Travis Barker: «L'incidente aereo è stata la mia rehab, ma tornerò a volare» | Rolling Stone Italia
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Travis Barker: «L’incidente aereo è stata la mia rehab, ma tornerò a volare»

Il batterista dei Blink-182 ha raccontato come l’incidente del 2008 l’ha convinto a cambiare vita e smettere con l’abuso di farmaci. Ora organizzerà un altro volo «per superare il trauma»

Travis Barker: «L’incidente aereo è stata la mia rehab, ma tornerò a volare»

Travis Barker

Foto: Emma McIntyre/Getty Images for iHeartMedia

Travis Barker salirà nuovo su un aereo. Non sa ancora quando, ma è già d’accordo con il suo entourage che sta organizzando un viaggio per la prima volta dal 2008, quando un incidente cambiò la sua vita. In una lunga intervista per Men’s Health ha ripercorso quel momento, il lento recupero e la gioia per essere tornato a una vita normale. «Certo, ci sono ancora un milione di cose che potrebbero accadermi» ha detto. «Potrei morire in sella al mio skateboard. Potrei avere un incidente d’auto. Potrei essere colpito. Tutto può succedere. Potrei avere un aneurisma cerebrale e morire. Allora perché dovrei avere ancora paura degli aeroplani?».

Il batterista e produttore, famoso per la sua carriera con i Blink-182 – e negli ultimi giorni anche per la relazione con Kourtney Kardashian – rientra anche in un’altra particolare categoria: quella dei sopravvissuti a incidenti aerei. Nel settembre 2008, dopo aver suonato in South Carolina con il suo amico e collaboratore Adam “DJ AM” Goldstein, salì su un aereo privato. Durante il decollo, le gomme esplosero e l’aereo sbandò su un’autostrada colpendo un terrapieno, per poi esplodere e prendere fuoco. I due piloti rimasero uccisi. Barker e il suo amico invece riuscirono a fuggire attraverso una uscita di emergenza.

Dopo quell’incidente, subì ustioni sul 65% del suo corpo e trascorse tre mesi in ospedale dove fu costretto a sottoporsi a 26 interventi chirurgici e innesti cutanei. Nonostante ciò, sembra deciso a tornare su un aereo: «Devo farlo, per provare a superare quel momento». Il lungo recupero è ormai alle spalle, ma nell’intervista ha ricordato com’è stato imparare di nuovo a camminare e suonare la batteria. Recentemente, ormai ristabilito, si è persino appassionato alla boxe e alle tecniche di respirazione. Non solo, perché nel febbraio scorso è diventato uno dei volti più noti (e improbabili) del settore del benessere quando ha lanciato la sua linea di cibi vegani, la Barker Wellness Co. Inoltre, prosegue nella realizzazione e nella produzione di nuova musica e c’è già un documentario sulla sua vita in lavorazione.

Una vita da star, non ci sono dubbi. Anche perché dopo il successo con i Blink-182, il musicista ha ammesso di aver abusato di farmaci (come antidolorifici) e, pur non essendo mai stato un gran bevitore, ha fumato «una quantità eccessiva di erba». In particolare, sui farmaci ha spiegato che gli erano utili per riprendersi dagli estenuanti tour con la band e dopo che aveva suonato la batteria per cinque ore a notte. L’incidente, però, l’ha convinto a cambiare. Tornato a casa, si è liberato di tutti i farmaci – «compresi quelli di cui avevo davvero bisogno» – e rivoluzionato il suo stile di vita. «La gente mi chiede sempre se sono andato in rehab», ha raccontato Barker. «Io rispondo: No, ho vissuto un incidente aereo. Quella è stata la mia rehab. Ho perso tre amici e sono quasi morto, è stata una sveglia. Se non avessi vissuto quell’incidente, probabilmente non avrei mai smesso».

Inoltre, il batterista ha dovuto lottare contro il disturbo da stress post-traumatico: «Ero immerso nell’oscurità – ha confessato –, non riuscivo a camminare per strada. Se avessi visto un aereo, ero sicuro che sarebbe precipitato e non volevo guardarlo». E durante i viaggi in tour-bus, sentiva come se da un momento all’altro potesse arrivare l’impatto.

Ma al di là di qualche comprensibile conseguenza, ha dichiarato che in fondo è finalmente un uomo felice: «Ho tutto l’amore di cui ho bisogno a casa. Non avrà mai senso la scomparsa dei miei amici piloti, ma tutto quello che posso fare è andare avanti. Non posso rimpiangere nulla».

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