"StereoTelling", il disco di Kiave raccontato traccia per traccia | Rolling Stone Italia
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“StereoTelling”, il disco di Kiave raccontato traccia per traccia

Il rapper porterà il suo "StereoTelling Tour" il 12 marzo al Biko di Milano insieme a Ghemon, Johhny Marsiglia, Hyste, Mistaman, Musteeno, Killicat e Crnl

Partito come indiscusso campione di freestyle, il rapper cosentino è diventato con gli anni anche liricista, compositore e grande amante della canzone nella sua forma più classica. StereoTelling è la sua prova di maturità artistica, un lavoro solido e caratterizzato da un sound spiccatamente funk, ispirato e ricco di sfaccettature che posiziona Kiave in quella cerchia ristretta di rapper italiani capace anche di parlare ad un pubblico più attento e adulto.

Kiave è attualmente in giro per l’Italia con il suo StereoTelling Tour e questa sera lo porterà fino al Biko di Milano, per prepararti puoi ascoltare l’intero album su Spotify (e comprarlo su iTunes) o scegliere la canzone che preferisci e leggere il commento del rapper, traccia dopo traccia:

1. “M.K. Ultra”  

È il pezzo pensato come intro del disco che si è poi evoluto in una traccia vera e propria. Da una parte è la mia risposta alle critiche (distruttive) ricevute dopo il disco Solo per cambiare il mondo, molte di queste proprio sul titolo. Dall’altra, parla proprio del “Controllo mentale” (da qui il titolo che riprende il progetto Americano della Cia sul controllo della mente), in un’era dove fra social, reality e talent show, usati senza cognizione di causa, si sta perdendo il concetto di “pensare con la propria testa”. Ho scelto questo come primo pezzo perchè, sia come contenuti che come approccio, non che come sonorità, ricorda quello che era il vecchio Kiave, destinato a cambiare nell’evolversi del disco.

2. “Vivi Ora”

Questo pezzo ha una storia strana. Nel Natale 2014 non sono tornato in vacanza nella mia Cosenza ma sono rimasto da solo qui a Milano, per completare i mixaggi del “FixTape”. Allora la notte di Natale ho alzato un po’ il gomito, da solo a casa, e ho riflettuto sul fatto che in quel momento per me era un Natale da solo a casa, ma per altri, nella vastità del mondo che ci circonda, stavano avvenendo milioni di cose diverse. Da lì l’illuminazione: se ci lasciamo condizionare da ciò che eravamo, o impaurire da ciò che potremmo diventare, non riusciremo a vivere il momento presente. Allora ho lasciato volare la fantasia per fotografare vari momenti, con diversi fusi orari, ma che stavano accadendo tutti nello stesso momento. Ho registrato il provino mezzo in freestyle la notte stessa, e la registrazione fa abbastanza ridere perchè si sente che non ero in me.

3. “Ci Provo”

Già il titolo di questa traccia è molto esplicativo, ho cercato, provato, di scrivere un pezzo d’amore, sono partito dal testo, poi l’ho fatto ascoltare a Killacat e lui ha trovato subito una linea melodica del ritornello, il resto del miracolo l’ha fatto Gheesa con la produzione.

2. “Danza con i tuoi demoni”

La storia di questo pezzo è abbastanza complessa. Era da tanto che volevo scrivere un pezzo del genere, ma più per me stesso, come una sorta di auto-terapia per esorcizzare i demoni che mi perseguitano da una vita. Allora ho parlato con Gheesa dell’idea e dopo un paio di giorni è arrivata la strumentale. Ho scritto le strofe di getto, come se fossero state sempre dentro di me, poi ho chiesto aiuto ad Alessandro Cianci (già collaboratore di Mecna) per la melodia del ritornello, e da li è scattata la jam: chitarre suonate, sax, flauti, trombe, una vera e proprio traccia party dove si jamma con me, le mie pare, i nostri demoni ed un sacco di musicisti presi bene.

5. “Imparo”

Il testo di questo pezzo va da sè, è la continuazione di una traccia contenuta nel mio primo album ufficiale, 7 Respiri. Nel corso degli anni ho “imparato molte più cose logicamente rispetto al 2007, quindi ho cercato di raggrupparle su questo beat straordinario di Asronote, produttore Francese di cui sono super fan. La storia del beat è molto affascinante, dato che è un regalo di mio fratello Ghemon, ma arriverà a tempo debito.

6. “Proiettili di ghiaccio”

Era da tanto che dicevamo di voler fare un pezzo assieme io, Johnny Marsiglia e Hyst, e l’idea dei proiettili di ghiaccio mi è venuta un pomeriggio guardando V per Vendetta, film che adoro e che avrò visto mille volte. Il concetto è quello che la società ci uccide, lentamente, in modo indifferente, senza lasciare tracce, senza metterci la faccia, come con dei proiettili di ghiaccio appunto, che penetrano la carne ma si sciolgono col calore del sangue.

7. “Storia di un impiegato”

Il testo è abbastanza esplicito, uno storytelling dove parlo in prima persona, ma logicamente e palesemente non sono io il protagonista. Per questo testo ho scritto prima la storia, evoluto i vari personaggi e sviluppato la trama come se fosse un film. Poi ho messo tutto in rima studiando un interpretazione degna della cosa. Sono molto soddisfatto di questo testo che ha come titolo un omaggio al maestro De Andrè, dove nell’omonimo album sviluppa varie storie di personaggi con un ruolo ben preciso nella società, come dovrebbe essere appunto quello dell’impiegato di una qualsiasi azienda.

8. “Porgi l’altra ganjia”

Interludio per fumatori. Pausa “sigaretta”, sorbetto del disco.

9. “Lasciami sbagliare”

In questa traccia ho cercato di mettere dentro tutti i consigli, spesso non richiesti, della gente che mi vorrebbe in tv o mi vorrebbe con i numeri e l’hype di altri rapper in Italia. Nel testo rivendico il mio desiderio di voler fare di testa mia, con la forza e il coraggio tipici di chi sa che sta facendo la cosa giusta. Se per voi sbaglio, ok, avrete anche ragione, ma lasciatemi sbagliare.

10. “Sculture di fumo”

Qui ho l’onore di avere un beat del grande produttore internazionale Marco Polo. Quindi ho rispolverato la fotta da sedicenne e ho cercato di creare qualcosa di solido a livello stilistico e metrico, immaginando di scrivere per qualcuno che non capisse la mia lingua. Non mancano però, da buon “pesantone” quale sono, le frecciatine ad una scena di cui non mi interessano nè i dissing nè il gossip. Per me ormai l’Hip Hop è altro, era necessario per me “chiudere” ufficialmente con un certo tipo di attitudine.

11. “N.O.I.A.”

Avevo questo beat di Fid Mella da tanto tempo, e non ero mai riuscito ad incollarci su un’atmosfera, delle liriche e un flow degno della sua spinta, allora un pomeriggio mi sono intestardito e ho scritto un tributo a quello che secondo me è uno dei motori universali delle azioni umane, cioè la Noia. L’ho mandato a Fid e anche a lui è piaciuto. L’idea del vocoder al ritornello mi è venuto studiando la melodia e calzava a pennello.

12. “L’infinito del mio nome”

Non mi ricordo, ero ubriaco.

13. “La danza della realtà”

Questo beat di Gheesa mi ha subito ipnotizzato, e avevo proprio voglia di scrivere su quei bpm con quell’attitudine che impera nella maggior parte dei dischi che sto ascoltando ultimamente. Il testo è stato ispirato da un libro che stavo leggendo in quel periodo La danza della realtà di quel genio di Alejandro Jodorowsky. Mi capita che appena la vita mi pone ad un bivio, di fronte ad una scelta che sembra difficile ed insormontabile, la realtà mi parli attraverso l’arte, e mi indicchi la via. Penso che non ci sia niente di più magico al mondo.

14. “Rum e sigarette”

La storia di questo pezzo è talmente complessa ed intima che farei fatica a trovare le parole necessarie per spiegarla, quindi lasciamo alla musica l’arduo compito di emozionare e spiegare se stessa.

15. “Domande sbagliate”

Dopo varie storie e storytelling del disco mi sembrava giusto concludere con un’altra fetta di quella che è la mia storia: dai primi approcci con l’Hip Hop a come vivo e ho vissuto io la strada, fino all’avvento dell’amore, il tutto contornato da una costante nella mia vita, le domande sbagliate! La melodia del ritornello mi è venuta al volo strimpellando sulla mia tastiera, ma non potevo cantarla io, così ho scritto le parole e le ho mandate a Patrick Benifei e lui ha reso magico il tutto. Mirko Onofrio ha impreziosito il crescendo e l’alternanza delle atmosfere col suo flauto e la traccia è diventata uno dei miei pezzi preferiti del disco.