Rolling Stone Italia

«La musica al primo posto»: Big Fish racconta i pezzi che l’hanno influenzato

In occasione dell’uscita del libro ‘Il direttore del circo’, il produttore racconta le canzoni su cui si è formato, da quella gli ha fatto venire voglia di comprare un campionatore a quella che gli faceva sognare la West Coast

Fare il produttore in Italia dev’essere un po’ come fare il direttore di un circo che deve tenere a bada bestie feroci come manager, discografici, artisti, giornalisti. E Il direttore del circo. Come sopravvivere alla musica è il titolo del nuovo libro di Big Fish, vero nome Massimiliano Dagani, già membro dei Sottotono e collaboratore fra gli altri di Fabri Fibra, Emis Killa, Chadia Rodriguez.

«Dopo oltre venticinque anni passati in questo settore mi sembra giusto condividere la mia esperienza con tutti, nella speranza che possa servire da spunto a qualcun altro», scrive nell’introduzione. Il libro contiene «consigli dati da una persona che ha attraversato più o meno tutte le fasi di una carriera musicale, dalla gavetta alla prima posizione in classifica (e a volte viceversa), con alti memorabili ma anche con disastrosi bassi».

Big Fish scrive, fra le altre cose, della trasformazione dell’artista in influencer a cui si è assistito negli ultimi anni. «Un bel selfie su Instagram, magari con addosso una cintura firmata o le sneakers del momento, secondo alcuni è molto più importante che saper chiudere le rime, saper produrre beat originali o trasmettere qualcosa con la propria voce e il proprio strumento. Ma la musica non va usata semplicemente come un mezzo per apparire: quando lo fai, lei si vendica. Può andarvi bene per qualche mese, magari per qualche anno, ma alla fine viene fuori inevitabilmente la verità: e la verità è che se non la mettete al primo posto, non arriverete da nessuna parte».

È una lezione che ha imparato anche ascoltando i classici. Gli abbiamo chiesto di raccontarci i pezzi che più hanno influenzato la sua formazione musicale di «giovane rapper di provincia», e non solo.

“Paid in Full” Eric B. & Rakim

Il singolo del primo disco rap che ho comprato assieme al primo dei Beastie Boys e a Strong Island dei J.V.C Force. Era magico. L’avevo sentito suonato da Jovanotti a Radio Deejay. La cosa più sconvolgente è il remix fatto dai Coldcut con un sample della cantante israeliana Ofra Haza che rende tutto più sensuale.

“Beat This” Bomb the Bass

È iniziato tutto da qui. È il primo disco di un dj e produttore con una miriade di sample: voci, chitarre, batterie. Ci saranno 200 sample non dichiarati. Mi ha fatto venire la voglia di prendere un campionatore.

“Fight the Power” Public Enemy

Non è la prima cosa che ho ascoltato dei Public Enemy, ma è quella che più mi è rimasta. Per me questo pezzo significa protesta, che è la cosa che cerchi quando hai 18, 20 anni. Il fatto che fosse legato al film di Spike Lee Fa’ la cosa giusta lo rendeva ancora più figo.

“O.G. Original Gangster” Ice-T

Conobbi Ice-T grazie al film New Jack City. A 16 anni ero affascinato dalle gang di Los Angeles e in O.G. Ice-T raccontava quel mondo.

“Promised Land” Joe Smooth

Grazie a Jovanotti che ascoltavo in radio, nel 1987 iniziai a fare il dj in discoteca, passando cose house. Il pezzo di Joe Smooth mi colpì per la sua diversità. Non era la classica traccia house, andava bene in discoteca, ma anche in radio. Mi piacevano il sound, la melodia, il testo, mi sembrava un progetto più completo degli altri.

“Fuck tha Police” N.W.A.

Riecco la mia passione per Los Angeles e i riottosi. Gli N.W.A. erano con i Compton’s Most Wanted il mio gruppo preferito. Se sei un giovane rapper di provincia e hai 16, 17 anni, senti la frase “fuck the police” e ti ci ritrovi. Gli N.W.A. erano quello che volevo essere anche visivamente: vestiti di nero, col cappellino dei Raiders. Solo col tempo ho capito che “fuck the police” è un messaggio un po’ troppo distorto.

“What Else Is There?” Röyksopp

È la giusta combinazione di musica elettronica e melodia quasi angelica, un pezzo quasi dance con una grande atmosfera. Mi affascinava la pronuncia nordeuropea della cantante che la rendeva innaturale.

“Born Slippy” Underworld

È il pezzo più importante della colonna sonora di Trainspotting: basterebbe questo. Quando parte, mi vengono i brividi. Lo associo all’immaginario del film, alla cultura dei sobborghi inglesi, alla cultura rave, alla malattia, alla droga.

“Tainted Love” Marilyn Manson

Vidi il video per caso su YouTube e me ne innamorai. Era un primo esperimento di metal-rap. Ci sono le sonorità della trap attuale, con la batteria con la 808 e le chitarre distorte, ma non come nel metal. Era una distorsione quasi digitale che faceva venire in mente un synth. È la cover più bella che hanno fatto.

“Straight Up Menace” MC Eith

Lui è uno miei rapper preferiti di sempre, ex membro dei Compton’s Most Wanted. Il pezzo era nel film Nella giungla di cemento (Menace II Society) che avrò visto cento volte e che parlava dei quartieri di Los Angeles e dei piccoli criminali che facevano macelli. La cosa singolare del pezzo è che non era fatto con campioni, ma con le tastiere. Aveva un suono particolare ed ebbe un sacco di successo, come il film.

“Ghetto Bird” Ice Cube

La si ascoltava all’inizio di Nella giungla di cemento. Ghetto Bird è il verso di un uccello che facevano le vedette del ghetto per avvisare che arrivava la polizia. Non ero un grande fan di Ice Cube, ma ero sotto con la West Coast e questo pezzo era super West Coast.

Iscriviti