Il meglio di Syd Barrett in 10 canzoni | Rolling Stone Italia
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Il meglio di Syd Barrett in 10 canzoni

Suonava la chitarra solista nei Pink Floyd, aveva dato il nome alla band e scriveva gran parte dei loro brani, comprese le loro uniche hit. Celebriamo il diamante pazzo con una playlist

Syd Barrett (Pink Floyd) nel 1967 (foto: Chris Walter)

Syd Barrett (Pink Floyd) nel 1967 (foto: Chris Walter)

See Emily Play

Intriso di infantile innocenza e drogato fino al midollo, è diventato un inno psichedelico per il movimento controculturale, e la chitarra di Barrett ha un già respiro post-punk, 11 anni prima. Per David Bowie, Barrett è stato «un’enorme fonte di ispirazione», e ha proposto una cover di Emily nel suo album Pin Ups del 1973.

Astronomy Domine

Il brano di apertura di The Piper at the Gates of Dawn del 1967 ha inventato il rock spaziale, offrendo un modello di riferimento a migliaia di gruppi futuri.

Jugband Blues

L’unico brano composto da Barrett che figura nel secondo album dei Pink Floyd, A Saucerful of Secrets del 1968, è un’analisi spigliata e frammentata della sua mente che si sta sgretolando. È un diretto antecedente di Life in a Glass House dei Radiohead.

Baby Lemonade

Questa melodia ossessionante, guidata dall’organo, apre l’album solista del 1970 con versi come “fredde mani d’acciaio applaudono la festa dei pagliacci”.

Wouldn’t You Miss Me (Dark Globe)

"Wouldn't You Miss Me (Dark Globe)" in HD - Chris Cornell 11/26/11 Atlantic City, NJ

Opel, del 1988, è una raccolta di versioni rare e brani estratti dai due album solisti di Barrett, compresa questa straziante richiesta d’aiuto. Barrett ha registrato Wouldn’t You Miss Me nel 1969, e il brano è stato riproposto da molti gruppi, tra cui i Soundgarden e i R.E.M.

Bike

I Pink Floyd hanno portato davvero una bici in studio per inserire i suoni delle ruote e del campanello. L’andatura dinoccolata della melodia al piano infonde ai versi un tono surreale e incalzante. “Sei il tipo di ragazza che rientra nel mio mondo”: una sfida, oltre che un invito.

Arnold Layne


Il singolo d’esordio dei Floyd ha spinto il rock inglese in una direzione nuova. Il testo parla di un travestito che ruba la biancheria, mentre la musica sembra una porta segreta che schiude un mondo di vertiginose possibilità.

Terrapin

Una delle più strane seduzioni blues mai registrate. Su una chitarra acustica integrata da timide sovrapposizioni elettriche, Barrett invita la sua ragazza a raggiungerlo nel paradiso antropomorfico e subacqueo dentro la sua mente muscosa.

Octopus

Questo singolo solista tiene sospeso l’immaginario di un album degno di Alice nel paese delle meraviglie. È inebriante nella sua atmosfera intima e ipnotica.

Here I Go

Una melodia da varietà felicemente maldestra. Un uomo viene scaricato da una ragazza perché non le piace la sua musica, perciò lui si innamora della sorella, che invece la adora. Un umorismo spensierato che non trova sufficiente spazio nel mito costruito intorno alla geniale follia di Barrett.

cover pink floyd

Nello speciale numero in edicola abbiamo rovistato nei nostri archivi per includere l’ultima intervista rilasciata da Syd Barrett, visionario e tragico fondatore dei Pink Floyd. Abbiamo anche onorato il patrimonio lasciato in eredità della band con una guida a ciascuno dei loro album e una raccolta di tributi di alcuni loro eredi, da Jim James dei My Morning Jacket a Robert Trujillo dei Metallica.

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