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I Tauro Boys sono molto meglio della trap

I cliché del trapper che parla di droga, strada e soldi sono quanto di più lontano dai tre ragazzi romani, che preferiscono parlare di ragazze, di amore e della vita nel quotidiano.

Questa cosa della trap alla fine ha stancato anche chi per primo l’ha difesa. Il fatto è che la maggior parte dei brani/artisti catalogabili nella macro categoria “trap” stanno fondamentalmente facendo le stesse cose che facevano nel 2014. Un anno ci sta, due anni è ancora interessante, tre anni stai viaggiando sulla comoda onda dell’abitudine, ma quattro anni sono troppi.

La trap ormai è solida, diffusissima. Ma in pochissimi stanno avendo il coraggio di uscire dal codice iper-standardizzato dell’autotune, drum kit trap.rar, rime sulla tua bitch, su quanti fogli viola hai nelle tasche, SKRRRT e via così. Fra questi pochissimi ci sono i Tauro Boys, tre ragazzi romani dalla risata facile e un modo di fare che ti mette subito a tuo agio. È vero, dai loro soprannomi Prince, Maximilian e Yang Pava potrebbero sembrare decisamente dei trap boy, ma provate ad ascoltare il loro nuovo TauroTape2 e ditemi se finalmente non stiamo ridando forma e profondità a un genere ormai ipercompresso come la voce di chi lo fa. Merito anche di un produttore, Close Listen, che viaggia sulla stessa lunghezza d’onda dei Tauro.

State a Roma?
Sì, siamo tornati qui ieri. Negli scorsi giorni eravamo a Milano per un evento di lancio del tape. Ora siamo tutti e tre sul divano.

Io giuro che non volevo scadere nel solito argomento della droga, trap, eccetera. Però se mi aprite il disco con La droga è Femmina..
Più che la droga è femmina, la femmina è droga. È perché dici la droga, è femminile, non è il drogo. Volevamo sottolineare come, guardacaso, droghe e femmine sono dello stesso sesso, almeno per noi italiani. Fa riflettere, no? Comunque non frequentiamo femmine e droghe con la stessa frequenza. Fumiamo, OK, ma non abbiamo un’attitudine da trapper che fanno della droga il loro stile di vita e il loro unico argomento. Anzi, ci distacchiamo proprio da quella roba. Siamo ragazzi per bene.

Sicuri? Perché sento delle risatine.
Non siamo contro le droghe, non puntiamo di certo il dito contro chi le usa. Non hanno un ruolo centrale nelle nostre vite.

E vi considerate lontani dalla trap anche per tutto il resto?
Abbiamo sempre fatto pezzi sia trap che non, e questo tape in particolare ha anche pezzi con le chitarre o pezzi ritmati/dance che parlano da soli, che si allontanano già di loro dalla trap. Dipende tanto da che argomenti tratti nelle canzoni. La trap parla tipicamente di strada, di droga. Noi invece parliamo di ragazze, di amore, di cosa facciamo tutti i giorni. Anche se poi la base può essere trap, perché comunque arriviamo da quel tipo di sonorità. I contenuti sono ben diversi. Siamo molto personali nei contenuti, quindi ci distacchiamo molto.

Anche perché—possiamo dirlo?—la trap quella classica, tutta droga, “troie”, autotune eccetera avrebbe anche rotto il cazzo da parecchio.
Noi siamo stati veramente fan della prima ora della trap. Siamo stati davvero fra i primi qui a Roma a cacarsela.

Prendi Travis $cott: io giuro che Rodeo e Birds in the Trap li ho venerati, però Astroworld non ce la faccio. Mi suona vecchia quella roba lì ormai.
Vabbè ma quella poi è stata un’operazione di marketing. Te lo vendevano col pass, quindi hanno venduto mezzo milione di copie in un lampo. È sempre la stessa roba negli ultimi 3-4 dischi ma è un concetto americano.

Forse qui in Italia ci stanchiamo molto più in fretta delle cose.
Sì, ma al di là di quello c’è da fare un altro discorso. Noi ce ne siamo interessati quando era un genere di nicchia e nascente, quindi incuriosiva di più chi come noi sta sempre alla ricerca della novità. Ora che è mainstream ed è alla portata del nuovo pop, ha un suono che ormai ha stufato chi è sempre alla ricerca del fresco, del suono nuovo. Quindi sì, anche a noi ha un po’ stufato Travis $cott. L’abbiamo già sentita per tre anni di fila, ora è tempo di pensare a qualcos’altro.

E chi invece stava cercando di svecchiare quel suono, purtroppo l’abbiamo seppellito. Tipo Lil Peep o XXXTentacion
Eh sì, perché uno era molto post-punk e l’altro Rnb/soul. E poi sapevano spaziare spaventosamente all’interno del loro genere. Lil Peep magari era un po’ più caratteristico. È stato lui ad aprirci un mondo, perché ci ha fatto capire che potevamo evitare di fare finta di fare trap. Si può essere quello e mille altre cose al contempo.

C’è anche un po’ di ritorno all’emo.
In generale, sì. Anche nel nostro tape ci sono parecchie chitarre e testi che parlano di amori finiti male.

Tipo Marilyn? Oppure parlate di Manson?
Marilyn è una ragazza immaginaria che citiamo nei testi da parecchio tempo e che ora ha trovato spazio più grande nel titolo di una canzone.

Sicuro che è immaginaria?
Non proprio immaginaria, OK. Varierà il nome ma diciamo che la descrizione potrebbe accomunare varie ragazze che conosciamo.

Ma è finita bene con Marilyn?
Mah, non te lo sappiamo dire. Forse no a questo punto.



Insomma, i Tauro Boys parlano di amore ma non vi stanno aiutando granché.
Se parliamo di ragazze, sì. Ma in fatto di amore in effetti no. Pava è l’unico fidanzato, non a caso è quello incamiciato. Gli altri due sono i punk-emo con le catene addosso. Devi vederlo, Pava. Alla mattina esce con la valigetta 24 ore come un uomo d’affari.

Però siete tutti e tre dei nostalgiconi. Cos’è successo nel 2004-2005?
Andavamo alle elementari ed eravamo felici. Le preoccupazioni erano molte meno, per dirne una. Poi il ritornello si rifà alla canzone dei Connels, ‘74-’75. Da là è partito un sentimento nostalgico, però rivolto ai nostri anni. Poi c’è qualcuno tra noi che è milanista, e quelli erano anni d’oro pieni di campioni.

Come viene trattato a Roma un milanista?
Il trucco è mantenere un profilo bassissimo.

Secondo voi aiuta in questo momento avere un accento romano nella trap o in generale nell’hip hop?
A Milano sicuramente. Il romano ultimamente va molto di moda al Nord. Ma anche al Sud sai? Però nella giusta misura. Nel senso, se parli un romano coatto è difficile da digerire, forse anche dagli stessi romani. Noi non abbiamo quel tipo di accento marcato, semmai una cadenza riconoscibile. La trap dopo la Dark è stata molto associata a Roma e a questo accento. Una cosa che abbiamo notato è che se a Milano gli zarri ti sentono con un accento romano, si ridimensionano subito. Cambiano subito atteggiamento. Perché l’accento romano piace, mette subito a proprio agio. Regà, è la capitale.

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