Tiziano Ferro: «Ho bisogno di sentire sempre l'incertezza» | Rolling Stone Italia
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Tiziano Ferro: «Ho bisogno di sentire sempre l’incertezza»

Esce oggi il "Best Of" del cantautore di Latina, con otto inediti: «Per riuscire a prendere la musica con disincanto non devo sentirmi sicuro»

Tiziano Ferro, foto stampa

Tiziano Ferro, foto stampa

«La cosa meno corretta di questo album è il titolo, perché non c’è solo il best ma tutto il mio mondo. Volevo qualcosa che rappresentasse ciò che mi piace e che mi diverte, se parlo di me non voglio solo proporre una facciata. Tra gli inediti, c’è Se il mondo si fermasse, che doveva rientrare in un album swing che non ho mai portato a termine perché non avevo abbastanza materiale», racconta Tiziano Ferro a proposito di TZN – The best of Tiziano Ferro, che esce oggi nei negozi.

D’altro canto però, aggiunge: «Ho sempre sognato di fare un album intitolato The Best Of. Quando EMI, la casa discografica alla quale devo tutto, mi chiese per la prima volta di preparare una raccolta in occasione dei primi 10 anni della mia carriera, non ero in grado di realizzare quella che, per me, avrebbe avuto un significato ancora più profondo e completo. Non volevo realizzare una lista di singoli con due o tre inediti, perché la mia storia è iniziata molto prima».

Il video dell’ultimo singolo di Tiziano Ferro, “Senza Scappare Mai Più”:

Tiziano Ferro - Senza Scappare Mai Più

In effetti, se il grande successo arrivò nel 2001 con Xdono, il percorso professionale nel mondo della musica di Ferro iniziò nel 1997, con la partecipazione all’Accademia di Sanremo, per poi prender parte come corista ai tour dei gruppi A.T.P.C. e Sottotono e, infine, firmare con Mara Maionchi e Alberto Salerno. Un mondo, quello dell’hip hop, al quale Tiziano si sente molto legato, tanto da aver inserito nel suo best of anche Sulla mia pelle, brano che scrisse nel periodo del tour con gli A.T.P.C.

Ed Sheeran è l’esempio di ciò che significa essere pop: scrive dei testi bellissimi

Nonostante la sua giovane età (classe 1980) ha voluto ricordare come fosse il mestiere di cantante agli esordi: «Quando avevo 17 anni si doveva far molto per realizzare un album: prenotare la sala di registrazione, i treni, calcolare al minuto il tempo a disposizione, non era facile preparare un demo. Oggi è tutto diverso, c’è la musica fruibile su internet e i download digitali. Ero contrario ma devo ricredermi perché, dopo la prima settimana, Senza scappare mai più ha totalizzato un disco d’oro (15.000 copie) su iTunes e 250.000 visualizzazioni su Spotify. Devo rivedere il concetto di fare il cantante».

Una revisione che è anche una presa di coscienza sul suo operato da artista «Ho bisogno di tracciare una linea, sono un calcolatore e lo studio delle curve mi serve per capire come va, devo catalogare ciò che è successo fino ad ora per poi poter andare avanti. Il sentimento che mi porta a prendere la musica con disincanto è l’incertezza: quando ho un disco nuovo, anche in veste di produttore, penso sempre di fare mezzo milione di copie ma oggi nessuno ci riesce. Un sentimento che non mi appartiene, invece, è quello del rifiuto perché è un meccanismo pericoloso, che mi spaventa. Quando mi succede una cosa brutta ho bisogno di guardarla in faccia finché non riesco ad accettarla, solo dopo riesco ad andare avanti».

Ferro è ancora capace di essere un fan, tanto che non nasconde di avere ammirazione per molti cantanti del calibro di Whitney Houston, Amy Winehouse, Lucio Battisti e Franco Califano il quale, poco prima di morire, aveva dichiarato di voler fare qualcosa con lui. E sulle nuove leve del pop, non ha dubbi su chi ritiene essere il migliore «Ed Sheeran è l’esempio di ciò che significa essere pop: scrive dei testi bellissimi, crescerà ancora e non ha problemi a lavorare con produttori diversissimi tra loro. E’ questo il vero cross over».

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