I Kolors su Rolling Stone: «Ci dicevano che non saremmo andati da nessuna parte» | Rolling Stone Italia
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The Kolors: 
«Dicevano che non saremmo andati da nessuna parte»

Sembrano reduci degli anni ’80, invece sono appena usciti da "Amici di Maria". Giovani, sgamati
 e cotonatissimi, sono i protagonisti della copertina del numero di settembre, in edicola

The Kolors sulla copertina di Rolling Stone, in edicola dal 10 settembre

The Kolors sulla copertina di Rolling Stone, in edicola dal 10 settembre

I loro riferimenti musicali? «Gli Xtc, i Pink Floyd, gli Smiths, i Cure, mescolati con un’impronta sonora che potrebbe avere un brano moderno» dice Antonio Fiordispino, che tutti chiamano Stash. «Siamo quelli che al martedì suonavano alle Scimmie, ma il giorno dopo andavano a ballare la house di Miguel Campbell ai Magazzini Generali. Fondere questi due mondi non è una cosa studiata, ci è venuta così, un po’ alla cazzo».

Adesso, con questo frullato di riferimenti storici, i Kolors sono quelli che riempiono i palazzetti, che hanno fatto un tour di continui sold-out, che hanno ricevuto anche le chiavi del loro paese dalle mani del sindaco. «E dire che, se un anno fa mi avessi chiesto dove mi sarei visto oggi, forse avrei detto a Londra, a provare a sfondare. Abbiamo bussato a tutte le porte e niente. Ci dicevano che non saremmo andati da nessuna parte».

Maria De Filippi ci ha detto
la cosa più rock’n’roll
della vita

E allora perché non tentare con un talent, perché non Amici, perché non andare dalla Santa Maria della tv? Sempre senza tradire le origini: Stash tiene alla credibilità del gruppo. «Quello che è successo là dentro io la considero gavetta vera. In sei mesi abbiamo fatto quello che avremmo fatto fuori in quattro anni. È obsoleto non ragionare così».

I Kolors sono stati capaci di passare dalle platee deserte dei locali milanesi alle telecamere della tv nazionale e – dicono – hanno scoperto un mondo che gli è piaciuto. «Maria De Filippi ci ha detto la cosa più rock’n’roll della vita, davvero. Al primo provino abbiamo portato un repertorio un po’ paraculo. Avevamo preparato In ginocchio da te di Gianni Morandi, una canzone dei Coldplay e poi, per chiudere, il nostro inedito, Everytime. Finita l’esibizione, Maria si alza e ci dice: “Si vede che in questo pezzo siete voi. Nel caso doveste entrare, non voglio copie, voglio che facciate solo quello che siete”».

Ci dicevano che dovevamo assomigliare ai Modà,
ma ci piacciono Xtc, The Cure
e David Gilmour

A Rolling Stone, luogo consapevolmente “frivolo”, le porte sono sempre aperte; annusiamo l’aria che tira e proviamo a raccontarvela. E di vecchi, piccoli confini inutilizzabili ne abbattiamo ogni giorno sul sito e ogni mese sul giornale. Lo sguardo seducente e post-glam di Stash dei Kolors in copertina avrebbe potuto essere quello fiero e cazzuto di John Lydon, che troverete dentro il giornale in edicola dal 10 settembre.

Ci abbiamo pensato a lungo. E alla fine abbiamo scelto The Kolors, perché, se guardiamo la realtà e non ne immaginiamo una che non c’è, non possiamo ignorare i milioni di download e di dischi venduti nel giro di un’estate dalla loro Everytime, anche a costo di vedere qualche “maligno e superbo” alzare il sopracciglio.

Perché anche Lydon avrebbe voluto così – ha dedicato una vita a far alzare sopracciglia. Perché ci sono molte cose che non sapete dei Kolors e che, se sarete abbastanza curiosi, potrete trovare qui. Insieme al ritorno dei New Order, all’incredibile portfolio su Springsteen, al nuovo album solista di Gilmour, che dà l’addio definitivo ai suoi Pink Floyd. E che magari un giorno potrebbe decidere di realizzare il sogno di Stash (da lui dichiarato e sostenuto via social dalla sua fanbase) e suonare insieme.

E dunque vi parliamo anche dei Kolors e ve li facciamo vedere a modo nostro, come vogliamo fare con ogni fenomeno di massa pop che Rolling Stone non può, né vuole, ignorare. Lydon e The Kolors. Due cose diverse. Molto diverse. Che possono, e devono, poter stare insieme. Perché vale la pena raccontarle. E perché siamo punk e quindi imprevedibili. Come Lydon.

Questo articolo è pubblicato su Rolling Stone di settembre.
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