WOLF incontra Fred De Palma e Baby K, professione hitmaker | Rolling Stone Italia
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WOLF incontra Fred De Palma e Baby K, professione hitmaker

I due artisti sono stati ospiti delle nostre interviste per WOLF | HUNGRY FOR LIFE e ci hanno raccontato cosa significa scrivere dei tormentoni

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Uno dei più grandi falsi miti che aleggiano attorno alla musica italiana è quello legato al tormentone. Amato, odiato, criticato, ballato tutta l’estate, il tormentone è parte delle nostre vite, che si voglia o meno. Ogni anno – ma in particolare nella stagione più calda – inizia una sfida a quale sarà la canzone che segnerà definitivamente le nostre vacanze. Brani semplici, pop, orecchiali e cantabili, certo, ma sbaglia chi pensa che per fare un tormentone ci voglia poco: una vita bisogna saperla fare. E per alcuni artisti farle è diventato un mestiere.

Nel nostro ciclo di interviste di Rolling Stone per WOLF, il lifestyle program che offre un ecosistema di contenuti esclusivi e benefici per chi appartiene alla sua community, si indaga sui retroscena dell’industria musicale attraverso le voci di artisti e addetti ai lavori che ci piacciono per scoprire cosa accade dietro le quinte di quel mondo, di hitmaker ne sono passati. Merk & Kremont, ad esempio, che ne ha prodotte moltissime, o Federica Abbate che, nelle retrovie, ne ha firmate un’infinità. Ma se pensiamo all’estate, e al tormentone, i nomi che vengono in mente sono certamente quelli di altri due nostri ospiti: Fred De Palma e Baby K.

Fred De Palma e Baby K hanno molto in comune, non solo le hit. I due condividono infatti l’arco della propria carriera, proprio a partire dagli esordi, dalla scena rap. Fred De Palma facendo freestyle («ho iniziato a farlo sopra le basi techno, mi presentavo ad ogni contest e ne vincevo molti»), Baby K sgomitando in un ambiente a predominanza maschile per affermarsi come la prima donna sulla Luna (per citare un suo album) del rap italiano. Con le prime vittorie da un lato («nessuno voleva capitare con me alle gare di freestyle perché») e i primi successi dall’altro i due artisti entrano così nel panorama nazionale, con la rapper singaporiana che ci riesce come nei migliori dei film, ricevendo una chiamata di un grande artista, Tiziano Ferro: «Quando ci siamo sentiti al telefono per la prima volta mi ha citato un pezzo di una mia canzone con quella sua voce unica. Così ci siamo messi in contatto, ci siamo incontrati a Latina e mi ha detto: “Voglio collaborare con te, non solo un featuring, ma voglio lavorare in studio con te”».

Dopo anni di gavetta, il mondo dei due cambia a metà degli anni dieci.  Baby K – che era già stata in classifica con il disco Una seria (co-prodotto, per l’appunto, da Tiziano Ferro) – in coppia con Giusy Ferreri tira fuori dal cilindro un brano dalle sonorità latine che cambierà le sorti del pop estivo italiano, Roma-Bangkok: «Mi dicevano che non avrebbe funzionato: le radio non erano interessate, Giusy era ferma da un po’ e ai tempi quelle sonorità non c’erano in Italia. È stato un azzardo. All’inizio c’è stato tanto hating ma ad un certo punto è cambiato il sentiment, una sorta di volontà dal basso, dal pubblico, che ha spinto il brano». Nello stesso periodo anche Fred De Palma fa il passo e sorprende tutti, lasciando alle spalle il rap per riscoprirsi reggaetonero: «Mi dissero: “sei impazzito? Perché lo vuoi fare?”. Ma sono stato il primo artista italiano a dire “faccio reggaeton”, non si era mai sentito dire prima». Il resto è storia: Baby K firma tormentoni come Voglio ballare con te, Da zero a cento, Playa, Non mi basta più mentre Fred De Palma replica con D’estate non vale, Una volta ancora, Paloma, Extasi. Perché come spiega Fred De Palma: «Se il pezzo è una hit, sarà una hit». E se lo dice lui possiamo crederci.

Ma quant’è la pressione nello scrivere una hit? «È importante ricordarsi che a volte si vince e a volte si perde. Bisogna lasciarsi lo spazio per sbagliare. Bisogna avere una propria identità perché una artista si differenzia da un’interprete o una cantante per il fatto che crea» ci ha spiegato Baby K. De Palma invece ne chiarisce l’importanza anche da un punto di vista del mercato italiano: «Prima d’estate c’erano solo artisti esteri in classifica, mentre ora io, Baby K, e alcuni altri, abbiamo creato un nuovo mercato estivo. Alla gente piaceva ascoltare quelle hit e questo ha fatto sì che ne ora vogliano molte di più».

La formula per scrivere una hit, nonostante manuali e tutorial che imperversano su internet, non esiste. Baby K e Fred De Palma ci hanno raccontato questo, spiegandoci come un tormentone non sia – come molti pensano – qualcosa di semplice da programma a tavolino, bensì un misto di perseveranza, capacità, talento. Ma anche fiuto e tempismo. Tutta una serie di caratteristiche che – assieme – sono nelle mani di pochi. E questi pochi noi li chiamiamo hitmaker.