"Under A Blood Red Sky” degli U2 è in edicola: la recensione storica di Rolling Stone | Rolling Stone Italia
News Musica

“Under A Blood Red Sky” degli U2 è in edicola: la recensione del 1984

Un cofanetto raccoglie tutti i dischi della band di Bono e soci, e oggi con TV Sorrisi e Canzoni è possibile acquistare il primo album dal vivo della band di Bono e soci

U2, un dettaglio della copertina di Under A Blood Red Sky

U2, un dettaglio della copertina di Under A Blood Red Sky

Dal 26 agosto con Tv Sorrisi e Canzoni, in collaborazione di Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, arriva in edicola l’intera opera degli U2 all’interno di un cofanetto che comprende tutti gli album in studio, un cd live e 4 dvd live, in edizione digipack. Oggi esce in edicola il primo album dal vivo della band di Bono, Under A Blood Red Sky, e questa è la recensione apparsa su Rolling Stone US nel 1984.

Non c’è niente in grado di dimostrare meglio il potere ipnotico di questa band irlandese che un loro concerto, e questo mini album di otto tracce, prese dal loro ultimo tour, mostra chiaramente perché la gente abbia eletto gli U2 la miglior band live del 1983.

Il produttore Jimmy Iovine assieme al suo ingegnere del suono Shelly Yakus, hanno attenuato il suono distorto del mix chitarra-batteria così come prodotto dal precedente fonico della band, Steve Lyllywhite, senza tuttavia in alcun modo sacrificare l’energia di puro rock & roll e gli attacchi graffianti che hanno reso famosi gli U2.

L’approccio di Iovine svela l’arma segreta degli U2: il modo di suonare versatile ed elastico del bassista Adam Clayton. Durante tutto il disco, il costante tappeto di basso intessuto da Clayton crea lo spazio per The Edge e i suoi abbaglianti lamenti di chitarra. Gloria, che nella sua versione in studio affonda sotto il peso esagerato della fede di cui parla, qui si trasforma in un rock ardente, mentre le tastiere malinconiche di The Edge fanno diventare New Year’s Day migliore dell’originale. Ma l’apice viene raggiunto con Sunday Bloody Sunday. Potrà pur non essere una canzone ribelle, così come aveva detto Bono davanti a un pubblico tedesco presumibilmente attonito, ma è comunque un brano capace di ogni altra emozione: una sintesi addolorata e meditativa di credenze religiose e politiche, sostenuta dal riff da stadio più devastante del decennio. Questa è una Stairway to Heaven per intellettuali – anche se è suonata un pochino troppo veloce – e lancia Under a Blood Red Sky oltre l’arcobaleno.

Nonostante tutto, Bono resta ineluttabilmente se stesso, sia quando si lascia andare (nell’intermezzo Send in the Clowns per la comunque ammirevole The Electric Co.) sia che sia lui a trasportarci via, come con la dolce poesia di 40.
Una volta ho visto gli U2 suonare I Will Follow per tre volte in un unico concerto, stabilendo il record di ripetizioni ancora imbattuto da una grande band. Se riesco ancora a godermela nella versione contenuta in questo album, immaginate quanto piacerà a voi.

Altre notizie su:  U2