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Springsteen a Ferrara, Stevie Van Zandt dice che «non sapevamo nulla» dell’alluvione e dei morti

Perché Bruce non ha detto nulla sul palco? Il chitarrista spiega che lo scorso 18 maggio erano all’oscuro del dramma che si stava svolgendo a poche decine di chilometri dal luogo del concerto

Foto: Nino Saetti

Stevie Van Zandt ha spiegato in un tweet che al concerto di Bruce Springsteen e la E Street Band a Ferrara erano all’oscuro del dramma che si stava consumando a poche decine di chilometri di distanza.

Il chitarrista della E Street Band risponde spesso alle domande poste dai fan sui Twitter. L’ha fatto anche stasera replicando a un bolognese su quanto accaduto lo scorso 18 maggio. Non sulla decisione di tenere il concerto (trovate qui l’opinione di Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, qui l’esperienza raccontata dallo scrittore Paolo Cognetti che ci è andato con Vasco Brondi e qui le parole del promoter), ma sul fatto che, contrariamente a quel che alcuni si aspettavano, Springsteen non ha detto nulla una volta salito sul palco.

«Ero al concerto di Ferrara», scrive l’utente. «È vero che tu, Bruce e la E Street Band non sapevate nulla dell’emergenza in corso in Emilia-Romagna, delle inondazioni vicine a Ferrara, dei 15 morti, delle migliaia di famiglie rimaste senza casa? Non posso credere che sapessi della tragedia e che non abbia detto nulla sul palco. Perché so il gran cuore, lo spirito, la fede che hai. Non è proprio possibile» (il tweet è in inglese, lo you può anche essere interpretato al plurale visto che si parla di “tu, Bruce e la E Street Band”: «Non posso credere che sapeste della tragedia…»).

La risposta di Little Steven è chiara: nessuno si sarebbe premurato di dire loro (usa il plurale) quel che stava accadendo, nonostante le polemiche e le richieste di cancellare o posticipare il concerto.

«Non sapevamo nulla», scrive il chitarrista. «L’unica cosa che sapevamo è che hanno dovuto fare gli straordinari perché a causa della pioggia il luogo del concerto era una gran buca di fango. Questo è tutto».

Possibile che un artista del calibro di Springsteen, che alloggiava a Bologna, i suoi musicisti o i suoi collaboratori non siano informati di un evento tanto drammatico che tocca la regione in cui si apprestano a suonare? Sapevano ovviamente del maltempo, ma non delle proporzioni del problema più a sud? Possibile però che non siano stati messi al corrente di una polemica che li toccava come quella che si era accesa (giusta o sbagliata che fosse) nel nostro Paese prima del concerto, una polemica di cui hanno scritto quel giorno testate internazionali autorevoli come il Guardian? Springsteen era dal punto di vista mediatico «under fire», come titolava l’Evening Standard, e non ne sapeva nulla? Springsteen sapeva e i membri della E Street Band no?

Claudio Trotta (fondatore di Barley Arts, l’agenzia che porta Springsteen in Italia; lo abbiamo contattato nei giorni scorsi, ma non ha ritenuto opportuno concederci un’intervista) ha parlato tre giorni fa col Sole 24 Ore. Afferma che il management dell’artista ha condiviso la decisione di far suonare Springsteen quella sera. «La scelta di suonare» dice Trotta nell’intervista «è stata condivisa da noi, il management dell’artista e il comune di Ferrara, città che per tutto il tempo dell’evento è sempre stata in zona verde. Una scelta che prenderei nuovamente, tornando indietro».

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