Il New York Times ha seguito la giornata di Dwayne Rosado, un 52enne di Middletown, New York che pochi giorni fa ha sborsato 12.495 dollari per fare da roadie per una giornata a Gene Simmons dei Kiss, portando con sé il figlio tredicenne Zach.
È un’iniziativa che ha fatto discutere. Non è esattamente un contratto di lavoro, ma una delle cosiddette experience che vengono vendute dal musicista che è in tour da solista con la sua band, un pacchetto vip che prevede che una persona (più un accompagnatore) stia al fianco del rocker e del suo gruppo nel giorno del concerto, dando anche una mano alla preparazione dello show, oltre a ricevere un basso autografato e suonato a una prova dei Kiss, avere accesso a backstage e soundcheck, salire sul palco durante lo show e altro ancora.
Simmons ha spiegato in radio, a 95.9 The Rat, che il prezzo molto alto è dovuto alle spese assicurative: «Magari qualcuno vive un’esperienza negativa, fa causa e tocca sborsare centinaia di migliaia di dollari. Bisogna assicurarsi per ogni evenienza».
Il costo non ha scoraggiato Rosado che ha vissuto l’esperienza al Count Basie Center for the Arts di Red Bank, New Jersey e a cui è stata diagnosticata di recente la sclerosi multipla. «Si vive una volta sola e io voglio viverla, la vita. Non ho intenzione di morire ricco. Voglio morire felice».
L’uomo e il figlio hanno suonato con la band di Simmons nel soundcheck per poi salire sul palco durante il concerto. «Sono cresciuto senza un padre»‚ ha detto il bassista dei Kiss «e quindi significa molto per me vedere un buon padre che sta con la famiglia e si assicura che i suoi figli crescano bene». Quando il musicista ha chiesto a Rosado qual è la lezione più importante da dare a un figlio, l’uomo ha risposto: «Niente droga e niente alcol».
Rosado dice che ne è valsa la pena. «Assolutamente sì. Nulla al mondo potrà essere meglio di questa serata. È impressa nella Kisstory e finirà su YouTube. Potrò riguardare quel momento per sempre».