La playlist "di coppia" di Matt Sweeney e Bonnie 'Prince' Billy | Rolling Stone Italia
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La playlist “di coppia” di Matt Sweeney e Bonnie ‘Prince’ Billy

Da Frank Sinatra e Nelson Riddle a Quincy Jones e Ray Charles, ecco le collaborazioni musicali più insolite, particolari e interessanti secondo il duo di ‘Superwolves’

La playlist “di coppia” di Matt Sweeney e Bonnie ‘Prince’ Billy

Matt Sweeney e Bonnie ‘Prince’ Billy

Foto: Jonah Freeman/Justin Lowe

A più di quindici anni da Superwolf, Matt Sweeney e Bonnie “Prince” Billy, due musicisti di culto della musica americana, sono tornati a unire le forze per Superwolves, album uscito venerdì 30 aprile. È un classico disco collaborativo, scritto alla maniera di Jerry Garcia e Robert Hunter dei Grateful Dead: Bonnie scrive i testi, poi Sweeney dà forma ad accordi e melodie, infine i due si ritrovano per suonare insieme. Da qui nascono nuove idee, testi e armonie su cui lavorare in maniera fluida.

La scrittura di Superwolves inizia cinque anni fa, ma i due si sono trovati per una session vera e propria solo poco prima dell’arrivo della pandemia. «È molto stimolante scrivere musiche su cui Will canterà», ha detto Sweeney. «È una sfida non facile. Mi fa venire voglia di abbinare alla sua voce una parte di chitarra che la regga come un calice regge il vino, o il sangue, o qualsiasi cosa sia necessaria per vivere meglio».

Abbiamo approfittato dell’uscita per chiedere a Sweeney e Billy di raccontarci le loro “coppie musicali” preferite in una playlist. Loro sono partiti da una coppia non musicale: Mohammed Mrabet e Paul Bowles.

«Tutte le storie e i romanzi pubblicati col nome di Mrabet» raccontano «sono passati dal filtro della traduzione di Bowles. Sono due narratori che si mettono uno nelle mani dell’altro. Abbiamo messo Bowles nell’artwork dell’edizione fisica di Superwolf e Mrabet in quello di Superwolves, perché la loro collaborazione ci affascina e ci ispira. L’atto di riconoscere l’altro in quanto compagno, aiuto e ispirazione è una cosa a cui ci affidiamo molto, ci è molto familiare».

“Cheree” Suicide

Suicide - Cheree (Official Audio)

Quando aveva 16 anni Sweeney li ha visti live al CBGB, anni dopo ha trovato il suo Alan Vega in Bonny.

“Empire of the Senseless” Mekons & Kathy Acker

The Mekons Empire Of The Senseless

I Mekons hanno scritto Empire of the Senseless ispirandosi a un libro di Kathy Acker. Poi hanno fatto uno spettacolo insieme, Pussy, King of the Pirates, allargando i confini di quello che si può fare con una collaborazione letterario-musicale. Acker è bravissima a vivisezionare le cose e i Mekons sono grandiosi nell’unire le forze e celebrare quello che è eterogeneo, rendendolo coeso.

“I Confess” Kevin Coyne & Dagmar Krause

Alla fine del ventesimo secolo Bonny ha fatto scoprire a Sweeney questa collaborazione straordinaria. Sweeney gliene è ancora molto grato.

“Blues in the Night” Frank Sinatra & Nelson Riddle

Frank Sinatra "Blues In The Night" (1958)

Tilt di Scott Walker e Only the Lonely di Frank Sinatra sono due dischi che si somigliano molto. Walker ha trovato quelle atmosfere solitarie dentro di sé, mentre Sinatra si è sempre affidato ad autori e arrangiatori. Only the Lonely è un disco grandioso, crudo, astratto e poetico grazie al rispetto e alla collaborazione che Riddle e Sinatra non avevano paura di dimostrarsi a vicenda.

“I Feel Good Again” Junior Kimbrough & Charlie Feathers

Ascoltare questi due giganti della musica americana insieme, mentre esplorano in tempo reale l’unione dei loro stili inconfondibili, è paradisiaco. Qui Charlie segue l’inimitabile guida di Junior.

“Good Ole Boys Like Me” Don Williams & Bob McDill

Don Williams-Good Ole Boys Like Me (With lyrics)

Non si è scritto abbastanza sui modi con cui i cantanti e gli autori incrociano le loro strade. Non esiste un’accoppiata migliore tra penna e voce di Don Williams che canta le canzoni di Bob McDill come Good Ole Boys Like Me e If Hollywood Don’t Need You (Honey I Still Do). La scrittura è sorprendente, insolita per una canzone country americana, e la performance è sicura, amabile e solida. Il risultato finale eleva tutte le parti coinvolte, soprattutto il pubblico. È la prova che anche nella musica semplice c’è spazio per un po’ di complessità.

“Stinkey” Chuck Berry & Bo Diddley

Non c’è dubbio, questi due ci hanno dato dentro insieme. Si sente in questo pezzo, dove è chiaro che Chuck approva il break di chitarra di Bo, come se dicesse «non fermarti, continua, arrivo anche io, ma ora suoni davvero bene».

“My Buddy” Quincy Jones & Ray Charles

Ray Charles - My Buddy (Love you Quincy) at Kennedy Center Honors 2001

Jones e Charles si conoscevano già da bambini e hanno sempre lavorato insieme. Quando Quincy Jones ha ricevuto il Kennedy Center Honor dal Presidente degli Stati Uniti, Charles ha cantato My Buddy e si è preso subito la sala, cancellando la pomposità e la superficialità della cerimonia per mandare un messaggio unico d’amore, rispetto e amicizia musicale.

“Sex Dwarf” Soft Cell

Soft Cell - Sex Dwarf

Le diverse personalità e abilità dei membri di questo duo ha dato forma alla loro famosa cover di Tainted Love, esattamente come abbiamo rispettosamente incasinato There Must Be a Someone dei Gosdin Brothers per Superwolves. Ma abbiamo ascoltato Tainted Love fin troppe volte, quindi ecco un altro pezzo di questi ragazzacci.

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