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Gli ultimi giorni di Lemmy: il suo 70esimo compleanno e la scoperta della malattia

«La diagnosi del tumore? L'ha presa meglio di noi», ha detto il manager Todd Singerman
Il 26 dicembre Lemmy ha scoperto della sua malattia. Foto: Michael Putland/Getty Images

Il 26 dicembre Lemmy ha scoperto della sua malattia. Foto: Michael Putland/Getty Images

Due weekend prima di morire, Lemmy Kilmister dei Motörhead stava festeggiando sulla Sunset Strip un improbabile traguardo raggiunto: il suo prossimo 70esimo compleanno. Il suo aspetto era fragile e regale allo stesso tempo nella sua divisa, giacca e cappello nero, mentre guardava da una balconata rialzata del Whisky a Go Go (un locale di West Hollywood, ndt) il tributo che gli stavano dedicando Slash, Billy Idol, Sebastian Bach e altri famosi compari.

L’invito, arrivato via e-mail, parlava di una notte di musica, “chiacchiere e divertimenti vari”, per il 13 dicembre. L’ex batterista dei Guns N’ Roses Matt Sorum era il conduttore della serata, oltre che il direttore musicale, a capo di una schiera di importanti musicisti, tra hard rock e punk.

Il batterista dei Metallica, Lars Ulrich, ha preso un volo apposta per l’evento ed è stato per la maggior parte della serata seduto assieme a Lemmy. Sul palco, il chitarrista Zakk Wylde aveva scelto di indossare un abito di jeans sopra una maglietta dei Motörhead, mentre ripeteva la classica battuta riguardo certi immortali del rock, interrogandosi su “quale tipo di mondo lasceremo a gente come Lemmy e Keith Richards”.

Anche Lemmy era appena sbarcato da un volo partito dall’Europa, il giorno prima, ed era parecchi stanco. La sua mano destra tremava e appoggiava il suo bastone tra le gambe mentre gli amici e i fan gli auguravano il meglio. Verso la fine della serata, il chitarrista degli OFF! Dimitri Coats è arrivato per un saluto e per ricordare a Lemmy di una serata del 2003 allo strip club Crazy Girls di Hollywood, passata a bere e giocare d’azzardo.

Lemmy gli ha stretto la mano, chiedendo con un sorriso, “Ho vinto io?”

È stato un vincente del mondo del rock & roll per la maggior parte dei suoi 70 anni e la sua morte improvvisa di lunedì a causa di un cancro è stata uno shock per i suoi fan in giro per il mondo e per i suoi amici più stretti. Due settimane fa, la band ha concluso il tour europeo, con un concerto a Berlino, l’11 di dicembre. Avevano in programma di tornare in Europa a gennaio.

Durante gli ultimi due anni, i problemi di salute hanno pesato parecchio sul trio, da quando Lemmy ha dovuto concludere prima del tempo un concerto del 2013 a Wacken, in Germania. Soffriva di diabete e di aritmia cardiaca e ha dovuto subire un intervento chirurgico, tornando poco dopo sul palco, con due performance di grande successo al Coachella l’anno successivo, seguite da un tour intorno al mondo e un nuovo album, Bad Magic, pubblicato la scorsa estate.


Ha anche cambiato un po’ il suo stile di vita: da due pacchetti di sigarette al giorno è passato a uno alla settimana. E dopo almeno quarant’anni a bere un litro e mezzo di Jack Daniels al giorno, è passato alla vodka con succo d’arancia, per quattro o cinque drink in 24 ore. Ma si prendeva ancora la sua dose di speed quotidiana.

Nelle ultime settimane, Lemmy ha iniziato a rallentare. «Non faceva più soundcheck. Non rilasciava più intervista. Non poteva fare nulla», dice Todd Singerman, l’uomo che per 24 anni è stato il manager della band. Ma Lemmy saliva sempre sul palco. «Pensa a quanta energia e quante palle sono servite per suonare di fronte ai suoi fan, per fare l’ultimo cazzo di show due settimane fa, e poi crollare. È come Rocky per me. È la massima espressione del coraggio. Stava morendo. Non lo sapeva, ma il suo corpo lo sentiva. Non c’era più nulla da fare».

La morte, il mese scorso, dell’ex batterista dei Motörhead, Phil “Philthy Animal” Taylor ha colpito molto Lemmy. Singer man sospettava che il calo di energia di Lemmy fosse da attribuire alla depressione legata alla perdita di un amico, unita ai suoi soliti problemi. Ma Lemmy era ancora deciso a festeggiare il suo compleanno al Whisky, sulla Sunset Strip, un posto che per decenni è stato casa sua.

Sorum, che nel 2009 ha suonato con i Motörhead per 15 date, sostituendo Mikkey Dee, ha riunito i nomi per il party, mettendo in lista vari componenti, attuali e passati, di Guns N’ Roses, Metallica, Velvet Revolver e tanti altri. Slash ha eseguito (We Are) the Road Crew dei Motörhead con alcuni membri degli Anthrax, e Steve Vai ha interpretato a suo modo Foxy Lady di Hendrix. La nottata si è conclusa con un set punk rock sul palco, tra cui Nilly Idol, Sorum, il chitarrista dei Sex Pistols, Steve Jones, il bassista dei Guns, Duff McKagan e Billy Duffy, chitarrista dei Cult. Sono stati proiettati anche dei toccanti video messaggi di gente come Iggy Pop,Billy Gibbons, Def Leppard, Gene Simmons, Tom Morello e tanti altri.

Alcune ragazze del locale hanno ballato tra una canzone e l’altra, regalando anche caramelle agli ospiti, oltre che CD della band rockabilly di Lemmy, gli Head Cat, e i sex toy dei Motörhead, chiamati “Pleasure Bullet”. (Lo slogan recita: “Do it hard, do it fast — do it loud!”)


«Erano lì per lui», dice Sorum del pubblico e dei musicisti. «L’ha apprezzato molto, in puro stile Lemmy. Non era il tipo che saltava dalla gioia. Quando vedevi un sorriso, allora sapevi di averlo conquistato. In fondo, era un animo molto gentile e dolce».

Più tardi, il basso di Lemmy è stato estratto dalla sua scatola magica e gli Head Cat sono saliti sul palco per un paio di canzoni, ma Lemmy non è riuscito a scendere dalle scale verso il palco. Allora è salito Sorum per un saluto. «Gli ho detto, “Spero che tu ti stia divertendo”, e lui “Oh, it’s fucking great“».

Due giorni dopo, Lemmy ha accusato dei dolori al petto ed è andato al pronto soccorso, ma è stato dimesso il giorno dopo. I dottori non avevano trovato nulla al cuore. Singerman e gli altri amici hanno preso loro l’iniziativa, decidendo per fargli una lastra al cervello, «visto che parlava molto male», dice. Erano preoccupati che avesse avuto un ictus.

«Perché non parlava? Farfugliava qualcosa ogni tanto», dice Singerman. «L’abbiamo portato a fare la lastra e allora i medici hanno detto, “Oddio! C’è qualcosa nel cervello e sul collo”. Sabato, il 26 dicembre, un dottore è venuto a casa sua, con i risultati, e ci ha detto che aveva dai due ai sei mesi di vita».

Era un cancro, ma Lemmy ha reagito con calma. «L’ha presa meglio di noi. Il suo unico commento è stato, “Ah, solo due mesi?”. Il dottore gli ha risposto “Sì, Lem, non voglio prenderti per il culo. È brutto e non c’è niente che si possa fare. Ti mentirei dicendoti che hai una possibilità».

Singerman era intenzionato a tenere la diagnosi per sè e annunciare solo che era gravemente malato e aveva bisogno di una pausa. «Lui invece ha insistito, “No, adesso vai e tiri fuori un comunicato stampa. Voglio che la gente sappia che è un cancro. È una cosa brutta e devono saperlo”. Questo è quello che voleva».

Il piano era quello di fare un comunicato dopo aver informato la famiglia e gli amici. Erano state assunte delle badanti per assisterlo e era già arrivato un kit di morfina per alleviare il dolore. Era stato anche portato il videogioco preferito di Lemmy, preso direttamente dal Rainbow Bar & Grill di Hollywood, dove si fermava sempre a giocare.

Singerman e gli altri avevano iniziato a chiamare gli amici e la famiglia, mentre Lemmy aveva avvisato in prima persona gli altri Motörhead, domenica notte. Tutti si stavano organizzando per trovarlo.

«La cosa che mi ha più colpito: è stato visitato da migliaia di medici in migliaia di ospedali in tutto il mondo e nessuno si è accorto di niente», dice Singerman. «Devi sentirti dire che hai un cancro dopo tutti i test che hai fatto nella tua vita? È molto dura da buttare giù. Non aveva più nessuna speranza. “Non hai più di sei mesi di vita”, era molto chiaro».

Un dottore ha fatto visita lunedì mattina. Ozzy Osbourne stesso sarebbe passato il giorno dopo. Lemmy ha passato ore a giocare al videogioco, assieme al proprietario del Rainbow, Mikael Maglieri. Poi si è messo a riposare e non si è mai più svegliato.

«Mikael mi ha chiamato per dirmi, “Mio Dio, è appena morto di fronte a me”», ricorda Singerman.

La reazione è stata immediata su tutti i social, coinvolgendo tutti gli amici di Lemmy e tutte le generazioni del rock. Il cantante dei Kiss, Gene Simmons, ha mandato una mail a Rolling Stone con uno scatto recente di lui e Lemmy nel backstage di qualche posto: “Dietro all’Uomo e alla Leggenda c’era una persona gentile che ti faceva sentire speciale”, ha scritto Simmons. “Il Lemmy che ho conosciuto e amato dava sempre una mano alle nuove band. Mi mancherà”.

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