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Tutte le storie pazzesche che Morgan ha raccontato a ‘Muschio selvaggio’

L’incontro con Asia Argento, il pianobar per mantenere la madre e la sorella, il passaggio a David Byrne, Armani incazzato con le Spice Girls, Robbie Williams «fatto», il suicidio del padre e una carriera rovinata dalla confessione sulla cocaina: «Voglio essere messo alla prova»

Il primo palco a 6 anni sul sagrato della chiesa, il suicidio del padre, il pianobar per mantenere la famiglia, il primo disco sotto contratto a 16 anni, l’epopea di Mtv da protagonista e ancora la vita dissoluta fra party selvaggi e incontri memorabili con grandi artisti internazionali.

È un Morgan in vena di raccontare e raccontarsi quello che ha partecipato a Muschio selvaggio, il podcast di Fedez che, con Luis Sal sempre più distante, è ormai affiancato con costanza da Davide Marra (quello del Cerbero podcast). Nell’ultima puntata con ospite l’ex leader dei Bluvertigo sono emersi una marea di aneddoti e rivelazioni sul dietro le quinte delle mille esperienze vissute dal cantautore.

E già nell’intro si parte forte: «Andiamo all’Hollywood (famoso locale milanese, ndr) e mi dicono: “C’è Asia Argento”. Per me era un must». Questa la descrizione dell’incontro con quella che diventerà la sua compagna più longeva e con la quale avrà la prima figlia, Anna Lou. Che però non finisce qui e viene ricostruito a partire dalla vittoria degli Mtv Europe Music Awards da parte dei suoi Bluvertigo: «Quella festa fu mitologica. Ero fuori già da molto prima di salire su quel cazzo di palco. Alla fine ho detto Dante, sbagliando, perché era tutto il giorno che bevevamo nel backstage con Zucchero, le Spice Girls e i Rem. Mi ero trovato ubriaco».

Il ricordo del party prosegue e ne emergono momenti esilaranti e grotteschi anche di altri artisti: «C’era Giorgio Armani incazzato con le Spice, Robbie Williams che scappava rincorso da sua madre che lo rincorreva, perché si faceva ancora nei bagni». In quel momento «in cui vivevo quelle situazioni in modo psichedelico» Morgan con il tour manager ammette di aver continuato a bere, anche dal bicchiere degli altri, e da quella circostanza sarebbe nata la canzone Heaven in My Cocktail (contenuta nel disco Canzoni dell’appartamento, ndr). Ma non è finita, perché in seguito, con gli altri membri della band, decide di uscire, prendere l’auto e dirigersi di fronte agli uffici della casa discografica: «Volevamo pisciare di fronte alla Sony. Con una Ford Focus piena di vomito ci dirigiamo li e io non mi reggevo in piedi. Infatti, narrano, che lentamente sono caduto all’indietro sulla mia piscia». In quello stato, gli altri colleghi lo hanno sollevato e portato all’Hollywood dove avviene l’incontro con la futura compagna: «Io faccio finta di niente in mezzo ai fotografi e mi dicono: “C’è Asia Argento”. Dov’è, fatemela vedere… per me era un must. Però, mi dicono, limona con Grignani». Una circostanza che, nonostante tutto, non lo ha fatto desistere: «In quelle condizioni potevo combattere con King Kong. Non mi ricordo se li ho visti insieme, ma la notizia era che Asia era più fuori di me e lei non si ricorda che io sono andato la. Un oblio totale». E Fedez commenta: «Poesia…». Ma non è finita lì.

Il giorno dopo, Morgan ricorda che da Mtv gli arrivò la richiesta di accompagnare David Byrne dall’aeroporto di Malpensa all’albergo: «Con lo stesso cappotto (impregnato di piscio) la stessa macchina (piena di vomito) sono andato a prenderlo. Quando Byrne è arrivato, sale in macchina ha tirato giù tutti i finestrini senza dire niente, elegantissimo». Un impatto che, però, non ha scosso più di tanto il musicista americano, che poche ore dopo chiederà di essere accompagnato in un locale proprio da Morgan: «Siamo tornati all’Hollywood, stavolta in taxi. Lui si siede sulla poltroncina e rimane quattro ore a osservare cosa succede. Poi l’ho riportato in albergo, continuando a fare cose che non si possono dire, ma da lì nasce una grande amicizia fra me e Byrne. Quando vado a New York lo chiamo sempre. Una volta è venuto in Italia – ha proseguito – e quella sera io e Asia avevamo scazzato, tra graffi e pugni, e io ho preso la giacca dell’anno scorso, sono uscito a perdermi nel mondo, ho proseguito lungo lo stradone Forlanini fino a Linate a piedi e in quel momento ho scritto quel brano (Altrove, ndr). Mi sono goduto il concerto di David Byrne, ho bevuto, mi sono fumato quattro cannoni e quando sono tornato Asia non c’era più, era sparita per sempre».

Nel corso della puntata del podcast, che dura oltre un’ora, il cantautore ha poi ripercorso la sua esistenza dagli esordi. Dal non essere un «figlio d’arte» al rapporto con la madre «che ha una personalità problematica», fino al suicidio del padre che era «un infelice cronico. Faceva cose che non voleva fare nella vita e io non l’ho mai visto felice. Però, poi ho visto dei filmini degli anni ’60 in Super8, e vedevo un uomo felice. Tant’è che io dissi a mia madre: “Chi è lui? Questo chi è?”». Un ricordo doloroso che il musicista ha ricostruito nel dettaglio, anche del gesto più estremo: «Mio padre era estremamente affettuoso. Nell’ultimo periodo, sembrava un film horror. Aveva portato una cappa nera dentro casa. Chiedeva a me i soldi, perché io facevo pianobar. Lui aveva problemi economici. Mi portò un rullino fotografico con dentro centomila lire: “Così non potrai dire che non te li ho resi”. Poi mi salutò dalla finestra… Ho fatto fatica per mantenere mia madre e mia sorella. Quando qualcuno mi tratta male (e ricorda l’intervista al mensile Max che gli avrebbe rovinato la reputazione, quando ammise: «La uso come antidepressivo», riferendosi alla cocaina, ndr), mi girano i coglioni perché non sanno quello che ho fatto per essere dove sono oggi. Non voglio che la mia fama mi preceda, voglio essere messo alla prova e dimostrare di essere quello che sono».

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