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Un curatore della Rock and Roll Hall of Fame ha cercato di vendere manoscritti rubati degli Eagles

Gli originali di ‘Hotel California’ e ‘Life in the Fast Lane’ che l’uomo ha cercato di piazzare con due complici valgono un milione di dollari

Un curatore della Rock and Roll Hall of Fame ha cercato di vendere manoscritti rubati degli Eagles

Gli Eagles negli anni '70

Foto: RB/Redferns

Tre uomini, tra cui un curatore della Rock and Roll Hall of Fame, sono stati incriminati ieri per il possesso di manoscritti e testi rubati appartenenti al co-fondatore degli Eagles Don Henley. Si stima che i documenti valgano complessivamente più di un milione di dollari.

Sono quasi 100 pagine quelle che il curatore Craig Inciardi, Glenn Horowitz e Edward Kosinski hanno, secondo l’accusa, cercato di vendere. Ci sono anche i testi di Hotel California e Life in the Fast Lane e vari appunti di Henley (tramite gli avvocati difensori, i tre si sono detti innocenti).

Erano anni che Henley cercava di recuperare quei manoscritti che sono stati presumibilmente sottratti negli anni ’70 da un meglio specificato biografo, il quale secondo gli inquirenti li ha venduti a Horowitz nel 2005.

Dopo aver coinvolto Inciardi e Kosinski, Horowitz ha tentato di rivendere i documenti a varie case d’asta, tra cui Sotheby’s e Christie’s, e ha cercato di forzare lo stesso Henley ad acquistarli, pur essendo quegli scritti di proprietà del musicista degli Eagles.

Le indagini sono iniziate poco prima della morte di Glenn Frey degli Eagles, avvenuta nel gennaio 2016. Al fine di far cadere le accuse, Horowitz avrebbe anche architettato un piano per far sì che la proprietà dei documenti fosse attribuita a Frey. In un’e-mail avrebbe scritto che «far figurare [Frey] come fonte metterà fine a questa storia una volta per tutte».

Ora Horowitz rischia quattro anni di carcere, Inciardi e Kosinski sono stati accusati di possesso illegale di primo grado. Secondo quanto appreso da Rolling Stone US, Inciardi è stato sospeso dal suo ruolo presso la Rock and Roll Hall of Fame, una decisione che il presidente e CEO Joel Peresman ha comunicato al consiglio d’amministrazione poco prima che la notizia fosse resa pubblica.

«Al momento» scrive Peresman in una lettera che Rolling Stone ha potuto leggere «non sappiamo se Craig abbia commesso degli illeciti. Rimarrà in congedo in attesa dell’esito dell’indagine interna condotta da terzi e di capire la portata delle accuse».

Il manager degli Eagles Irving Azoff ha detto a Rolling Stone che la band è soddisfatta dell’incriminazione e che Henley non vede l’ora di rientrare in possesso dei suoi scritti.

«Questo caso mostra che cosa accade attorno alle vendite di memorabilia musicali, oggetti personali che vengono rubati nascondendosi dietro a un paravento di legittimità», dice Azoff. «Nessuno ha il diritto di vendere beni ottenuti illegalmente, né può trarre profitto da pezzi unici della storia della musica sottratti illegalmente. Questi manoscritti sono parte integrante del patrimonio che Don Henley ha creato nel corso dei suoi 50 e passa anni di carriera».

Nell’annunciare l’incriminazione, il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg scrive che «New York è una capitale mondiale per l’arte e la cultura, chi ha a che fare con artefatti culturali deve seguire scrupolosamente la legge. Gli imputati hanno cercato di vendere manoscritti unici e preziosi, pur sapendo di non avere il diritto di farlo. Pur di trarne profitto, hanno inventato storie circa l’origine dei documenti e il loro diritto di possederli».

Tradotto da Rolling Stone US.

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