Syd Barrett e la canzone impossibile da suonare | Rolling Stone Italia
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Syd Barrett e la canzone impossibile da suonare

Storia della goccia che ha fatto traboccare il vaso fra "Crazy Diamond" e i Pink Floyd: ovvero, storia della canzone praticamente impossibile da imparare ed eseguire

Fonte: Facebook

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Il 6 aprile di mezzo secolo fa, Syd Barrett esce dai Pink Floyd. È un allontanamento graduale, sicuramente sofferto da entrambe le parti ma che, come ben tutti sappiamo, è necessario. La salute mentale del diamante pazzo dei Floyd si fa così ingestibile a inizio 1968 da costringere Roger Waters e soci prima ad annettere una quinta figura più affidabile di Syd nei live, David Gilmour, poi ad allontanarlo definitivamente dai palchi e infine dalla band.

È una storia che conoscono tutti, ma in pochi sanno che la bocca che fa traboccare il vaso è un pezzo scritto da Syd che ha la particolarità di essere materialmente impossibile da suonare. Ma facciamo un passo indietro.

L’idea iniziale dei Floyd non prevede assolutamente il licenziamento di Syd, ma un più saggio allontanamento dalle sue scene deliranti davanti al pubblico. Da singoli episodi, queste crisi totalmente irrazionali diventano in poco tempo la prassi. Può succedere che Syd passi l’intero concerto pizzicando una sola corda, oppure che le allenti tutte gradualmente, fino ad arrivare a fine scaletta con in mano una chitarra insuonabile. Può capitare che si incanti guardando la folla senza suonare, oppure può proprio succedere che non si presenti sul palco.



Un po’ per un legame di profonda amicizia, un po’ per paura di perdere il suo grande talento, un po’ anche per timore Syd che possa prendere male la cosa e combinare chissà quale casino, Roger e i Floyd decidono quindi di provare con un approccio diverso. Succede una cosa molto simile a quella capitata ai Beach Boys con Brian Wilson: visto che è ingestibile, se lo tengono in studio. Così non può fare danni, no? E invece.

Durante una delle prime prove in studio da quintetto, verso gennaio 1968, Syd se ne esce con un nuovo pezzo, scritto di suo pugno. Si chiama Have You Got It Yet? ed è una schitarrata dal ritmo sostenuto, quasi allegro. Il testo consiste in Syd che ripete la domanda “Have You Got It Yet?” (cioè “ce l’hai?” in italiano). Sulle prime la band si mostra entusiasta perché suona bene, lineare. Ben presto però si accorgono tutti che c’è qualcosa che non va nel pezzo. È come se struttura e accordi cambiassero ogni volta che uno prova a impararli. Dopo qualche tentativo inutile, gli altri si rendono conto che Syd sta cambiando ogni singolo elemento della canzone, rendendola impossibile da imparare e suonare. L’unica cosa che rimane invariata è il “ce l’hai?” che si ripete in continuazione. Ora è tutto chiaro, è una presa per il culo.

«Ci abbiamo messo un po’ per capirlo» ha raccontato Gilmour a proposito del pezzo, che non è stato mai registrato ma qualcuno si è preso la briga di interpretarlo. «Ricordo perfettamente la scena e pure la canzone. Era composta da appena 12 battute ma secondo Syd ogni nostro tentativo era sbagliato. Alcune parti del suo cervello erano ancora perfettamente intatte. Il senso dello humour era fra queste.»

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