastanti? Assolutamente sì. (F.D.)

“Peggio di niente” Ministri

Oltre che amarne l’energia, che contraddistingue spesso i Ministri ed i riff di chitarra di Federico, trovo molto interessante il testo che si riferisce alla pandemia con uno sguardo decisamente più dark sul “come ne usciremo”. Rappresenta l’anti buonismo a tutti i costi. Il videoclip ha quei toni cupi che mi affascinano sempre e mi ha ricordato le super produzioni dei videoclip di Marvin Lee Aday, meglio conosciuto come Meat Loaf, che purtroppo ci ha lasciati quest’anno, con la differenza che al posto di Ellen Foley e Angelina Jolie ad accompagnare Federico, Davide e Michele nel videoclip ci sono tre meravigliosi coniglietti bianchi. (C.R.)

“Nothing At All” Charlie Risso

Zavattini diceva «Ho sempre creduto che la malinconia fosse originaria del Po. E che altrove si trattasse di imitazioni». Il video della bellissima Nothing At All, che è girato in ASper8 (cioè la pellicola che riesce a triplicare qualsiasi malinconia), ha come location proprio quella parte d’Italia dove il Po si tuffa in mare – la stessa cornice invernale di un vecchio film con Alain Delon, La prima notte di quiete. Se Lana del Rey fosse nata al di qua dell’oceano, credo avrebbe fatto la stessa scelta di Charlie. (F.D.)

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