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La playlist di Alva Noto

Il musicista elettronico tedesco si è preso una sbandata per i cantanti di gola della Mongolia, tanto da farne uno spettacolo al Teatrino di Palazzo Grassi il 10 maggio

Per secoli le popolazioni nomadi della Mongolia hanno praticato il canto di gola per comunicare con la propria interiorità e con la natura circostante. L’antichissima arte gutturale, che nel 2010 è stata aggiunta da UNESCO ai patrimoni immateriali dell’umanità, deve aver colpito molto la compositrice Gantuya Badamgarav e il suo collega tedesco Carsten Nicolai, per gli amici Alva Noto, tanto da spingerli a creare A Temporality.

Si tratta di una performance interattiva sonora, ospitata dal Teatrino veneziano di Palazzo Grassi e inserita nel programma ufficiale del Padiglione della Mongolia alla 58esima Mostra Internazionale d’arte della Biennale di Venezia. E siccome la serata è proprio domani sera alle 21, pareva quantomeno sensato chiedere al Signor Noto, Alva, una breve playlist dei 4 brani che l’hanno ispirato di più nell’impresa. Ovviamente, brani commentati dallo stesso pioniere dei glitch.

“O Superman” di Laurie Anderson

Classico senza tempo. Non invecchia mai e soprattutto non ha mai smesso di ispirarmi.

“Dolmen Music” di Meredith Monk

Raramente ci sono voci nei miei brani solisti, ma questi vecchi pezzi di Meredith Monk sono tuttora nella mia testa.

“Empire iii” di Jon Hassell

Registrata nel 1983, quindi in tutto e per tutto anticipatrice. Questa è vera avanguardia.

Brano tradizionale di una cantante di gola mongola

Viaggiando per la Mongolia ho avuto la fortuna di lavorare con i straordinari cantanti di gola. Ecco un esempio: quattro di questi incredibili musicisti si esibiranno con me a Venezia. Sono davvero impaziente.

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