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The Rolling Stones: le 100 canzoni più belle (100-81)

Una giuria d'eccezione e 100 capolavori. Siamo andati a scavare nell'infinito archivio di oltre 50 anni di Stones
Rolling Stones HYDE PARK

Gli Stones a Hyde Park, poco dopo l’entrata di Mick Taylor nella band. Foto: PA Photos/Landov tratta dal nostro speciale sui Rolling Stones in edicola

Da Paint It, Black a Shine a Light, le pietre miliari di 50 anni di carriera degli Stones, scelte dalla nostra giuria di scrittori, critici, registi e artisti.

Per realizzare questo listing, abbiamo chiesto a ciascuno di questi esperti degli Stones di darci le 50 canzoni favorite. Poi abbiamo incrociato i risultati: Patrick Carney – The Black Keys; Jonathan Cott – Contributing Editor, Rolling Stone; Cameron Crowe – Regista; Anthony DeCurtis – Contributing Editor, Rolling Stone; Jon Dolan – Contributing Editor, Rolling Stone; David Fricke – Senior Writer, Rolling Stone; Robert Greenfield – Giornalista e autore; Will Hermes – Contributing Editor, Rolling Stone; Robert Hilburn
– Giornalista e autore; Howard Kramer – Direttore degli affari curatoriali Rock and Roll Hall of Fame; Chuck Leavell – Musicista; Jonathan Lethem – Scrittore; Martin Scorsese – Regista; Rob Sheffield – Contributing Editor, Rolling Stone; Lucinda Williams –
Cantautrice; Warren Zanes – The Del Fuegos.

Gli Stones arriveranno in Italia per una data unica a Lucca, il 23 settembre. Qui la scaletta del primo concerto europeo. Di recente, abbiamo parlato di Stones (e di Beatles) con Michael Caine, in occasione del film My Generation, presentato a Venezia.

100. “Prodigal Son” Beggars Banquet, 1968

Gli Stones hanno registrato molte cover blues, ma raramente sono stati così autentici: una versione acustica e con la slide di un blues del Reverendo Robert Wilkins, che parla del figliol prodigo. Considerando che gli Stones all’inizio erano dei puristi del blues, qui stanno davvero tornando a casa.

99. “How Can I Stop” Bridges to Babylon, 1997

Keith mostra sottigliezza musicale e maturità in questo canto gospel con un assolo di sax di Wayne Shorter registrato alle 5.30 del mattino: «Non sarei stato capace di scriverla 10 anni fa», ha detto Keith. Don Was è d’accordo: «La cosa più radicale del disco: Keith ha fatto un
pezzo sofisticato».

98. “Let Me Go” Emotional Rescue, 1980

Un pezzo semplice, ma con un atteggiamento molto punk-rock. Keith è tagliente, Wood spara licks alla Creedence, Mick pensa di frequentare i gay bar e dice alla sua futura ex: “Perché non ti fai entrare in quella testa dura che questa storia è morta e sepolta?”.

97. “Slave” Tattoo You, 1981

Come quasi tutto Tattoo You, questo pezzo è stato registrato anni prima a Rotterdam durante le session di Black and Blue. Una jam session con un organo funky di Billy Preston e il grande Sonny Rollins al sax in cui Mick mostra la sua estensione vocale, dal falsetto soul al lamento blues.

96. “Mother’s Little Helper” Aftermath, 1966

Una hit che parla di una madre impasticcata, alimentata da una chitarra elettrica che imita il sitar. «Un pezzo strano», dice Keith, che non si scompone di fronte al testo di Mick: «Chuck Berry e molti dei primi rocker criticavano le generazioni precedenti. Noi invece le prendevamo in giro».

95. “Little T&A” Tattoo You, 1981

Chi altro poteva far passare le parole “tette e culo” in radio nel 1981? Solo una band, e un uomo in particolare: Keith Richards, con questa lode alle forme della sua musa. Oggi è ancora sposato con la donna a cui è dedicata e le iniziali dei nomi delle loro due figlie sono, guarda caso, T e A.

94. “Fingerprint File” It’s Only Rock’n Roll, 1974

Gli Stones si buttano nella paranoia dell’era Watergate con un funk in cui Mick canta di “qualche stronzetto dell’FBI” con un dossier su di lui “alto un metro e 80”. Ultima registrazione con Mick Taylor, che fa anche l’unico assolo di basso in un pezzo degli Stones.

93. “Monkey Man” Let It Bleed, 1969

Scritta durante la stessa vacanza in Italia in cui nasce Midnight Rambler, Monkey Man è altrettanto minacciosa. Il vibrafono e il basso di Wyman sono da brividi, mentre Jagger rifiuta ogni responsabilità: “Spero che non siamo troppo messianici o un po’ troppo satanici”. Per nulla, Vostre Maestà.

92. “Heaven” Tattoo You, 1981

Pochi altri pezzi degli Stones hanno più atmosfera di questo, che è una vera gemma: Mick strimpella la chitarra elettrica e intanto canta con aria intontita: “Nessuno ti farà del male / Nessuno ti si metterà contro”. Un sogno febbrile messo in musica, che 30 anni dopo ispirerà molti remix EDM.

91. “Factory Girl” Beggars Banquet, 1968

La ragazza del titolo è uno dei personaggi più tosti degli Stones: di giorno prende l’autobus e va in fabbrica, di notte fa festa e scatena risse, e poi fa aspettare Mick sotto la pioggia. Una stranezza dal sapore country, ma in cui ci sono anche mandolini, percussioni indiane e un assolo di violino.

90. “She Was Hot” Undercover, 1983

Mick avrà mai fatto incontrare la donna di She’s So Cold con quella di She Was Hot? Questa ode a una femmina bollente è lanciata da un video in cui la rossa Anita Morris fa letteralmente scoppiare i bottoni dei pantaloni dei ragazzi. MTV non ha resistito al calore e gli ha fatto tagliare il video.

89. “Let It Loose” Exile On Main St., 1972

La ballata soul di Exile è anche la canzone più lunga dell’album. Jagger canta di amicizie che finiscono e amanti che svaniscono, mentre avanza barcollando in una lunga notte di sesso, alcol e problemi di letto. Stranamente gli Stones non hanno mai fatto questo pezzo dal vivo. Però i Phish sì..

88. “Love in Vain” Let It Bleed, 1969

Questo brano del 1937 di Robert Johnson è un pilastro del blues, e questa cover su Let it Bleed è la sua versione più famosa, rivista con un tocco honky- tonk e con la chitarra slide di Mick Taylor: «A volte ero in soggezione di fronte a Mick, soprattutto quando suonava la slide», ha detto Keith.

87. “When the Whip Comes Down” Some Girls, 1978

Ritratto adorabilmente squallido della vita di strada di NY, con una storia alla Lou Reed su un truffatore gay che arriva in città dalla costa ovest, pronto a tutto per andare avanti. «Un pezzo apertamente gay», dice Mick a RS, «non so perché l’ho scritta. Forse volevo fare outing».

86. “Ride On Baby” Flowers, 1967

Portata al successo da Chris Farlowe, è un pezzo alla Under My Thumb, in cui Jagger lancia delle vere bombe (“Quando avrai 30 anni ne dimostrerai 65 / Non sarai carina e i tuoi amici ti avranno detto addio”), mentre Brian Jones si guadagna la paga suonando marimba, clavicembalo, koto e chitarra ritmica.

85. “Backstreet Girl” Flowers, 1967

Un pezzo degli Stones con un tempo valzer e la fisarmonica? Una ballad folk all’antica, che esce sulla versione inglese di Between the Buttons. È il pezzo preferito di Mick, e considerato il modo in cui nel testo stuzzica il sistema delle classi e l’ipocrisia sessuale, non è difficile capire perché.

84. “Rough Justice” A Bigger Bang, 2005

Keith torna come il vendicatore rabbioso della chitarra vintage, mentre Mick sembra un guerriero blues rinato. Keith ha detto che il riff gli è venuto in mente in sogno, «come quello di Satisfaction». I suoi sogni sono meglio della realtà del rock degli anni 2000.

83. “Little Red Rooster” The Rolling Stones, Now!, 1965

Una delle prime volte in cui Jagger si presenta come dio del sesso è in questa cover di Howlin’ Wolf, che la band fa uscire come singolo a dispetto dell’opinione dei discografici: «Vediamo se riuscite a farla arrivare in classifica, figli di puttana», ha detto Keith.
Ovviamente arriva al n.1.

82. “Out of Time” Aftermath (UK), 1966

Il pezzo più in stile Motown dei Rolling Stones parla di rifiutare un’ex amante (o “povera bambina scartata”) che vuole ritornare. La band non la pubblica come singolo fino al 1975, ma Jagger produce una versione cantata da Chris Farlowe, che diventa una hit nel luglio del ’66.

81. “Child of the Moon” Beggars Banquet, 1968

Il delizioso lato B di Jumpin’ Jack Flash è una lettera d’amore che suona come un affettuoso addio alla psichedelia dell’era di Their Satanic Majesties Request. Il sax è di Brian Jones, mentre la persona a cui è dedicata è con tutta probabilità l’allora fidanzata di Mick, Marianne Faithfull.

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