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La playlist dei Demonology HiFi

In attesa della chiamata per il rave in Vaticano, i due esorcisti dell'elettronica hanno scelto cinque brani per raccontarci della nuova vita sul dance floor dopo la pausa con i Subsonica, the Dj Shadow e Brian Eno

Vent’anni trascorsi a dettare il sound e il ritmo dell’elettronica made in Italy con i Subsonica, una pausa dalla band e l’inizio di un nuovo progetto, nato per ‘esorcizzare’ il pubblico sul dance floor a suon di suon di bass music e percussioni tribali, tra la jungle e la drum and bass.

Stiamo parlando dei Demonology HiFi, nome dietro cui si nascondono Ninja e Max Casacci, rispettivamente batterista e chitarrista dei Subsonica, anima e mente del gruppo torinese, freschi del successo di Inner Vox, il loro album d’esordio uscito lo scorso 20 gennaio.

Di Innervox i due musicsti ci avevano raccontato la genesi: un disco nato dal desiderio di sperimentare, di allontanarsi dai Subsonica gettandosi oltre i rigidi confini della “forma canzone”, sia nel suono che nel ritmo, spinti all’estremo grazie anche a un lavoro in studio fatto di sintetizzatori, campionamento e drum machine digitali, segno che il progetto Demonology HiFi vuole entrare dritto nella scena internazionale dell’elettronica del nuovo millennio.

Li abbiamo incontrati in occasione della loro esibizione al Teatro Sociale di Como, per un evento organizzato da Maker che vedrà i due ‘predicatori’ della consolle alternarsi dietro mixer e cdj con Popolous e Protopapa. Un tetro dell’800 spogliato dalle poltrone, con scenografie, visual e light design che trasformerà in una ‘discolabirinto’ un palco dove – fra gli altri hanno suonato ​artisti ​ come Niccolò Paganini, Franz Liszt e Giuditta Pasta: «Come Demonology HiFi, non ci siamo mai esibiti in teatri o luoghi antichi – ci hanno raccontato Casacci e Ninja – ma ci aspettiamo a breve un invito formale da parte della Santa Sede per dare vita al primo rave in Città del Vaticano»,

Insomma, in attesa che arrivi LA chiamata, ci siamo fatti raccontare dai due Demonology quali sono stati i dischi, e i brani, che più hanno influenzato il lavoro per Innervox e, tra Dj Shadow e Hudson Mohawke – vi assicuriamo – ci sarà da ballare.

“Pass That Shit (feat. Spinn & Taso)” di Dj Rashad (da Double Cup)

“Bergschrun (feat. Nils Frahm)” di Dj Shadow (da The Mountain Will Fall)

“Thank You” di Hudson Mohawke (da Satin Panthers)

“Chroma Chords” di Alix Perez (da Chroma Chords)

“The Jezebel Spirit” di David Byrne e Brian Eno (da My Life In A Bush Of Ghost)

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