Steven Wilson avrebbe dovuto remixare gli album classici dei Black Sabbath come ha fatto per altri grandi nomi del rock anni ’60-’70 come King Crimson, Yes o Jethro Tull, o anche per band in attività più di recente come XTC, Ultravox, Tears for Fears, Suede, un’attività florida e parallela a quella di musicista solista e con varie band, dai Porcupine Tree ai No-Man.
Alla fine però Wilson non ha potuto remixare i dischi della band di Ozzy Osbourne perché non si trovano più i nastri originali. Lo ha scoperto lavorando a Vol. 4, l’album del 1972 che contiene tra gli altri pezzi Changes, diventata una delle canzoni simbolo dell’addio di Ozzy Osbourne.
«Non si trovano più i nastri», ha detto Wilson parlandone tempo fa con Noise11. «È il classico esempio di una cosa che mi è successa più volte nel corso degli anni. La volontà di farlo c’era, la casa discografica voleva farlo, il manager voleva farlo, io volevo farlo. Ma non sono riusciti a trovare i nastri».
Sono state trovate invece delle bobine contenenti registrazioni del gruppo che provava le canzoni in versioni differenti. «Abbiamo fatto quel che potevamo, ho mixato queste outtake e per un fan del disco sono secondo me affascinanti e permettono di tornare indietro nel tempo e sentire la band che suona varie versioni diverse di Supernaut o Wheels of Confusion. Ci sono cose fantastiche là dentro».
Il problema dei master multitraccia che non si trovano, ha aggiunto Wilson, non è relativo solo a Vol. 4, ma a «tutto il catalogo dei Sabbath: sono sostanzialmente scomparsi, purtroppo».
