Vasco Brondi: «Vado in tour perché l’arte deve essere un anticorpo» | Rolling Stone Italia
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Vasco Brondi: «Vado in tour perché l’arte deve essere un anticorpo»

Il cantante porterà in giro quest’estate lo spettacolo ‘Talismani per tempi incerti’: canzoni originali, cover, letture con l’accompagnamento di chitarra, violoncello e pianoforte. Per ora sono previste tre date

Vasco Brondi: «Vado in tour perché l’arte deve essere un anticorpo»

Vasco Brondi

Foto: Lidia Bianchi

«Ci sono momenti in cui l’arte più chiaramente può essere un anticorpo, le poesie degli oracoli, la filosofia un ulteriore sistema immunitario, le canzoni risvegliarci, la letteratura proteggerci. Tutto quello che sembrava inutile perché non funzionale si è dimostrato fondamentale per passare attraverso i momenti inaspettati, anzitutto per me».

Così Vasco Brondi presenta il suo ritorno alle esibizioni dal vivo, un anno e mezzo dopo avere chiuso l’avventura di Le Luci della Centrale Elettrica. E lo fa in un momento particolare, in cui la musica sta fattivamente ripartendo nonostante le limitazioni causate dal virus.

Il suo spettacolo, nato in questi mesi, si chiama Talismani per tempi incerti. Sono previste per ora tre date: il 17 luglio a Villa Torlonia (S. Mauro in Pascoli, FC) per la rassegna Reverso, il 18 luglio a Villa Manini (Codroipo, Udine) per la rassegna Concerti nel Parco e il 5 settembre al Teatro Romano di Verona per il Festival Rumors. Lo spettacolo sarà un mix di canzoni di Brondi, cover e letture. Il cantautore sarà accompagnato da Andrea Faccioli (chitarra), Daniela Savoldi (violoncello) e Angelo Trabace (pianoforte).

«Non avevo previsto di suonare quest’estate ma la bellezza delle proposte, la dimensione intima che in questo caso non è una mia richiesta strana ma una condizione necessaria, l’idea di queste sonate per pianoforte, violoncello e chitarre distorte e la possibilità di condividere le cose che sto leggendo e di ritrovarsi dopo questo periodo assurdo, sono state un richiamo irresistibile», dice Brondi in un comunicato. «Mischiare alle mie canzoni, altre canzoni che ho sempre ascoltato e scritti che mi sono sempre rimasti dentro e tornati in mente come anticorpi in questi tempi di incertezza. Incontrarsi, ritrovarsi nello stesso luogo fisico. Riportando fuori i corpi in posti stupendi, tutti insieme distanziati e attenti ma insieme».