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Universal Music Group potrebbe ritirare il proprio catalogo da TikTok

Succederebbe se non si dovesse raggiungere un nuovo accordo con il social network di proprietà di Bytedance. Le misure entrerebbero in vigore già da domani

Foto: SOPA Images/LightRocket via Getty Images

Universal Music Group (UMG) — colosso dell’industria musicale che vanta tra i suoi artisti Taylor Swift, Billie Eilish, Olivia Rodrigo, Drake, Kendrick Lamar e Post Malone tra gli altri — ha dichiarato che potrebbe ritirare tutta la propria musica da TikTok se le due parti non dovessero raggiungere un nuovo accordo circa la cessione dei diritti al social.

L’annuncio arriva in una lettera aperta pubblicata online nella mattina di martedì 30 gennaio, alla vigilia della scadenza del precedente accordo di cessione dei diritti, che termina il suo corso nella giornata di oggi. Nella comunicazione, UMG ha dichiarato che, durante i tentativi di rinnovo, Bytedance (casa-madre di TikTok) avrebbe fatto muro su tre temi fondamentali: «fornire un compenso adeguato agli artisti e autori del gruppo, proteggere gli artisti umani dagli effetti perniciosi dell’Intelligenza Artificiale, e promuovere la sicurezza di tutti gli utenti del social». Se non si dovesse trovare un nuovo accordo, da domani il catalogo UMG scomparirebbe dalla piattaforma cinese.

Ma la lettera continua: «TikTok vorrebbe riconoscere ai nostri artisti e autori un compenso infinitesimale rispetto alle cifre di cui si parla sulle altre maggiori piattaforme social. Riprova ne è che, nonostante gli utenti di TikTok continuino ad aumentare, così come i ricavi delle sue attività pubblicitarie e, allo stesso tempo, la sua dipendenza da un catalogo musicale sempre meglio fornito, la voce “TikTok” stacca solamente l’1% della nostra revenue».

«Ciò che riscontriamo è dunque che TikTok sta cercando di costruire un impero basato sulla musica, senza però riconoscere proprio alla musica il suo giusto valore». Secondo UMG, la piattaforma avrebbe addirittura proposto un accordo a tariffe minori per questo rinnovo di contratto, mettendo in campo azioni intimidatorie quali «eliminare selettivamente i brani di alcuni artisti emergenti, mantenendo sui suoi spazi solo gli artisti maggiori, di fama mondiale».

«Quella di TikTok è una strategia ovvia: usare il suo potere di piattaforma per danneggiare artisti vulnerabili e convincerci ad accettare un pessimo accordo, che non tiene conto del valore della musica e che è una truffa per tutti: artisti, autori, fan. Non lo sottoscriveremo mai».

L’impasse segna un importante sviluppo non solo per gli artisti legati a Universal Music Group, ma anche per il ruolo di TikTok all’interno dell’ecosistema musicale. Gli ultimi cinque anni, infatti, lo hanno visto affermarsi come il principale strumento di marketing in questa industria: ha contribuito a lanciare nuovi artisti, ha trasformato brani in hit virali, ha fatto risalire in vetta alle classifiche vecchi nomi di catalogo e ha contribuito a modificare le stesse modalità di pubblicazione della musica.

Poco dopo TikTok ha risposto con un comunicato:

«È triste e deludente che Universal Music Group abbia anteposto la propria avidità agli interessi dei propri artisti e autori. Nonostante la falsa narrativa e la retorica di Universal, il fatto è che ha scelto di abbandonare il potente supporto di una piattaforma con oltre un miliardo di utenti che funge da veicolo promozionale e di scoperta gratuito per i suoi talenti. TikTok è stata in grado di raggiungere accordi “artist-first” con ogni altra etichetta ed editore. È chiaro che le azioni egoistiche di Universal non sono nell’interesse di artisti, autori e fan».

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