Stuart Copeland, 5 canzoni sull'abbandono e sul peccato | Rolling Stone Italia
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Stewart Copeland, 5 canzoni sull’abbandono e sul peccato

Il batterista dei Police ha scelto Captain Beefheart, Kendrick Lamar e altri, una playlist oscura e insolita

Stewart Copeland, 5 canzoni sull’abbandono e sul peccato

Stewart Copeland, foto via Facebook

Il leggendario batterista dei Police Stewart Copeland ha appena pubblicato l’album di debutto della sua nuova art-rock band, i Gizmodrome, dove suona insieme a Adrian Belew, chitarrista che ha suonato con i King Crimson, e all’italianissimo Vittorio Cosma, con cui ha collaborato a vari progetti (qualcuno di voi l’avrà riconosciuto per tutt’altro, visto che da qualche anno è il “sostituto” di Rocco Tanica nei concerti di Elio e le Storie Tese).

Abbiamo contattato Copeland e gli abbiamo chiesto di selezionare alcuni brani a tema abbandono e peccato, spiegando cosa ha guidato le sue scelte. Ecco il risultato: 5 canzoni incredibili di artisti diversissimi, da Captain Beefheart a Kendrick Lamar, spiegate dal batterista in persona.

1. “Tropical Hot Dog Night” di Captain Beefheart

«Questa canzone suona come se fosse suonata da una band enorme che ha improvvisamente perso la testa. Beefheart non poteva permettersi veri musicisti alla Brecker Brothers, e il risultato è più creativo che virtuoso».

2. “I Walk on Guilded Splinters” di Dr. John

«C’è un’atmosfera oscura, piena di eco, quasi Cajun, in questo brano. Come se Dr. John avesse pescato la canzone dal lato oscuro della mezzanotte».

3. “Dancing in the Street” di Martha and the Vandellas

«Dancing in the Street parla di abbandoni selvaggi. Quando la ascolti capisci cosa succede nelle strade, dove la gente soffre. Andiamo tra di loro».

4. “Spanish Castle Magic” di Jimi Hendrix

«Ecco uno dei brani più esplosivi di tutta la discografia di Jimi Hendrix. Qui la batteria non si ferma mai, è una bastonata non-stop. Lo stesso fa il riff di chitarra, infinito».

5. “For Sale? (Interlude)” di Kendrick Lamar

«E alla fine, dopo mezzo secolo di dominazione ininterrotta di chitarra, basso e batteria, ci siamo ritrovati in un mondo dove tutto è sottosopra. Una rivoluzione».