Non bastava la gentrificazione a Milano: ci voleva anche Drake | Rolling Stone Italia
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Non bastava la gentrificazione a Milano: ci voleva anche Drake

In una città che sta venendo depredata degli spazi di aggregazione, arriva un bel giorno il rapper canadese famosissimo e con il suo lungometraggio milanese spoilera, tra le varie, la Bocciofila Caccialanza: uno dei pochi angoli di città intatti, dove si poteva ancora fare festa indisturbati. E che caz*o

Non bastava la gentrificazione a Milano: ci voleva anche Drake

Uno screenshot di Drake alla Bocciofila Caccialanza

La notizia non è di certo nuova, anzi è di circa una settimana fa: Drake, dopo il pienone dei suoi quattro concerti consecutivi al Forum di Assago (29 e 30 agosto, 1 e 2 settembre), ha pubblicato un lungometraggio. S’intitola Iceman Episode 3 e fa parte di una serie di video in cui il rapper gira per vari posti iconici o comunque rilevanti di una città. I primi due sono stati girati a Toronto (la sua città) e Manchester. Nel terzo, Drizzy si fa un bel tour notturno di Milano.

A bordo di quella che sembra una Lancia anni ’70, rigorosamente col cambio automatico perché da quella parte del mondo non sono capaci di guidare col manuale, il nostro si sposta dalla Bocciofila Caccialanza (dove incontra Sfera Ebbasta) al Castello Sforzesco, dal teatro Gerolamo alla Trattoria del Nuovo Macello. E poi ancora una sequenza club all’Apophis, una tappa alla Mère Ubu di Mirò in via Senato, un giretto alla Basilica di Santo Stefano Maggiore, e poi su fino a Piazzale Loreto e via Padova.

Il senso di tutti questi videoni, tutti accomunati dall’onnipresenza di comparse vestite da Pinocchio che seguono Drake un po’ ovunque, è di accompagnare i fan in un percorso che porterà all’uscita del nuovo album, Iceman. Quando è uscito l’episodio milanese, manco a volerlo, proprio in città ci si mobilitava per il gigantesco corteo del 6 settembre, che è sfociato in una gloriosa manifestazione con quasi 50mila persone (numero che va ovviamente sempre dimezzato quando a comunicarlo è la polizia).

Il motivo del corteo lo conosciamo tutti: una città sempre più in mano alla speculazione e ai palazzinari, fuori e dentro l’amministrazione comunale. Un sistema, ormai dominante, che non solo toglie spazi di aggregazione alla città, che sia con la forza come nel casus belli del Leoncavallo o in maniera più subdola, come l’aumento degli affitti e la conseguente chiusura di posti storici come il Club Plastic. Ma anche un sistema che riempie questi spazi vuoti di cose inutili, come l’ennesimo showroom che vende cose a prezzi accessibili solo a pochissimi.

La mia filter bubble era impazzita qualche giorno fa alla vista di Drake aggirarsi tutto baldanzoso, con le treccine e il pataccone indiamantato al polso, tra i veci della Bocciofila Caccialanza. A me invece sono venuti i brividi e onestamente mi sono incazzato anche un po’. In quel posto ci ho fatto feste assurde. L’ultima, questo inverno, era il compleanno di due amiche. Tema: Las Vegas. Ci siamo divertiti un mondo, tutti ubriachi e agghindati come soubrette o crooner in pailettes dorate, ovviamente con palesi riferimenti a Elvis. Il giorno dopo di siamo svegliati tutti con un mal di testa allucinante, perché la qualità dell’alcol di una bocciofila dev’essere per forza scadente, perché i prezzi devono essere per forza più bassi rispetto al resto dei wine bar coi vini naturali. Ora mi chiedo: dopo che quasi due milioni di persone hanno visto il video di Drake, rimarrà tutto uguale alla Bocciofila?

Già normalmente a Milano funziona che un posto figo ma sconosciuto prima o poi venga scoperto e di conseguenza rovinato, nell’ordine, dal giro della moda e poi dagli zanza. Se poi arriva Drake, che possibilmente riunisce sotto lo stesso tetto entrambe le categorie di persone sopracitate (a fine video c’è un omaggio ad Armani), allora possiamo già dire addio alla Bocciofila e anche alla Trattoria del Nuovo Macello che, ok, era già uno dei ristoranti più buoni di Milano. Ma ora penso sarà letteralmente impossibile trovare posto. E magari il menù salirà anche un pochino di prezzo?

Dell’Apophis frega nulla, perché tanto era già un mini asilo notturno per figli di papà in pieno Duomo. Ma ecco, se già questa città sta già diventando di suo invivibile per un rapporto osceno tra costo della vita e salario (letteralmente uno dei più sbilanciati d’Europa), se poi arriva anche quello zarro a rovinarmi uno dei pochi spot dove montare una consolle con degli amici e fare un casino inaudito fino alle 3 senza che nessuno, buttafuori o polizia, rompa il cazzo, allora è la fine.

Il karaoke del Johann Sebastian Bar, la sala da biliardo Jolly (che però in parte resiste al’assedio della moda grazie a una natura fieramente zarra, o il barettino della compianta Lina in zona Darsena, tramutato nei suoi ultimi anni in un set fotografico perenne, o ancora il Ponky e il Circolo dei Combattenti, che dagli ex alpini è passato agli hipster di zona Sarpi: insomma, la lista degli esempi di luoghi svuotati della propria essenza da questa milanesità gentrificatrice è infinita.

Per la cronca, tornando a Drake, se sei uno zarro rimani uno zarro anche se cerchi di fare i lungometraggi artsy, con quelle sequenze che sembrano colte perché non vogliono dire semplicemente nulla, tipo i Pinocchio che su un tavolo del Nuovo Macello scrivono “Legacy” con il pennello intinto di vernice rossa. Ma per favore. Se devo perdere un’ora e mezza del mio prezioso tempo terreno, piuttosto mi riguardo uno dei miei film preferiti, The Death Of Stalin, che consiglio immediatamente di vedere a chi non lo conoscesse. Perché alla fine è giusto condividere cose belle con altre persone, se sai che non possono rovinarle.

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